Quando Tom prese la sua mano, Hermione ebbe un brivido.
Aveva detto che l’avrebbe portata nel posto in cui andava ogni notte, e questo non le ispirava proprio niente di buono. Eppure qualcosa nell’urgenza del suo tono di voce, nel modo in cui l’aveva appena guardata, la obbligava a seguirlo.
Era confusa, stordita dai baci e dal comportamento folle di Tom.
La avrebbe condotta nella Camera dei Segreti? Avrebbe ucciso anche lei, come la povera Mirtilla?
Poi, con stupore, si accorse che Tom non la stava conducendo al bagno del secondo piano.
Un peso si sollevò dal suo petto e sentì se stessa emettere un sospiro di sollievo.
La confusione però aumentava sempre di più nella sua testa, mentre saliva le scale, un piano dopo l’altro.
Tom le stringeva la mano con forza, e Hermione non capiva se fosse per la paura che lei scappasse o se fosse per aggrapparsi a qualcosa, a qualcuno.
La sua espressione era dura, quasi inespressiva, ma lei riusciva a leggere nei suoi lineamenti contratti anche la paura e la disperazione, come se tutto il mondo gli stesse crollando addosso e lui non riuscisse a evitarlo.
Dopo un tempo che le parve interminabile, finalmente si fermarono, davanti a un arazzo che Hermione conosceva bene. Barnaba il babbeo. Erano al settimo piano.
Un’intuizione prese velocemente piede nel cervello di Hermione, e subito seppe quello che sarebbe successo dopo.
Tom lasciò la sua mano, e all’improvviso lei si sentì come nuda, senza la sua presa calda e forte.
Poi lo vide camminare per tre volte davanti al muro spoglio fino a far comparire una porta.
Era la porta della Stanza delle Necessità.
Senza dire nulla, Tom vi entrò, ed Hermione lo seguì, torturata dalla curiosità e con il cuore che le pulsava frenetico nel petto. La porta si chiuse pesantemente dietro di lei, facendola sobbalzare.
Non sapeva che cosa aveva cercato Tom la prima volta che era entrato in quella stanza, ma quello che circondava Hermione era un’ampia camera di pietra completamente spoglia, se si faceva eccezione per una decina di candelabri dai quali si irradiava una tenue luce tremolate, e per una specie di enorme quadro appoggiato a una parete e coperto da una pesante coperta di velluto rosso.
Hermione non riusciva a capire. Cosa poteva avere spinto Tom a recarsi in quel luogo ogni singola notte, rischiano l’espulsione, mettendo a rischio la sua permanenza nell’unico posto in cui si era mai sentito a casa?
Stava per aprire bocca e chiedergli di persona che cosa significava tutto quello, quando lui iniziò a parlare, lo sguardo perso nel vuoto, l’espressione indecifrabile.
“Il mio primo giorno di scuola, qui a Hogwards, fu il più memorabile della mia vita. Mentre gli altri stupidi bambocci del primo anno non sapevano nemmeno far sollevare una piuma con un incantesimo di levitazione, io stupii tutti quanti sollevando l’intera cattedra, con tanto di libri e calamaio sopra.
Il professore era quasi impazzito, mi idolatrava. Diceva che nessuno ci era mai riuscito al primo tentativo e nemmeno al centesimo. Quella era roba avanzata, da studenti dell’ultimo anno.
Tutta la classe rimase scioccata e i miei compagni iniziarono a guardarmi con sospetto, a evitarmi. Ma a me non interessava. Sapevo che non erano degni di me, non avrebbero mai raggiunto quello che invece avrei ottenuto io.
La sensazione di essere temuto e invidiato da tutti quegli idioti mi esaltava.
Ma sapevo che il mio dono naturale da solo non sarebbe bastato per ottenere ciò che volevo, senza una perfetta preparazione accademica. Iniziai a studiare giorno e notte,quasi non dormivo, raramente mangiavo. Lessi e rilessi tutti i libri di testo del primo semestre fino a conoscerli a memoria e subito feci lo stesso con i testi del secondo.
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Prendi il mio cuore, la mia anima...prendi tutto ciò che sono.
FanfictionCosa fareste se vi innamoraste perdutamente del vostro peggiore nemico?Se sapeste che per salvare il futuro del mondo e delle persone a voi più care dovrete uccidere la vostra unica ragione di vita?Quando l'amore e la passione sono così forti da str...