Capitolo 16

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Immobile continuo ad osservare l'oscurità che, con il suo calmo e silenzioso abbraccio, avvolge protettiva l'intero naòs.

'Ma cosa mi prende? Questo non è il momento di lasciarsi andare a strani sentimentalismi. Ho cose molto più urgenti di cui occuparmi.' Penso cercando di ignorare l'irrefrenabile bisogno di tornare indietro.

Prendo un respiro profondo lanciando un ultimo sguardo al Tempio del Caduto prima di scuotere la testa e riuscire a trovare la forza necessaria ad andar via da qui.

Rapidamente mi giro, scendo le scale e torno nella Sala dell'Oblio che attraverso di corsa, fino a raggiungere la scalinata che mi ha condotta fin qui.

Oltrepasso l'arco dell'ingresso pronta a fiondarmi sulle scale, ma dopo aver messo il piede sul primo gradino mi blocco.

'Oh maledizione! Perché devo essere sempre così superficiale?' Penso voltandomi indietro per dedicare un'ultima occhiata alla Sala dominata dalla statua dell'angelo. Studio attentamente ogni particolare della stanza per imprimerlo a fuoco nella mia testa, fino ad arrivare alla scultura. 

Esamino con cura l'espressione pacifica e beata dell'angelo, che è in grado di trasmettere un senso di calma e tranquillità a chiunque la osservi. 

'Come può una semplice riproduzione inanimata incidere così tanto sulle emozioni di una persona?' Mi chiedo soffermandomi sui lineamenti del volto che ormai ho riconosciuto. 

Mi apro in un sorriso non riuscendo minimamente ad immaginare il terrificante Lucifero sotto le nobili vesti di un tenero e pacifico biondo piumato. 

'Ma come diamine ho fatto a non riconoscerlo fin dal primo istante?' Mi domando osservando quei tratti completamente identici a quelli dell'attuale ma allo stesso tempo diversi. Piccole somiglianze, che ora per me sono così lampanti, ma che prima non sono stata in grado di riconoscere.

Per qualche istante mi lascio travolgere dalla tristezza, non riuscendo a comprendere come Dio abbia potuto decidere di annientare la dolce espressione del suo figlio prediletto, in favore di uno sguardo freddo, calcolatore, malvagio e privo di ogni sentimento.

Sospiro pesantemente scuotendo la testa prima di dire definitivamente addio a questo luogo intriso di tristezza e rabbia.

Con passo svelto percorro tutta la scalinata tornando nella piccola stanza spoglia; con passo deciso mi dirigo verso la porta, afferro la maniglia e con uno scatto la spalanco. Con un solo movimento esco fuori chiudendomi la porta alle spalle per poi poggiarmici contro.

Stanca chiudo gli occhi facendo diversi respiri profondi per placare il mio cuore e dare un attimo di tregua ai miei poveri polmoni.

<<Finalmente ti ho trovata! Si può sapere che fine avevi fatto? Ti sto cercando da ore!>> Sobbalzo spaventata sbarrando gli occhi portandomi una mano all'altezza del mio povero cuore che sta per collassare.

<<Cristo santo Kate! Mi hai fatto prendere un colpo!>> Esclamo con voce stridula lanciandole un'occhiata di fuoco, a cui risponde sollevando un sopracciglio con aria sarcastica. 

<<Oh ma davvero? Tu invece cosa credi di aver fatto? Mi sono girata tutto il Regno, come una disperata, per trovarti mentre tu eri qui, tranquillamente addormentata in mezzo ad un corridoio disperso nel nulla!>> Ribatte lei con voce dura facendomi aggrottare la fronte.

<<Io non stavo dormendo.>> Rispondo incrociando le braccia al petto, facendole emettere un gemito frustrato.

<<Non mi interessa se stavi dormendo oppure no! La situazione non cambia! Evita. Di. Sparire. All'improvviso. Sono stata chiara?!>> Mi urla contro facendomi paralizzare.

Guardians of the Elements: Infernum - Gli Eredi Del DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora