Ero seduta su Tristan, che mi guardava con quel sorrisino ancora stampato in volto, malizioso e compiaciuto.
Cercavo di metabolizzare, volevo trovare una spiegazione plausibile a quello che stava succedendo, ma non fu facile.
"Tu sei il ragazzo numero uno?" chiesi sbigottita.
"Cosa?" rispose accigliandosi.
"Sì, sei tu, tu sei il ragazzo con cui Lauren si sentiva!"
Non avevo alcun dubbio, ecco perché parlavo con tutta quella convinzione.
"E tu sei la ragazza che le ha rubato il cellulare" disse rabbuiando.
"Non è così, cioè, in parte sì, ma non l'ho rubato, lei me l'ha lasciato" parlai nervosamente.
Tristan non sembrò capire, continuava a guardarmi in preda alla confusione.
"Perché mi guardi così? Ti ho beccato, non hai più scampo!" dissi.
"Beh, forse non l'hai notato ma sei ancora sopra di me" rispose; gli lanciai un'occhiataccia.
"Non che mi dispiaccia, ma sai... frequento con la tua migliore amica, non è carino da parte tua provarci in questo modo" aggiunse e in quel momento l'avrei volentieri preso a schiaffi, di nuovo.
Mi alzai in piedi e Tristan fece lo stesso, sistemandosi la giacca.
"Ora mi dovrai dire tutto su Lauren, non puoi scappare" affermai guardandolo risoluta.
"E perché dovrei dirlo proprio a te?" chiese ridendo, convinto che nulla potesse smuoverlo.
"Semplice: perché Lauren ha lasciato a me la sua roba e mi ha chiesto aiuto."
Tristan vacillò, arrabbiandosi.
"No, non è possibile, lei non avrebbe mai chiesto aiuto a te, non ti conosceva nemmeno!" rispose.
"E fammi capire, avrebbe dovuto chiederlo a te? Al ragazzo che in rubrica non ha salvato nemmeno con il suo vero nome? Eri solo un numero per lei."
Tristan mi guardò, trucidandomi con un'occhiata diabolica; stava impazzendo, ne ero certa.
"Non ero solo un numero..." dichiarò con voce più debole; quasi non lo sentì.
"Come?" chiesi.
"Ho detto che non ero solo un cazzo di numero!" ripeté, con più rabbia quella volta.
"Noi due stavamo insieme" disse poi, spiazzandomi.
Mi sarei aspettata tutto ma non ciò che mi aveva appena detto, che lui e Lauren avessero davvero una storia.
Dopo poco Tristan si decide a spiegarmi le sue parole: "L'ho incontrata a Seattle, era lì con la sua famiglia, ci siamo piaciuti subito, ricordo ancora tutto, la gente pensava che fosse una poco di buono ma nessuno la conosceva come me, lei era molto di più."
Camminavamo verso il Madison Square Garden.
Lo ascoltavo; vedere come ci tenesse a lei mi faceva sentire spossata, non riuscivo ancora a crederci.
"E poi? È tornata a Manhattan e avete chiuso?" domandai.
"No, quando è tornata qui abbiamo continuato a vederci, anche se di nascosto, non voleva che la sua famiglia sapesse di noi, diceva che erano iper protettivi. Mi chiamava spesso, mi raccontava di come la trattassero male in quella casa, e dei suoi sospetti..."
Lo guardai incuriosita.
"Sospetti? Che genere di sospetti?"
"Vuoi sapere proprio tutto eh?" rispose ridacchiando, molto più rilassato di prima.
"Non hai ancora capito, se devo aiutare quella ragazza ho bisogno che tu mi dica ogni cosa."
"Ok, se proprio ti interessa: Lauren credeva di essere stata adottata."
Smisi di camminare, irrigidendomi.
Se Lauren credeva davvero di non essere la figlia biologica dei suoi genitori, forse era scappata per quello.
"Era solo un sospetto, però, non mi ha mai confermato che fosse così, ma io volevo aiutarla, in qualche modo...avrei dovuto starle più vicino" continuò, rammaricato.
"Lei ti piaceva sul serio, vero?" chiesi e lui sospirò profondamente.
"Era la mia ragazza, e io l'avevo abbandonata per uscire con i miei amici e fare casino come un perfetto idiota; in fondo lo faccio sempre" rispose, deluso, in modo sorprendente.
Non mi fidavo delle sue parole; Lauren aveva paura di qualcuno e quella persona avrebbe potuto essere anche Tristan.
"Almeno adesso so che è ancora viva" disse, più sollevato.
"Già, ma non puoi aiutarmi a cercarla, nessuno deve sapere dove si trova" risposi.
"E perché? Stiamo parlando della ragazza con cui stavo" ribattè.
"Perché ti ha salvato in una lista di altri ragazzi e tu hai bloccato il suo contatto; non mi posso fidare di te, potresti farle del male."
Tristan mi guardò furioso, poi strinse un pugno.
"Non le farei mai del male, come puoi anche solo pensarlo?"
Per poco non urlò.
Avevo più di un motivo per pensare che Tristan fosse pericoloso, dopo tutte le cose che aveva fatto fino a quel momento.
Però lo vedevo, vedevo quanto fosse preoccupato per Lauren.
"Mi dispiace ma tu ne starai fuori" dissi, allontanandomi da lui.
"Non farmi questo, ho bisogno di sapere, devo trovarla anche io!" iniziò ad alzare il tono della voce.
"Allora dimmi se sai qualcosa dell'incendio, se sai chi ha sparato, o se c'entri tu in tutto questo."
Tristan non rispose subito, sembrava starci riflettendo, e ciò fece nascere altri sospetti in me.
"Lo sapevo, tu c'entri qualcosa!" dissi.
"Ti sbagli, che motivo avrei avuto di aiutarla a scappare se la volevo vicino a me?" rispose indispettito.
"Beh, ricordo che quella sera tu eri sparito, poi sei comparso dal nulla durante l'incendio."
"Ho rischiato la vita anche io, questo te lo ricordi?"
Aveva ragione, non poteva essere stato lui, voleva perfino sacrificarsi.
Tristan nascondeva qualcosa ma non riguardava l'incendio, c'era molto di più da scoprire, e io l'avrei fatto, a tutti i costi.
"Che cosa nascondi Tristan?" chiesi, mostrando sicurezza e una calma apparente.
Lui mi guardò con la solita intensità, poi si avvicinò a me di qualche passo, fino a far quasi scontrare i nostri nasi.
"E tu Hailey, che cosa nascondi?" domandò con fare provocatorio.
"No, non farai questo gioco con me" risposi.
"Lo sto già facendo, da più di un mese ormai, e lo sai bene."
Le sue parole erano fin troppo vere; mi sentì sopraffare dalla rabbia.
"Quando mi dirai la verità ne riparleremo, fino a quel momento...considerati fuori dalla faccenda" dissi sicura di me, decidendo di non mostrarmi debole.
Tristan si limitò a guardarmi con un'espressione dura in volto.
Dopo pochi secondi mi allontanai nuovamente da lui e presi a camminare; volevo andare via, anche se non avevo scoperto nulla, a parte che Tristan avesse davvero dei segreti, forse peggiori di quanto mi aspettassi.
Raccontai tutto a Matt, che non rimase sorpreso; sapeva bene che persona fosse suo fratello, ma di sicuro era deluso da lui, per non essere stato sincero.
"Andrà tutto bene" continuavo a ripetermi, mentre l'acqua calda bagnava il mio corpo, dandomi una sensazione di benessere.
Non riuscivo a togliermi dalla testa la conversazione con Tristan, continuava a ripetersi nella mia mente e la rabbia mi stava divorando.
Lauren ci teneva a lui? Mi chiedevo perché non l"avesse salvato in rubrica con il suo vero nome, se erano così uniti come diceva Tristan.
Qualcosa non quadrava, era decisamente così, ma come avrei fatto a scoprirlo? Quel ragazzo non avrebbe mai parlato di sua spontanea volontà.
Il mio cellulare squillò poco dopo, così dovetti allungare la mano verso il mobile dietro alla vasca per prenderlo, bagnando il pavimento.
"Che disastro!" dissi, prima di rispondere, maledicendo chiunque mi avesse chiamata proprio in quel momento.
"Pronto" risposi seccata.
"Ciao troietta" mi salutò Becca.
"Becca, che cosa c'è?" chiesi scocciata; non parlavamo da giorni e non avevo voglia di discutere ancora con lei.
"Nulla, volevo solo sapere se ti fosse passata la rabbia, e se domani hai qualche impegno" disse con tono tranquillo.
"Non so, dovrei essere ancora arrabbiata?" domandai, giocando con la schiuma.
"No, non devi, perché sto per darti la notizia del secolo."
Potei immaginarla sorridere.
"Sentiamo" risposi, sapendo già che non sarebbe stato nulla di rilevante.
"Domani sera non uscirò da sola con Tristan, ma abbiamo deciso di uscire in quattro."
"E allora?"
"Certo che stai diventata più stupida da quando stai con Matt" replicò esasperata.
Evitai di mandarla a quel paese e sospirai.
"Non capisci proprio? Sarai tu a venire con me, insieme al tuo ragazzo" aggiunse, e per poco il cellulare non mi cadde nella vasca.
"Cosa? No, non ho intenzione di farlo!" risposi prontamente.
"E perché no? Si esce in quattro, si va al cinema, ci si bacia e mi fai da spalla, nel caso dovesse andare male" propose entusiasta.
"Puoi portare la tua nuova amica, Kathy ne sarebbe contenta, e poi è fidanzata anche lei" dissi; volevo evitare di ritrovarmi in una situazione simile, sarebbe stato troppo imbarazzante.
"Ma io non voglio Kathy, voglio la mia stronza preferita, ovvero tu" andò avanti imperterrita.
"Non credo sia una buona idea, io e Tristan non andiamo d'accordo, ci sarebbe solo tensione, e non voglio rovinare la vostra storia d'amore."
"Di quale storia d'amore parli? Quel ragazzo è solo figo, una volta andata a letto con lui non lo cercherò nemmeno più."
Come mi aspettavo, a Becca non importava nulla di Tristan, e a me non importava di come sarebbe andata a finire; non era un mio problema.
"Becca, non lo so..."
"Detto onestamente, chi se ne frega? Io ti voglio con me e non puoi rifiutare. Domani sera alle 20:00 tu e Matt verrete alla cena, che ti piaccia o no."
Il suo era un vero e proprio ordine.
Stavo per dirle di no ma qualcosa mi bloccò:
quella era un'occasione per me, avrei di nuovo parlato con Tristan e mi sarei fatta dire tutto riguardo lui e Lauren. Era un piano perfetto.
"Sai che ti dico? Ok, accetto" dissi sorridendo scaltra.
"Vedi, a volte fai delle scelte intelligenti" rispose e io accennai una risata.
"Ti adoro, ciao troietta" disse poi, allegramente.
"Ciao Becca" risposi, prima che chiudesse la chiamata.
Non stavo più nella pelle, sarebbe andato tutto per il verso giusto e io avrei ottenuto delle risposte, quindi ero tranquilla.
Lo ero ma non sapevo cosa mi aspettasse davvero e in quanti nuovi guai stessi per cacciarmi.
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Inside My Mind (Un Nuovo Inizio)
Ficțiune adolescențiIN REVISIONE Hailey aveva solo un obiettivo per il suo terzo anno di liceo: farsi notare per chi era davvero e distaccarsi dall'immagine della sua migliore amica Becca. Se le avessero detto che in una sola notte avrebbe baciato uno sconosciuto, sar...