Cap.14

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Ancora buio, vedeva solo questa ma rispetto a prima si erano aggiunti dei suoni ovattati.
《Katzumi..》 una voce estranea la richiamava
《Katzumi... segui la luce》 la voce irriconosciuta dalla ragazza le dava le direttive che in un primo momento potevano suonare strane.
Gli occhi si aprirono senza volerlo, il bianco faceva da padrone.
《Seguì la luce con gli occhi》 continuò la voce.
Il primo occhio si richiuse dando il cambio all'altro ma la situazione non migliorò molto. Continuava a vedere uno sfondo bianco con qualche sfumatura chiara di altri colori. Anche l'altro occhio si richiuse.
《Katzumi, prova ad aprire gli occhi》 le chiese gentilmente la voce.
Con molta fatica ci riuscì ma dovette sbattere più volte le palpebre affinchè le immagini che le se presentavano venivano messe a fuoco, riconosse una stanza d'ospedale. Era ancora confusa quindi con movimenti lenti si guardò di nuovo intorno cercando qualcosa di familiare ed infatti riconosse l'emozionata Fusae, un sollevato Akyhiko ed un gioioso Aki.

《Katzumi, sei in un'ospedale. Hai perso molto sangue dalla mano, ma siamo riusciti a salvarla dovrai solo fare un po' di esercizi per riprendere la completa autonomia. Sono 3 giorni che sei qui, poichè il fatto che non mangiavi da un po' ci ha complicato abbastanza le cose dato che non ti potevamo dare le medicine di cui avevi bisogno o le cose potevano aggravarsi》 spiegò la voce che ora aveva anche un volto 《Bene, sono contento che tut ti sia ripresa. Passerò più tardi per assicurarmi delle tue condizioni, ora ti lascio con i tuoi familiari.》 Concluse sorridendo il dottore uscendo dalla stanza.
《Grazie al cielo ti sei ripresa》sospirò con le lacrime agli occhi la Fusae
《Nonno parlava già di omicidio》 scherzò il piccolo Aki avvicinandosi al letto della sorella
《Intanto gli ho vietato di venire qui e di avere tue notizie, ti deve dimenticare o le cose si faranno piú complicate per lui》 sputò acido.

Dopo una mattinata piena di spiegoni e rimproveri ci fu un'attimo di pace che naturalmente non durò molto dato che dalla porta piombarono Kenma e Lev.
《Katzumi!》 Urlò felice il più alto abbracciandola
《Lev..》 lo richiamò il biondo
《Oh vero, giusto》 disse rimettendosi di fianco all'amico
《Come ti senti?》 Chiese pacato il biondo
《Strana》 rispose come al suo solito la rossa
《Beh, siamo venuti come rappresentanti della squadra Nekoma. Ti salutano tutti》 spiegò brevemente lui
《Grazie》ringraziò un po' sconsolata
《Sei triste per il capitano? Non ti preoccupare sarebbe venuto se-》 provò a consolarla prima di essere fermato
《Basta》 gli sussurròautoritario il tinto
《Se?》 Il suo sguardo glaciale si puntò su gli occhi del ragazzo più basso sapendo che con questi sguardi ragazzo crollava
《Ok, ma io non ti ho detto niente》 mise in chiaro prima di scambiarsi uno sguardo con l'albino 《È stato allontanato dagli allenamenti perchè faceva casini, se viene in classe se ne sta sulle sue》 si sforzò di riassumere scegliendo bene le parole.
《All'ultimo allenamento è stato più di mezz'ora in panchina con l'asciugamano sulla testa, avevo visto delle gocce per terra ma lui non aveva sudato o per lo meno non tanto da far gocciolare il sudore》 aggiunse Lev

《All'ultimo allenamento è stato più di mezz'ora in panchina con l'asciugamano sulla testa, avevo visto delle gocce per terra ma lui non aveva sudato o per lo meno non tanto da far gocciolare il sudore》 aggiunse Lev

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《Però non preoccuparti, so che ogni sera cerca di entrare qui, ieri c'è anche riuscito quindi non preoccuparti. Non ti ha abbandonato》 concluse Kenma.

Dopo il breve incontro con i due amici ne seguì uno molto lungo con il dottore che iniziò a fargli tutti esami, senza sosta. Gli regalò persino una pallina anti-stress con qui doveva fare gli esercizi per tornare a muovere abilmente la mano come una volta.
Mangiò persino quelle schifezze che le passavano dalla mensa, una era una poltiglia di qualcosa e l'altra era una minestra uscita dai barattoli scaduti delle guerre. Le mancava la cucina della nonna, si pentì di non aver mangiato quando doveva. Ricadde tra tutti quei pensieri che aveva evitato per tutto il tempo da quando si era svegliata, pensò al fatto che tutto questo era successo solo perché finalmente dopo tanto tempo si era lasciata andare alle emozioni. Il nonno e la nonna continuavano a girare per la stanza sistemando cose, cercando robe e borbottando. Il fratellino era accanto a lei intento a raccontargli cose successe mentre lei dormiva. Non li seguiva, o per meglio dire non riusciva a seguirli. Voleva starsene per conto suo, doveva fare chiarezza su tutto ma non ci riusciva con la gente intorno.

《Posso rimanere da sola?》 Chiese con voce rotta.
《Perchè?》 Chiese il nonno ricevendo come risposta lo sguardo della moglie che aveva già capito la nipote
《Ok, noi siamo quì fuori se serve》 disse sempre protettivo il vecchio Yoshino
《Chiudete la porta e spengete la luce perfavore》 disse sistemandosi meglio sotto le coperte, venne accontentata poco dopo.

Iniziò a pensare di nuovo, a ciò che le era capitato in poco tempo, si fece domande a cui naturalmente non trovava risposte. Il sole calava ed un colore arancio pervase del tutto la stanza illuminandola, anche se di poco. Morfeo la stava per accogliere tra le braccia quando uno strano rumore proveniente dalla finestra affianco il comodino. Una persona entrò furtivo dando le spalle alla ragazza durante l'azione. Fece in tempo a leggere la scritta Nekoma su quella che sembrava la tuta di pallavolo che ormai conosceva bene. Chiuse gli occhi facendo finta di dormire e aspettando di sapere perchè LUI era venuto.

《Ieri non ho fatto in tempo a parlarti quindi lo faccio ora, tanto tu stai dormendo》 sussurrò con del leggero fiatone, forse per lo sforzo e prendendo quella che dal suono sembrerebbe una sedia.

La Gatta della NekomaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora