Il suono dei passi rimbombava lungo le pareti dei sotterranei,interrompendo il silenzio del corridoio deserto.
Le parole dure e autoritarie del preside risuonavano ancora nelle orecchie di Hermione.
-Non tolleriamo questo genere di comportamenti nella nostra scuola. E non è il primo incidente che sembra correlato a lei, signor Riddle. -
A nulla erano servite le parole di Hermione, quando aveva riferito la sua versione dei fatti.
Se non fosse stato per Lumacorno, sicuramente Tom sarebbe stato espulso all’istante.
Ma la sua convinzione che Tom non meritasse l’espulsione, ma solo una solenne punizione, non era stata accettata di buon grado da Dippet.
“E sia.” Aveva infine sbottato. “Non verrà espulso seduta stante. Ma molti fattori dovranno essere valutati. Provvederò io stesso a sentire altri testimoni, compreso il signor Middleton. E se i fatti deporranno all’unanimità contro di lei, non potrò che confermare la sua espulsione.”
Hermione si torse le mani in preda al nervosismo. Tom non era ancora salvo.
Se tutti gli altri studenti avessero testimoniato contro di lui, come era probabile, l’espulsione sarebbe stata inevitabile.
Ed era tutta colpa sua.
“Tom!” gridò cercando di rincorrerlo lungo il corridoio che portava alla Sala Comune dei Serpeverde.
Tom non aveva aperto bocca da quando erano usciti dall’ufficio del preside.
Si era messo a camminare come una furia, muto e senza espressione, lasciando Hermione dietro di sé.
Lo sentì pronunciare con voce monocorde la parola d’ordine all’ingresso, e poi proseguì senza voltarsi , mentre e si dirigeva a passo deciso verso il dormitorio dei ragazzi.
“Ti prego Tom, fermati!”
Finalmente, a metà scala lui si bloccò. Hermione lo raggiunse.
Quando alzò lo sguardo sul suo viso, un brivido ghiacciato le scese lungo la schiena.
Il volto di Tom era inespressivo, muto. Un volto che lei ancora vedeva nei suoi incubi.
Gli afferrò la mano, incapace di trattenersi. Era fredda e inerte tra le sue dita.
“Mi dispiace. Non avrei dovuto portarti alla festa… io…”
“Non è colpa tua.Non fa niente.”
Il suo tono freddo e privo di vita la fece trasalire. Gli occhi le pizzicarono.
“Tom mi dispiace!”
Lui non le rispose, si voltò e proseguì fino al dormitorio dei ragazzi, sbattendo la porta dietro di sé.
Ma Hermione non si diede per vinta.
Pur sapendo che non avrebbe dovuto farlo, salì le scale che portavano al dormitorio maschile, grata per il fatto che tutti gli altri studenti fossero ancora alla festa .
Quando aprì la porta, vide Tom accucciato contro una parete, la faccia tra le mani.
Tutto in lui sembrava fragile e spaventato.
Hermione si avvicinò .
Tom sollevò in fretta il capo e si rialzò in piedi.
Hermione non poteva più sopportare lo sguardo terrorizzato dei suoi occhi.
“Tom, ti prego…”
Sollevò una mano tremante per accarezzargli il viso, ma lui si retrasse, voltandosi verso il muro e aggrappandosi ad esso con la mano.
STAI LEGGENDO
Prendi il mio cuore, la mia anima...prendi tutto ciò che sono.
FanfictionCosa fareste se vi innamoraste perdutamente del vostro peggiore nemico?Se sapeste che per salvare il futuro del mondo e delle persone a voi più care dovrete uccidere la vostra unica ragione di vita?Quando l'amore e la passione sono così forti da str...