Rapporto Strano

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"Alla fine uno si sente incompleto
Ed è soltanto giovane."

[...]

Mi girai ed era proprio lui.

"Sali?" Propose, facendomi alzare un sopracciglio.

"Cosa? No." Rifiutai continuando a camminare.

"Guarda che non me ne vado Rachel, ti conviene salire." Disse ancora.

"Perché dovrei salire? Cioè, insomma, dove dovremmo andare?" Chiesi, non capendo.

"A fare un giro. Avanti Rachel, non ti stupro mica!" Roteò gli occhi, stufo.

"Mh mh... Solo per questa volta." Entrai in macchina velocemente e, d'un colpo, accelerò facendomi finire con la schiena attaccata al sedile.

"Io non ho fretta, sai? Potresti rallentare." Gli feci notare.

Senza volerlo sentii un po' di paura crescermi dentro. Ero finita in coma per un incidente in aiuto, avrei preferito evitare altre cose simili.

"Mi piace la velocità, abituati." Affermò, facendomi venire un piccolo deja-vu di quella notte.

"... Salimmo in macchina e restammo in silenzio. [...]
Mi girai a fissare la strada e...
"DOM!" Urlai impaurita, accecata da una luce sempre più vicina a noi.
Dom provò a scansare il mezzo davanti a noi, ma non riuscivamo a vedere nulla.

Era troppo tardi... successe tutto molto velocemente."

Dom... Dom...

"Dom!" Esclamai ad alta voce, senza volerlo.

"Come?" Chiese Zedd, girandosi a fissarmi.

"Rachel ti senti bene? Sei pallida in viso." Iniziò a rallentare, preoccupato.

"Io... Tutto bene, però ti prego non andare più veloce..." Supplicai, riprendendomi.

"Ok, stiamo arrivando comunque." Parlò, confuso.

Il ragazzo nei miei ricordi si chiamava proprio Dom, ma non riuscivo mai ad inquadrare il suo viso. E chi era? Possibile che fosse il mio ragazzo? E... Ho fatto l'incidente con lui, cioè sarà... Lui è, possibile che sia morto?

Mille brividi invasero il mio corpo. Dovevo saperne di più.

"Eccoci arrivati." Accostò vicino al mare.

"Ma è... Stupendo, non c'ero mai stata ancora." Osservai il mare innamorata.

Era limpido e cristallino, pieno di gente visto il caldo costante della California.

"Non hai mai visto il mare della California? Cioè, i tuoi abitano qui... Jared e Tyler hanno passato qui molto tempo." Cercò di indagare.

"Beh, sì... Io ho sempre viaggiato con i miei, poi sono stata a Washington e ora sono tornata ma non ho avuto il tempo di visitarlo... Mai." Conclusi, mentre ci dirigemmo verso la spiaggia.

"Washington eh? Come mai?" Chiese curioso, sedendosi sulla sabbia.

"Volevo trovare la mia strada lontano dai miei genitori..." - Mi parlò sopra.

"Ma ora sei di nuovo con loro..." Mi fece notare.

Ad un tratto mi sembrò più un interrogatorio, iniziai quasi ad avere l'ansia.

"Beh sì, magari prima o poi riparto." Conclusi.

"Rachel... Io so." Disse, facendomi mancare il respiro.

"Come? Cosa sai?" Chiesi confusa.

Possibile che sapesse di quella notte?

"So cosa ti è successo a Washington... Quella notte." Specificò, mentre io abbassai lo sguardo.

Mi sentii improvvisamente piccola, vuota, la mia corazza stava crollando.

"Ehi, va tutto bene. Non ti farò nessuna domanda, non voglio sapere cosa è successo dopo o quanto tempo sei stata in... - si fermò un istante - In ospedale." Disse, non volendo usare la parola 'coma'.

"Tu... Sai anche che a guidare c'era un'altra persona?" Chiesi, magari sapeva qualcosa.

"Sì, sì... Il nome che hai pronunciato è il suo, lo ricordo benissimo." Disse, senza continuare.

"Tu sai se è vivo?" Chiesi senza pensarci due volte.

"Non sai neanche se è vivo? Ma che cazzo...sì, per fortuna è vivo." Rispose incredulo.

Beh, aveva ragione. I miei mi avevano portata via senza dirmi niente, senza darmi il tempo di riprendermi o di parlare col ragazzo che stava al volante. Era tutto così strano.

"Grazie Zedd..." Dissi solamente.

"E ora entriamo in acqua!" Non mi fece neppure rispondere, mi aveva già caricata sulle spalle e stava correndo verso il mare.

"No, Zedd sta' fermo! Non ho neanche il costume, Zedd!" Urlai, ridendo.

"Troppo tardi, non c'è bisogno del costume! Non sarai una viziata figlia di papà che non può bagnarsi i vestiti?" Chiese ironico.

"Certo che sì Zedd, ricordati con chi stai parlando!" Mi finsi viziata, per poi continuare a ridere.

"Beh, è il momento di diventare una comune mortale allora!" Così dicendo mi lasciò cadere, facendomi immergere la testa sott'acqua.

"I miei capelli... I miei vestiti..." Mi fissai da capo a piedi, dopodiché fissai lui.

"Oh me la pagherai!" Dissi, iniziando a schizzargli l'acqua, ma fallii nel tentativo.

Mi bloccò le braccia, e ora ci ritrovavamo davvero troppo vicini.

"Mh mh, quando intendi riportarmi a casa?" Chiesi, sentendomi nuovamente le guance a fuoco.

"Adoro quando arrossisci." Affermò, peggiorando la situazione.

"Zedd!" Lo rimproverai, dandogli uno schiaffo sul braccio.

"Che c'è? Non ho detto niente di male. Forza, andiamo!" Disse, uscendo dall'acqua.

"Ok, ora oltre ad avere i vestiti e i capelli bagnati, ho anche i piedi ricoperti di sabbia!" Mi lamentai, mi sentivo tutta appiccicosa e mi dava fastidio.

"Ti lascio a casa, così puoi sistemarti." Disse roteando gli occhi.

"Avrei una domanda..." Dissi dal nulla.

Si girò a fissarmi, incitandomi a parlare, per poi tornare a guardare la strada.

"Davvero non hai mai avuto una relazione d'amore?" Chiesi incredula.

"Oh non fraintendere, ho avuto miliardi di relazioni, ma per me nessuna di esse implicava l'amore. Non sono mai stato innamorato, intendevo questo." Spiegò, rendendo tutto più chiaro.

"E Chanel? Cioè vedo una certa intesa..." - mi bloccò subito.

"Rachel, a volte una bella intesa è derivata da una forte attrazione fisica.  Con lei c'è solo del buon sesso." Concluse, lasciandomi senza parole.

Come pensavo, era il solito ragazzo che pensava a portarsele tutte a letto.

Restai in silenzio per il resto del tragitto, che non fu molto.

"Arrivata." Disse lui.

"Grazie..." Aprii lo sportello, ma sentii la sua mano sul mio braccio.

"Ciao Rachel." Disse avvicinandosi, lasciando un bacio sulla mia guancia.

Mi fissò vari istanti, ma prima di arrossire mi catapultai dentro casa.

Cosa stava succedendo?

Come Back To MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora