Capitolo 4

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4. Happy memories

«Fammi capire» Tania si mise a sedere di scatto nel letto e mi fissò dubbiosa «Tu hai incontrato quel figo stratosferico di ieri, lui ti ha chiesto di uscire e tu hai rifiutato?» alzò il tono di voce man mano che il suo discorso andava avanti

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«Fammi capire» Tania si mise a sedere di scatto nel letto e mi fissò dubbiosa «Tu hai incontrato quel figo stratosferico di ieri, lui ti ha chiesto di uscire e tu hai rifiutato?» alzò il tono di voce man mano che il suo discorso andava avanti.

«Sì» piagnucolai e mi coprii il volto con le mani.

Non so dire cosa mi stesse passando per la testa nel momento in cui avevo rifiutato l'invito di Travis, eppure fino a qualche attimo prima mi era sembrata la decisione giusta da prendere.

Forse perché i suoi modi di fare, il suo sorriso e il suo sguardo magnetico erano così simili a quelli dell'ultima persona che mi aveva rubato il cuore e poi me l'aveva distrutto con la sua assenza.

«Pensi ancora a quello?» alzò gli occhi al cielo la mia amica, stufa di tutte le volte in cui aveva sentito parlare di lui.

«Tu non puoi proprio giudicare» mi misi sulla difensiva e le puntai il dito contro.

«Io almeno con lui ci sono stata per davvero» mise le mani sui fianchi e mi guardò con aria di superiorità.

Non potei obiettare, non perché tra me e Hunter non fosse successo nulla, ma perché nessuno (oltre me, lui e Katy) sapeva che tra di noi ci fosse stato qualcosa, anche se qualcosa di effimero.

La nostra non era stata una relazione convenzionale, anzi tutto il contrario. Lui mi diceva di stargli lontano, ma io proprio non ci riuscivo e quando era andato via un pezzo del mio cuore era partito con lui.

Avrei tanto voluto rivederlo, solo per sapere se dopo ben due anni lui aveva ancora lo stesso effetto su di me oppure se l'avevo superata del tutto.

Non facevo altro che ripetermi che lui per me non aveva significato nulla, che non era stato nulla di speciale, qualcosa di breve e insignificante. Ma fino a quanto sarei stata capace di mentire a me stessa?

Sì, era stata una sola notte, ma una notte sola era bastata ad incidere ogni suo tocco sulla mia pelle. Anche in quel momento, se chiudevo gli occhi, potevo ancora sentire i mille brividi provocati dalla sua presenza.

«Cami, ma mi stai ascoltando?» urlò Tania, spazientita.

«No» ammisi.
Avrei potuto fingere, ma proprio non mi andava.

«Vabbè, lasciamo stare» sbuffò «Io ora mi vesto e vado a fare un giro, tu vieni?» si alzò dal letto con poca voglia e mi guardò con più dolcezza.

Mi ero promessa di non farmi influenzare dal passato, di essere una persona più spontanea e di non preoccuparmi delle probabili conseguenze. I miei buoni propositi sarebbero rimasti solo tali.

«No, preferisco disfare le valigie e mettere un po' in ordine» decisi «Tu quale parte dell'armadio vuoi?» le chiesi atona.

Non ero arrabbiata con lei, ero solo infastidita dai suoi modi irruenti. Era in momenti come quelli che mi mancava Kat: l'unica capace di sputarti la verità in faccia in modo gentile.

«Quella più grande, ovvio» mi fece un sorriso enorme e mi resi conto di non poter restare arrabbiata con la mia amica a lungo. Sarebbe stato come prendersela con una bambina.

«Sei incorreggibile» scossi il capo e alcune ciocche di capelli mi caddero davanti al viso. Avrei dovuto tagliarli, ma proprio non mi andava.

«Sei arrabbiata con me?» si attaccò alla mia schiena come un koala e si strinse alle mie spalle.

«Non potrei mai, T» le dissi sincera.

«Scusa se ti ho parlato in quel modo, ma non mi va che tu stia male per un coglione che non ti merita» si sporse per guardarmi negli occhi e io le stampai un bacio sulla guancia.

La capivo perfettamente perché era il mio stesso pensiero ogni volta che lei parlava di Mason. Un bravissimo ragazzo, per carità, ma un ragazzo senza palle.

«Ti voglio bene, falsa bionda»
«Anche io, bella bionda» fu la sua risposta.

Uscì dalla camera come un razzo per andare a fare la doccia. L'unica pecca della nostra stanza era proprio quella: non avevamo il bagno in camera, mentre quelle del piano superiore al nostro sì.
Dovevo ricordarmi di fare richiesta di cambiare stanza, se possibile.

Aprii Spotify e scelsi una playlist a caso, presi un respiro profondo e cominciai l'operazione di ordinare un po' le mie cose.

Mi piaceva l'ordine e odiavo non trovare le cose nel posto in cui le avevo lasciate.

Su questo io e Tania andavamo d'accordo. Guardandola nessuno avrebbe detto che quella ragazza fosse una mania dell'ordine e, invece, era così. Anche Kat era piuttosto ordinata, mentre Mia era un uragano vero e proprio: così come dove passava Attila le piante non crescevano più, dove passava Mia il disordine scompariva lasciando posto al caos più totale.

Ricordo che una volta, mentre eravamo in vacanza, eravamo uscite noi tre lasciando Mia da sola perché non le andava di venire a fare la spesa con noi. Inutile dire che quando tornammo, dopo solo un'ora, trovammo la cucina nel disordine più totale.

«Volevo fare i pancakes» era stata la sua giustificazione.

Al ricordo di quella giornata mi sfuggì una piccola risata, soprattutto per il modo in cui si era conclusa: Matt e Alex avevano deciso di raggiungerci e le loro ragazze non erano rimaste tanto contente; così, per punizione, li avevano lasciati dormire in giardino.

«Devono dimostrare che vogliono davvero passare del tempo con noi»

Il mattino seguente i due malcapitati si erano ritrovati il corpo ricoperti di morsi di zanzara e le fidanzate, non ancora soddisfatte, li avevano svegliati con dei secchi riempiti di acqua e ghiaccio.

Senza rendermene conto avevo già disfatto l'intera valigia. Posizionai la foto con le ragazze sul comodino e sorrisi ancora guardando le nostre espressioni allegre e spensierate.

Essendo persa nei miei pensieri sobbalzai quando bussarono alla porta.

Aprii senza nemmeno guardare chi fosse, certa che si trattasse di Tania che aveva dimenticato la sua chiave, ma rimasi sorpresa quando non vidi la mia amica finta bionda.

«Domani sera hai da fare?» mi chiese, sempre con quel suo sorriso impertinente.

Rimasi interdetta e non riuscii a pronunciare nemmeno una semplice sillaba.
Lo guardai ancora per qualche secondo, per poi scuotere la testa in segno di diniego.

»Spazio autrice
Incredibile, ma ho davvero pubblicato ahaah
Che ne pensate, vi sta piacendo?

A presto, vi adoro 🌹

Angel [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora