Eravamo fuori dal ristorante, Tristan sembrava stare per esplodere ma, in realtà, ero io che gli avrei urlato contro.
"Brutto pezzo di merda!" gridai di colpo, tirando un pugno al suo petto, con entrambe le mani.
"Calmati ragazzina, non è questo il modo di iniziare una conversazione civile" rispose infastidito, ma mai quanto lo fossi stata io.
"Mi hai seguito, tu mi hai seguito e pensi che ci andrò piano? Oh no, ti sbagli di grosso" schiamazzai ancora.
"Consideralo un pareggio per quello che hai fatto l'altra volta" rispose con tutta la calma del mondo.
"Questo non...non...non ha il minimo senso! Non è mica una gara!" mi difesi balbettando; avevo sbagliato anche io e negarlo mi risultava difficile.
"Sarebbe tutto più facile se ti lasciassi aiutare. Quel ragazzo era uno della lista, vero? Io ero il numero uno e lui il due."
Tristan si avvicinò a me, che indietreggiai subito; ero troppo arrabbiata e non sapevo più controllare le mie emozioni, in modo tale da scacciarle e comportarmi in modo razionale.
"Te lo ripeto un'ultima volta: tu non farai parte di tutto questo, a meno che non mi dica perché hai bloccato Lauren e cosa c'entrano le corse illegali" mi espressi con fermezza; doveva dirmi la verità, prima che riprendessi a urlare.
"Stai facendo ancora questo gioco..."
Gli venne da sorridere, quasi con compiacimento.
"Non è un gioco, è che non mi fido di te" risposi, mentre reggevo, fallendo miseramente, il suo sguardo minaccioso.
"Quel tipo, dimmi se aveva una relazione con Lauren" mi pregò all'improvviso, già sul procinto di perdere la calma che aveva mantenuto fino a poco prima.
"Anche se fosse, non te lo direi mai."
"La metti così? Bene, allora lo scoprirò da solo."
Tristan si diresse alla porta d'ingresso del ristorante; capì subito che fosse una pessima idea. Dovevo fermarlo o si sarebbe messo nei guai.
Corsi davanti a lui e gli bloccai il passaggio.
"Fermo! Non è il caso."
"Che c'è? Ora hai paura per me? Ora ti preoccupi?" chiese ridendo con amarezza.
"Ma perché non lo capisci? Non lo vedi che sto cercando di tenerti fuori dai casini?"
"E tu non vedi che sto facendo lo stesso con te?" alzò la voce.
Lo guardai più intensamente, in modo tale da capire cosa stesse cercando di dirmi per davvero, ma fu inutile; Tristan era indecifrabile.
"Noi due siamo uniti, per quanto ci dia fastidio o odiamo l'idea di stare vicini, non possiamo evitarlo; devi imparare a fidarti di me" asserì, quella volta con fare sincero.
Anche se pensavo stesse dicendo la verità, non riuscivo a fidarmi di un tipo come lui. Tristan mi provocava, mi sfidava continuamente e voleva avere ragione, a qualsiasi costo, però meritava di sapere almeno una parte della storia.
"Non avevano una relazione" rivelai.
Tristan ne sembrò sollevato; mi fu chiaro che provasse ancora qualcosa per Lauren. Dovetti ignorare la morsa nel mio stomaco, distogliendo lo sguardo da lui, mordendomi il labbro.
"Ora dimmi tutto il resto; che altro hai scoperto?" chiese.
"Nei tuoi sogni, Tristan; tu non saprai nulla."
Mi allontanai da lui, reprimendo la gelosia che non avrei dovuto, in nessun modo, provare.
Lo sguardo di Tristan era ancora puntato su di me; io camminavo verso la mia auto.
"Matt non sa che sono qui, non ti devi preoccupare per lui" mi richiamò e, in un certo senso, ne fui felice; non volevo mi lasciasse andare in quel modo.
"Ok" risposi solamente, guardandolo un'ultima volta; la sua espressione era spenta e triste, ma me ne andai comunque, lasciandolo solo.L'appuntamento con Drake era finito nel peggiore dei modi, ma non mi sorprese affatto; ultimamente non riuscivo ad ottenere nulla di concreto.
Nonostante avessi chiamato gli ultimi due ragazzi della lista, nessuno di loro mi aveva risposto, quindi mi trovavo a un punto morto.
Non mi restava che controllare le altre conversazioni, ma non furono così interessanti; Lauren non faceva altro che lamentarsi di tutto e con tutti.
Una delle conversazioni mi incuriosì più delle altre, però:
era quella con Amy, che le mandava quasi sempre messaggi di invito in chiesa, forse sotto ordine dei genitori.
Amy odiava Lauren, ma non credevo potesse farle del male; era solo una stronza con manie di protagonismo, nulla di più.
"Ma dove sei finita, Lauren?" chiesi parlando tra me e me; iniziavo ad avere sonno e stavo per crollare con la testa sul mio cellulare.
Ero pronta a mettermi a letto ma Debra urlò, al piano di sotto: "Devo vedermi di nuovo con Jessica, non puoi impedirmelo!"
"Ma è da giorni che esci tutte le sere, non so dove vai, o cosa combini; perché non inviti la tua amica a cena?" rispose zio Josh.
Uscì dalla camera e scesi le scale, per ascoltare la conversazione.
"Perché magari non voglio che veda con che razza di stronzi vivo: tu non ci sei mai e Hailey tratta male tutti" ribattè Debra; fu capace di offendermi, sorprendentemente. Il mio modo di ragionare, di vedere la vita, era cambiato a dismisura, a causa di Lauren.
"Ma che sta succedendo?" intervenni.
Debra si voltò a guardarmi e si portò una mano lungo il fianco.
"Succede che lo zio non accetta che io abbia una vita e vuole tenermi chiusa in casa, come Raperonzolo" rispose freneticamente.
Guardai zio Josh, tanto attonito da farmi presupporre che non stesse capendo nulla.
"Le ho solo chiesto perché stesse uscendo tutte le sere, ha quattordici" anni e sono preoccupato per lei" affermò sconfortato.
"Hailey usciva sempre alla mia età, che c'è? Lei ha più privilegi perché è la maggiore?" continuò a urlare Debra.
Gestire un'adolescente impazzita era l'ultima cosa che avrei immaginato di dover fare quella sera, in seguito alla litigata con Tristan e Drake.
"Zio Josh ha ragione, è strano che sei sempre fuori, e poi non ci dici dove vai..." dichiarai, ormai sicura che Debra avesse dei segreti.
"Non ci posso credere! Anche tu mi tratti come una bambina? Dovresti essere dalla mia parte!" strepitò; la sua voce si stava spezzando e diventava sempre più rauca.
"Sono dalla parte di chi ha ragione."
"Oh mio Dio! Vi odio, vi odio così tanto; non vi voglio vedere mai più!" Debra corse al piano di sopra, in lacrime.
Era stravolta e capirne il motivo sarebbe stato come cercare un ago in un pagliaio, totalmente inutile e una sofferenza agonizzante.
"Ah, devo andare a lavorare, oggi ho...ho tanto da fare" disse zio Josh, massaggiandosi una tempia con fare stanco.
"Ah sì? Vai a lavorare dopo quello che è successo?" chiesi basita.
"Sì, Hailey, vado a lavorare, perché sono un adulto ed è quello che si fa alla mia età, un giorno magari lo capirai."
Mi sorpassò, con un velo di rabbia, e si diresse nel suo studio, camminando rapidamente.
La giornata continuava a peggiorare e non riconoscevo più nessun membro della mia famiglia; se anche Debra si fosse allontanata da me, sarei rimasta completamente sola in casa, senza nessuno che mi capisse davvero.
Realizzai che, nonostante la rabbia che nutrivo nei suoi confronti, avevo bisogno di vedere il mio ragazzo, la persona che mi aveva già guardato le spalle più volte, e decisi di mettere il rancore da parte e di andare a trovarlo a casa.
Superai il vialetto e, appena misi un piede sulla strada, una macchina mi passò accanto, rischiando di investirmi.
"Ma che problemi hai?" urlai sgomenta.
Il ragazzo alla guida rise, mostrandomi uno sguardo malizioso indimenticabile.
"Tu, ovviamente, chi altri avrebbe potuto cercare di uccidermi?" domandai rivolgendomi a Spencer, contrariata.
"Scusa Hailey, non ti avevo vista, è che sai? Le tipe come te non le guardo, non sei abbastanza...formosa" disse ridendo a singhiozzi, asciugandosi la fronte sudata con il gomito.
"Ma stai guidando da ubriaco?" chiesi affacciandomi al finestrino abbassato.
"Sì, perché? Sono un vero mago delle macchine, vuoi vedere?" sorrise furbamente, inquietandomi.
"Sta buono, scendi dalla macchina" gli ordinai, aprendo lo sportello del guidatore.
"Ma che vuoi? Lasciami in pace, mi sto solo godendo la vita!" rispose, mangiandosi ogni singola parola.
"Non potrai godertela più se diventerai un tutt'uno con l'asfalto. Ora scendi."
Lo aiutai a scendere, mentre rideva e si dimenava.
"Kathy, lei non sarebbe fiera di me, vuole che io sia una persona migliore" sostenne angosciato.
L'aiutai a sedersi sul vialetto di casa mia.
"Magari dovresti darle retta" replicai, controllando che addosso non avesse anche della droga.
"Non mi toccare, mi fai il solletico!"
Si divoncolò, scoppiando a ridere fragorosamente.
Lo guardai divertita, poi smisi di toccarlo.
Spencer restò in silenzio, si guardò intorno e, respirando più velocemente, affermò: "Ho fatto una cazzata" con tono nervoso.
"Già, ho notato" risposi.
"No, non parlo di bere...anche quella è una cazzata ma...ma io mi riferisco a Lauren."
Sbiancai; cosa avrebbe mai dovuto c'entrare Lauren in quella faccenda?
"In che senso?" domandai; la mia voce, purtroppo, risultò tremante.
"Ci sono andato a letto, una volta, e poi ho messo le sue foto senza vestiti su tutti i social."
I ricordi tornarono presto a farmi visita:
Era successo l'anno prima, le foto di Lauren erano ovunque e tutti ridevano di lei, dandole della puttana, ma non avevo idea che ci fosse Spencer dietro quella storia.
"Ora è scomparsa e non le ho nemmeno chiesto scusa, e forse non potrò mai farlo; è uno schifo, mi sento una merda."
Avrei giurato che stesse per mettersi a piangere; non avrei mai immaginato di vedere Spencer ridotto così male, per Lauren, tra l'altro.
"Sì, sei proprio una merda" risposi con rancore; aveva condiviso quelle foto, si era preso gioco di una ragazza, usandola solo per il sesso, e odiavo Spencer per altri mille motivi.
"Ma avrai l'occasione di chiederle scusa, te lo prometto; tu rivedrai Lauren e le dirai che ti dispiace, perché la troveranno, loro la troveranno..." continuai, parlando in maniera più pacata, lasciando che la rabbia si affievolisse un po'. Ero sicura che avrebbero trovato Lauren, dovevo esserlo, anche per me stessa.
"Perché mi dici queste cose? Credevo mi odiassi" rispose Spencer flebilmente.
"Ti odio, infatti, ma sei comunque un ubriaco ridotto da schifo; provo più pena in questo momento."
Lo feci ridere, ma solo perché non era in grado di capire cosa gli stessi dicendo davvero.
"Fanculo, Hailey" mi insultò bonariamente.
"Fanculo" ripeté ancora, dopo vomitò, proprio sul mio vialetto.
Spalancai la bocca e, per un secondo, pensai di voler vomitare anche io, ma non accadde; sarebbe stato un bel problema.
Spencer era un vero idiota e aveva sporcato il mio vialetto, ma lo avrei comunque riportato a casa; non volevo averlo sulla coscienza.
Scoprire che era stato lui a mettere quelle foto online mi fece pensare e mi ricordai anche della notte di Halloween, quando stava nascondendo qualcosa nella sua auto.
La lista di possibili sospetti si allungava ogni giorno e io mi trovavo nel mezzo, a lottare per scoprire chi, oltre me, stesse cercando Lauren, per farle del male.Suonai il campanello della residenza Carter; qualcuno venne ad aprire quasi subito, per fortuna era Matt.
"Hailey, ciao" disse, forse sorpreso di vedermi.
"Matt..." risposi, guardandolo con tutta l'angoscia che provavo.
Il suo sguardo puntato su di me mi faceva sentire così vulnerabile ed esposta che mi sarei anche messa a piangere tra le sue braccia.
Matt comprese di cosa avessi bisogno e mi strinse in un abbraccio, che ricambiai senza esitare, godendomelo appieno.
"Non ti preoccupare, va tutto bene" disse, baciandomi sulla testa e tra i capelli.
Matt era in grado di trasmettermi un'immensa sensazioni di pace, di farmi sentire protetta.
Il mio sguardo incontrò quello di Tristan, in piedi di fronte al divano, che ci guardava con irritazione.
Non avrebbe dovuto interessarmi, lui sapeva che volevo Matt, che era l'unica persona che mi sarebbe mai piaciuta.
"Vedo che c'è stato un riavvicinamento, che carini che siete." Tristan battè le mani e Matt smise di abbracciarmi, voltando lo sguardo verso suo fratello, esausto.
"Dimentichi forse che la ragazza ci ha minacciato e vuole ancora farlo?" aggiunse Tristan.
"Forse dovremmo coinvolgerla, infondo se l'è cavata alla gara" replicò Matt; sorrisi radiosa.
"No, te lo scordi! Nessuna ragazza deve più entrare in questa merda..." rispose Tristan; un'idea malsana prese vita nei miei pensieri altrettanto inquietanti:
Lauren sapeva forse delle corse illegali?
"Non sarai tu a decidere" mi opposi.
"Nemmeno tu perché, se non ti è chiaro, Hailey...tu non sei nessuno, e per me non vali niente."
Nascosi, al meglio che potevo, quanto male mi avesse fatto la freddezza di Tristan, la sua brutalità glaciale.
"Vattene, prima che ti spacchi la faccia" disse Matt furente.
"Volentieri" rispose Tristan; mi guardò fieramente e se ne andò, rilassato.
"Lo odio" asserì spazientita.
"Allora stagli lontano, è meglio per tutti; non avvicinarti a lui."
Matt non poteva chiedermi una cosa simile, avevo un nuovo obiettivo: scoprire se Lauren sapesse delle corse illegali; a quel punto niente mi avrebbe fermata.
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Inside My Mind (Un Nuovo Inizio)
Teen FictionIN REVISIONE Hailey aveva solo un obiettivo per il suo terzo anno di liceo: farsi notare per chi era davvero e distaccarsi dall'immagine della sua migliore amica Becca. Se le avessero detto che in una sola notte avrebbe baciato uno sconosciuto, sar...