15 marzo

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15 marzo 2018

Ho aperto gli occhi cinque minuti fa, e come prima cosa ho visto il viso addormentato di Chanyeol; appoggiato malamente su un cuscino e con la testa piegata verso destra, in un'espressione serena e le labbra così rosse che mi sono dovuta trattenere dal baciarlo per non svegliarlo.
Mi sento molto meglio rispetto a ieri sera, quando quasi deliravo per la febbre, e sto cercando di ricordare perché mi sono svegliata con la testa sul petto di Chanyeol. Mi batte fortissimo il cuore e temo lo possa sentire pure lui;  svegliandomi trovandomelo accanto senza che ricordassi la sua presenza mi ha destabilizzata parecchio, e così sono sgattaiolata da sotto il suo braccio e mi sono seduta alla scrivania, davanti l'agenda. Devo scrivere di ieri sera e fare mente locale, mentre il suono del respiro calmo di Chanyeol accompagna quello impercettibile della penna che scrive.
Ieri mattina mi sono svegliata così fiacca e spossata che nessuna medicina ha avuto effetto e, da brava irresponsabile che sono, non volendo perdere le lezioni all'università, sono comunque uscita nel clima ancora freddo e umido che tanto mi fa male.
Quando Chanyeol mi ha sentita al telefono ha capito subito come stavo, e la conversazione non è finita bene.
Lui è arrivato a innervosirsi perché nonostante stessi così male sono comunque uscita, e io mi sono arrabbiata perché lui si è arrabbiato, e dopo che ci siamo chiusi il telefono in faccia ho passato la giornata tesa e nervosa.
Verso le sei le lezioni erano finite e io mi sentivo così male da non riuscire a guidare; non mi reggevo in piedi e dei brividi da pelle d'oca mi passavano per il corpo.
Io, orgogliosa come sempre, non ho chiesto aiuto a Chanyeol perché uno, gli avrei dato ragione, e due, non volevo che mollasse il lavoro per venire da me, visto che l'avrebbe fatto. Un collega con cui ci scambiamo gli appunti di tanto in tanto è stato così gentile da accompagnarmi fino a casa, e si è dovuto pure sorbire la mia scenata al telefono con quello stupido di Chanyeol che era arrivato in facoltà a prendermi e io invece me n'ero appena andata. Quando gli ho detto che un collega mi stava accompagnando lui si è zittito; abbiamo chiuso la chiamata e io già pensavo alla litigata e mi chiedevo con quali forze avrei dovuti affrontarla se neanche mi reggevo in piedi.
Quando sono arrivata a casa, la sua macchina era ppena arrivata nel vialetto, e quando è sceso ha sbattuto lo sportello dietro di sé in un'espressione alquanto eloquente.
Mi è venuto incontro e appoggiandomi la mano sulla fronte ha sospirato profondamente. Ha ringraziato cordialmente il mio collega e mi ha aiutata ad entrare, senza dire niente. Io non riuscivo a muovermi, quasi; un freddo lacerante mi era arrivato fin dentro le ossa e la testa mi girava dicendomi: 'siediti che tra poco svieni'.
Lui senza dir nulla mi ha aiutata a spogliarmi, e mi ha messa sotto le coperte misurandomi la febbre.
Io praticamente avevo cominciato a piangere per la stanchezza e il nervosismo, come una bambina piccola che sta male e non si sa prendere cura di se stessa. "Smettila di essere incazzato", gli ho detto guardandolo dal basso mentre lui fissava contrariato il termometro.
"Hai trentanove e mezzo. Già ieri sera stavi male, mi avevi promesso che oggi ti saresti riposata, e invece no. Questo solo per la tua mania di dover riuscire a fare tutto e di sfinirti pur di dare sempre il massimo"
"Non è poi così grave..."
Era la prima volta che avevo la febbre così alta.
"Non mi hai neppure chiamato sapendo che non riuscivi a guidare"
"Non volevo che lasciassi il lavoro per me"
Lui ha sbuffato e poi mi ha guardato canzonatorio. "Sono stato tutto il giorno preoccupato per te. E vederti stare così male è un'agonia, ci credi?"
Io ho fatto un sorriso stanco con gli occhi lucidi per il pianto e per la febbre. "È solo un po' d'influenza"
Lui, ormai scomparsa qualsiasi traccia di nervosismo, mi ha accarezzato il viso e mi ha baciato la fronte. "Sono così perso per te che certe volte la cosa mi spaventa..." Ma stava parlando più a se stesso che a me. Assorto nei pensieri con la fronte aggrottata. Io stavo quasi per addormentarmi, non credo sappia che me lo ricordo. È stampata a fuoco nella mia mente quella frase, e mi fa male lo stomaco ogni volta che ci ripenso. Pure ora, mi stanno tremando le mani.
Comunque, poi lui ha fatto per alzarsi e io presa dal panico mi sono sollevata e gli ho afferrato la mano. "Non te ne andare..." gli ho detto piano, ma con l'implicito bisogno di lui. Chanyeol mi ha sorriso così spontaneamente che ho sorriso anch'io di rimando, senza motivo. "Vado solo in bagno" mi ha detto, e io mi sono sentita così stupida che mi sono accovacciata sotto le coperte per nascondere il mio viso imbarazzato.
Abbiamo trascorso la serata sul divano, perlopiù ridendo per i suoi continui commenti su un film che stavamo guardando. Io ridevo soltanto perché non avevo la forza di parlare, ma ascoltare la sua voce è stato bellissimo.
Ero con la testa sulle sue gambe e a un certo punto non sono riuscita a distogliere lo sguardo da lui. Dalla forma delle sue labbra, dal taglio degli occhi scuri, dai capelli leggermente mossi separati al centro della fronte. Lui sorridendo con la lingua fra i denti mi ha chiesto cosa pensassi.
"Sei bellissimo Chanyeol, lo sai vero?"
Mi sentivo così presa da lui, con la sua mano sul mio ventre e l'altra che faceva disegni immaginari sul mio palmo aperto. La febbre è stata buona parte causa della mia sincerità, ma sono contenta di averglielo detto. Lo penso in continuazione.
Lui comunque è diventato serissimo e mi ha baciata. Mi ha baciata forte. Non so se si possa dire, ma non so spiegarlo. Con passione. Io l'ho allontanato e gli ho detto che gli avrei contagiato l'influenza, ma lui mi ha risposto che non gli importava.
Quando le nostre labbra si sono staccate, gli ho chiesto se ce l'aveva ancora con me.
Lui ha sospirato e mi ha detto: "Sei sfinente" io ho riso e ho concordato. Poi forse mi sono addormentata, ma non mi ricordo di essere tornata a letto.
Forse- ah, si è svegliato, chiudo tutto altrimenti vorrà sapere cosa scrivo. Vado, adesso posso baciarlo quanto voglio...
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365 days // ChanyeolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora