- A volte mi viene quasi da pensare che forse... Se io sparissi, o se non fossi addirittura mai nato, starebbero tutti meglio. -
Subito dopo aver detto ciò, il bambino sobbalzò e cacciò un piccolo urlo nel sentirsi arrivare in testa uno scappellotto improvviso.
- Ma sei scemo o cosa? - Sbottò la corvina osservandolo con uno sguardo pieno di rimprovero, affatto intenzionata a scusarsi per il colpo che gli aveva appena dato. - Dillo un'altra volta e te ne arriva un altro! -
- Perchè? - Replicò lui. - È la verità. Mia nonna ha perso quasi tutte le sue amiche quando hanno scoperto dell'incidente e serve forse che ti ricordi che in quell'incendio ci sono rimaste ferite due persone e sono morti chissà quanti animali? -
- Non sai neanche se sei stato tu a farlo scoppiare. - Replicò lei storcendo il naso. - E se anche fosse, comunque non l'hai fatto apposta. -
- Ma... -
- Pensa a Zack, Jacob, Ethan e Mathis. -
Se ne uscì lei tutto d'un tratto.
- Eh? - Replicò lui allibito. - Che c'entrano adesso loro? -
- Se non avessero te, la loro vita sarebbe infinitamente più noiosa. -
Fu la risposta pronta della bambina.
- Wow, sono il passatempo preferito di quattro bulli, questa sì che è una soddisfazione. -
Commentò lui sarcastico.
- Sempre meglio di niente. - Ribattè la corvina con un'alzata di spalle. - E se loro proprio non ti vanno bene, allora pensa a te stesso e basta. Se lo si fa con moderazione, essere egoisti non è affatto una brutta cosa, me l'ha detto la mamma qualche settimana fa. -
Lui inarcò le sopracciglia e le rivolse uno sguardo eloquente, come a chiederle se davvero credesse che lui potesse esserne capace.
A quel punto la bambina alzò gli occhi al cielo con uno sbuffo, quindi gli porse la mano.- Sono la tua migliore amica? -
- Eh? - Replicò lui, preso alla sprovvista, osservando interdetto la mano che gli stava porgendo. - Beh, credo... Insomma, ci conosciamo da poco, ma non è che tu abbia chissà quanta concorrenza... -
- Lo prenderò per un sì. - Decise lei annuendo seccamente con il capo, quindi: - Pensi che potrei riuscire a diventare la tua ragione di vita? - Nel vedere lo sguardo impanicato del bambino, lei sorrise divertita, quindi, senza aspettare una risposta, continuò: - Tu sei già sulla buona strada per diventare la mia. Stringi la mano se la tua risposta è sì. -
Dopo un attimo di esitazione, il bambino chinò imbarazzato il capo verso terra e strinse la sua mano.
- Ottimo. Allora abbiamo stretto un patto. - Sorrise lei. - Ora a nessuno di noi due è concesso morire di propria iniziativa, chiaro? -
- E se uno di noi infrangesse il patto? -
Chiese il bambino, osservandola con uno sguardo pieno di apprensione.
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Little Me
FantasyIn un piccolo paese nella regione di Ontario, in Canada, vive Dominik Pelletier, un sedicenne emarginato dalla società, tanto dai coetanei quanto dagli adulti, e che venne accusato, quando aveva solo dieci anni, di aver appiccato fuoco all'immensa f...