Capitolo 8

831 36 5
                                    

8. You knew it!

Era una settimana che evitavo Travis come se avesse avuto la peste

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Era una settimana che evitavo Travis come se avesse avuto la peste. Tutto mi sarei aspettato, tranne che la serata finisse in quel modo.

«Dovresti parlarci» mi ripeté Tania per l'ennesima volta.

Lei diceva che il mio era un comportamento da codarda, che stavo sbagliando a comportarmi in modo così scorretto nei suoi confronti perché non se lo meritava. Aveva ragione, ma il mio compito era tutelare me stessa.

«Per dirgli cosa?» scossi il capo e tornai a dedicarmi ai miei appunti di sociologia.

Comte, Durkheim e Marx erano meno complicati della mia vita da soap opera.

Non potevo restarmene a New York? Tutta colpa di Katy e di quella folle idea del mappamondo.

«Beh prima di tutto dovresti scusarti per essere scappata come se avessi appena visto un fantasma» mi consigliò. Si alzò dal letto e si sedette accanto a me. «Davvero, tesoro, non merita di essere trattato così» poggiò una mano sulla mia spalla.

Magari avessi visto un fantasma, sarebbe stato meno spaventoso. Avevo lottato tanto per ricominciare tutto da capo, non potevo lasciare che qualcuno rovinasse i miei piani.

Pensai al modo in cui mi aveva guardata, a come mi ero sentita e all'effetto che riusciva ancora ad avere su di me. «Non posso» scossi ancora la testa, decisa a chiudere quella questione per sempre.

«Non è questa la Cami che conosco» mi guardò delusa e uscì dalla nostra stanza come una furia.

Stavo deludendo la mia migliore amica, perfetto! E tutto per colpa sua.

Lanciai la penna sul foglio e sospirai rumorosamente.

Quante cazzo di possibilità ci fossero di incontrarlo a Los Angeles? Probabilmente lo 0,01%, eppure era successo.

L'unica cosa da fare in momenti del genere era porsi la fatidica domanda: cosa farebbe Katy?
Avrei tanto voluto paragonare la mia storia a quello di Kat e Alex, ma non avrebbe avuto senso. Alex era sempre stato innamorato della mia amica e non aveva mai guardato nessuna ragazza come guardava lei.

Improvvisamente mi sentii soffocare, la stanza cominciò a girare e l'ansia prese il sopravvento.

Aria, avevo bisogno d'aria.

Uscii dalla piccola stanza del campus per andare in giardino, dove, fortunatamente, vi erano poche persone. A quell'ora erano tutti impegnati a studiare, proprio come avrei dovuto fare io.

Cercai un angolo appartato, dove nessuno avrebbe potuto vedermi o sentire ciò che avevo da dire.

Mi sentivo un po' come Petrarca in "solo e pensoso", la poesia in cui racconta il suo tormentato stato d'animo.

Il poeta si nasconde perché ha paura che le persone possano capire la sua sofferenza e si nasconde persino da quel sentimento che tutti osannano: l'amore. Ovviamente, l'amore va ad infastidirlo anche nell'angolo più remoto del mondo.
Ecco, in quel momento vivevo la stessa angoscia, la stessa paura e la stessa vergogna.

Sospirai ancora, combattuta sul da farsi e, infine, presi il cellulare e composi il numero del mio adorato fratellino. Avevo bisogno di un parere maschile.

Di solito, per ottenere una risposta da parte sua, bisognava chiamarlo almeno un paio di volte; eppure, quel pomeriggio, mi rispose immediatamente.

«Hey, piccola Camille» rispose con tono allegro «Tutto bene?» chiese immediatamente, senza aspettare una mia risposta.

«Sto bene, tu?» mentii per non farlo preoccupare.

Non mi sentii in colpa, in quanto ero abituata a raccontare quella bugia ogni giorno, persino a me stessa.

«Ho litigato con Kat» sbuffò e potei immaginare la sua espressione corrucciata mentre si passava nervosamente la mano tra i capelli.

«Che hai fatto?» trattenni una leggera risata.
Quei due erano sempre stati il mio spasso e non poter più vedere i loro spettacolini mi rattristava.

«Io niente» si agitò «È lei che dà confidenza alle persone sbagliate» borbottò.

«Intendi dire che lei ha fatto amicizia con un ragazzo e tu hai fatto una delle tue scenate di gelosia?» chiesi divertita. Sapevo che chiamare Alex era la cosa giusta da fare per risollevarmi l'umore.

«Come cazzo hai fatto a capirlo? Anzi, non me lo dire, non voglio scoprire di essere una persona prevedibile» parlò a raffica facendomi sorridere.

Smisi di sorridere non appena ricordai l'ultima serata trascorsa con Travis.

«L'ho visto, Alex» dissi, senza fare nomi. Se l'avessi nominato allora sarebbe diventato più reale di quanto già non lo fosse.

«Porca puttana» imprecò «questo non doveva succedere» sussurrò ma, per sua sfortuna, riuscii a sentirlo ugualmente.

«Tu lo sapevi!» urlai e scattai in piedi, come se fossi stata colpita da una scossa elettrica.

Lui l'aveva sempre saputo, ecco perché non voleva che andassi a Los Angeles e perché era sempre così preoccupato quando lo chiamavo.
Lui lo sapeva, ma come?

«Sì, Cami lo sapevo dall'inizio» sbottò, come se la cosa lo infastidisse particolarmente.

«E perché non me l'hai mai detto?» chiesi, più infastidita di lui.

Aveva osato nascondermi una cosa importantissima, meritava tutto il mio astio.

«Non avrebbe fatto alcuna differenza» parlò a denti stretti, facendomi infuriare ulteriormente.

Stavo camminando avanti e indietro come un leone in gabbia. «Voglio incontrarlo» dissi senza pensarci.

«Non esiste» rise amaramente, prendendosi gioco di me.

«Me lo devi» strinsi il pugno e assunsi un tono che non ammetteva repliche.

«Non lascerò che tu ti faccia ancora del male, Camille» addolcì il tono e io abbandonai la mia rigida postura.

Si preoccupava per me e lo apprezzavo tanto, solo che io non avevo bisogno della sua protezione.

«Lo incontrerò, con o senza il tuo aiuto» affermai con convinzione.
Non gli lasciai diritto di replica e chiusi quell'estenuante chiamata.

Avevo bisogno di incontrarlo, in modo da chiudere quella questione una volta per tutte. Lo dovevo a me stessa.

Il telefono prese a squillare e sorrisi quando lessi il nome di Alex.

«E va bene, farò in modo che tu possa incontrare Hunter» sbuffò, mentre io sorridevo vittoriosa.
Avrei incontrato Hunter, perfetto.

Cazzo, avrei incontrato Hunter...

» Spazio autrice
Ve lo aspettavate? 😏
Anche se in ritardo, vi auguro un sereno 2019, spero che vi porti solo tante soddisfazioni e gioie ❤️

Vi adoro, sempre 🌹

Angel [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora