Capitolo 10

1.3K 46 15
                                    

10. Think about it

Erano le dieci di sera ed ero seduta sul letto a fissare un punto indefinito

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Erano le dieci di sera ed ero seduta sul letto a fissare un punto indefinito. Avrei dovuto ricopiare in modo ordinato gli appunti presi alla lezione di quel giorno, ma i miei pensieri non riuscivano ad allontanarsi da lui.

Odiavo lui perché si era fatto vivo in un momento della mia vita già abbastanza complicato.
Lo odiavo perché mi aveva fatto credere di essere speciale, di significare qualcosa per lui.
Lo odiavo perché non mi aveva dato la possibilità di conoscerlo a fondo.

Ancor di più odiavo me stessa.
Mi odiavo perché avevo fatto di tutto per incontrarlo mentre a lui non importava di me.
Mi odiavo perché gli avevo permesso di avere tutto quel potere su di me.
Mi odiavo perché sognavo i suoi occhi ogni notte, perché desideravo che quegli occhi guardassero solo me.

«Quindi la cotta per il bello e dannato ti è passata?» chiese Tania mentre era allo specchio, intenta ad arricciarsi i capelli.

No! «Ovvio, l'incontro serviva solo a togliermi tutti i dubbi» scrollai le spalle, sperando che l'argomento cadesse una volta per tutte.

In tre giorni mi aveva chiesto almeno una ventina di volte di Hunter e la cosa mi infastidiva non poco. La sua preoccupazione era comprensibile, ma non doveva starmi troppo addosso.

Le volevo un bene enorme eppure, alcune volte, mi veniva voglia di prenderla a schiaffi.

«Quindi adesso puoi finalmente smettere di nasconderti dietro i cespugli ogni volta che vedi Travis?» si girò nella mia direzione e mi guardò con sguardo accusatorio.

«Non mi nascondo dietro i cespugli» borbottai.

Abbassai lo sguardo e rigirai il cellulare tra le mani per il nervosismo.
Mi ero comportata da stronza con Trav e provavo un grande senso di vergogna. Non era da me evitare le persone o ignorarle, solo che, dopo aver scoperto che in qualche modo era collegato a Hunter, non mi fidavo molto di lui.

Non sapevo niente di lui, solo il nome e la scuola che frequenta, e avevo paura di rimanere delusa per l'ennesima volta.

Perché di Hunter cosa sai?
Mi accusò la mia coscienza.
Okay, non avevo giustificazioni. Dovevo rimediare e l'avrei fatto il giorno seguente.

Non dovevo per forza uscirci o cominciare una relazione con lui, bastava solo smettere di evitarlo come se avesse avuto una malattia contagiosa e, forse, saremmo potuti diventati amici.

«Sì, vabbè, raccontalo a chi non ti conosce da anni» alzò gli occhi al cielo e sbuffò.

Il suo comportamento mi infastidiva non poco, non poteva giudicare la mia vita o il mio modo di agire senza sapere come stavano realmente le cose.

«Senti, ma invece di pensare alla mia vita perché non ti preoccupi di quello che cerchi di nascondere a te stessa da giorni?» mi misi sulla difensiva. Il suo atteggiamento non mi stava piacendo per niente.

Faceva tanto la moralista quando si trattava di me e, invece, non appena incontrava Eric per i corridoi aumentava il passo e non lo degnava di uno sguardo.

«Ma chi ti credi di essere?» alzò la voce e cominciò a gesticolare «Io almeno ho un motivo reale per non fidarmi dei ragazzi, tu invece stai male solo perché uno qualsiasi non ti ha dato abbastanza attenzioni» parlò a vanvera, senza conoscere la realtà dei fatti.

«Se è questo che pensi di me perché mi hai seguita qui a Los Angeles e non sei rimasta a casa, eh?» mi alzai dal letto e mi avvicinai a lei.

La nostra leggera differenza di altezza ci permetteva di essere faccia a faccia, occhi negli occhi.
Nessuna delle due proferì parola, nessuna era intenzionata a distogliere lo sguardo e a darla vinta all'altra.

Nei suoi occhi riuscii a leggere tutta la rabbia che provava in quel momento, ma anche il dispiacere per la cattiveria delle mie parole. Non volevo essere dura con lei solo che, quando si trattava di Hunter, usciva fuori il peggio di me.

«Perché mi sono illusa che ci saremmo potute aiutare a vicenda» sorrise amaramente «Che stupida, eh?» assottigliò lo sguardo e riuscì a farmi sentire ancora più in colpa.

«Aiutarsi a vicenda non vuol dire inveire l'una contro l'altra» incrociai le braccia al petto, decisa a non dargliela vinta.

«Cazzo, Cami io mi preoccupo solo per te» urlò ancora, passandosi le mani nei capelli.

«Non ho bisogno che tu ti preoccupi per me, posso cavarmela anche da sola» utilizzai un tono indifferente per non darle la soddisfazione di vedermi perdere le staffe.

«Sì, l'ho notato» ribatté sarcastica.

Mi venne la voglia di tirarle uno ad uno i suoi capelli tinti ma, fortunatamente, una delle mie più grandi doti era sempre stato l'autocontrollo.

«Tania, che vuoi da me?» chiesi, esausta stanca della situazione. Non mi andava di litigare con lei, era l'unica cosa che mi restava della mia vita a New York.

«Niente» scosse la testa e si allontanò da me «Assolutamente niente» sorrise di sbieco, non degnandomi di uno sguardo.

Mi diede le spalle e cominciò a mettere in ordine la stanza, come se ci fosse stato veramente qualcosa fuori posto.

«Adesso non fare la bambina» la afferrai per il polso e lei si girò nella mia direzione.

«Io? Cami, davvero?» rise senza allegria «Ti rendi conto che non appena nomino quel tipo tu diventi una persona completamente diversa?» chiese retorica.

Non capiva, non riusciva a capire quale fosse il punto della questione.
Non ero arrabbiata perché lei nominava Hunter; ero arrabbiata perché lei si concentrava sui miei problemi per evitare i suoi e ciò non andava bene.

«Pensaci bene» le dissi semplicemente «Sono convinta che capirai qual è il vero problema» mollai la presa e posai l'outfit per il giorno dopo sul comodino.

«Forse non sarei dovuta venire qui con te» disse, facendomi mancare il respiro.

Non poteva averlo detto davvero, non poteva pensare a una cosa del genere dopo tutto quello che avevamo passato insieme nel corso degli anni.

La ignorai e uscii fuori da quella stanza, dove l'aria sembrò mancare improvvisamente.

Dove avevo sbagliato?
Cosa c'era di sbagliato in me?
Ero io il problema o gli altri?

» Spazio autrice
Ho cercato di aggiornare il prima possibile, infatti il capitolo non è un granché 🙍🏼‍♀️

Voi da che parte state? Di Tania o di Cami?

A presto, vi adoro 🌹

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 04, 2019 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Angel [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora