Love

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  Su Ererat le cose stavano andando piuttosto male. Nonostante quel pianeta fosse uno dei più belli che Rey avesse mai visitato fino ad allora, mancanza di approvvigionamenti iniziava a farsi sentire. Non che quel territorio non fosse ricco di vegetazione e con un clima mite, ma gli abitanti erano decisamente in sovrannumero e la scarsità di cibo minava la loro possibilità di espandere le fila della resistenza. Se non altro, il sole brillava alto quasi ogni giorno.
Lì aveva stretto amicizia con altri membri della resistenza e il suo mondo si era fatto meno tetro. Il legame che la univa a Kylo Ren non si era più manifestato, senza una precisa ragione. I primi tempi Rey aveva atteso con trepidazione e timore di divederlo.
Più volte si era domandata che cosa gli avrebbe detto quando l'avesse rivisto. Ma soprattutto si era chiesta come si sarebbe comportato lui. Quella flebile speranza che Ben Solo potesse tornare alla luce si era nuovamente intensificata in lei. Rey sospirò sistemandosi meglio sulla sua branda. Non era ancora albeggiato del tutto, e lei era già sveglia a fantasticare su Ben Solo. Si sentiva a dir poco patetica.
Chi voleva prendere in giro? Kylo Ren aveva già fatto la sua scelta. Per di più le aveva mentito su quanto di più le importasse al mondo. La sua famiglia. Pensava di poterla comandare. Era entrato nella sua vita come una saetta durante una tempesta. Accecante, vibrante, rumoroso, potente e tremendamente pericoloso.
E ora pensava anche si sapere che cosa fosse bene per lei. Ancora non riusciva a credere che le avesse fatto credere di essere stata abbandonata. Lei, che per anni non si era persa d'animo; lei che anche nei momenti più bui non aveva smesso di sperare. E che ancora sperava.
Stavolta però i suoi pensieri erano rivolti a lui. Lui che la stringeva a sé con le sue braccia forti; lui che la accarezzava dappertutto e la faceva sentire al sicuro; lui che con i suoi modi bruschi riusciva comunque ad infonderle così tanto calore come mai nessuno aveva fatto prima. Rey si stropicciò il viso nel cuscino improvvisato della propria branda che era costituito da una sacca di cuoio foderata delle piume di un qualche animale locale. Era caldo ma un tantino duro per riposare a dovere. Sempre meglio di niente. In ogni caso non era avvezza alle comodità.
Rimase qualche altro secondo a guardare la luce del sole che iniziava a filtrare attraverso la fessura della sua tenda. Poi si alzò e iniziò a spogliarsi per indossare la sua tuta da pilota. Il suo stomaco brontolò sonoramente. Erano almeno tre giorni che non mangiava abbastanza. A fine giornata, dopo essersi allenata nella corsa o come meglio poteva, era così stanza che si addormentava cercando di non pensare alla fame. Finn le aveva regalato metà della sua razione liofilizzata almeno una decina di volte quel mese.
E Poe aveva fatto altrettanto perché non voleva essere da meno, ma lei si era rifiutata di accettare. Loro erano comunque uomini più alti di lei e bisognosi di un maggiore apporto calorico. Non poteva portar via loro del cibo. Lei era comunque avvezza a quelle privazioni.
Quel giorno erano previste turbolenze per via del passaggio di una cometa nell'orbita del loro pianeta. Era preoccupata che il primo ordine attaccasse nuovamente le navi cargo dei loro approvvigionamenti. In tal caso sarebbe scoppiato sicuramente del pandemonio e Rey stava iniziando a chiedersi se sarebbe riuscita a combattere messa in quelle condizioni. Tre giorni senza quasi toccare cibo erano comunque troppi per restare lucidi a sufficienza. Si disse che il generale Hux non avrebbe osato attaccarli direttamente.

C'era un accordo siglato tra Erarat e il primo ordine. I loro nuovi alleati erano abbastanza potenti e influenti nel commercio di materie prime in tutta la galassia e Hux non poteva provare che su quel pianeta fosse stato dato rifugio ai reduci della resistenza. Se li avessero attaccati sarebbe esploso un vero e proprio caso diplomatico. Era questo il loro punto di forza. Guerra o non guerra, occorreva comunque mantenere le apparenze e certe regole non potevano essere violate senza subirne delle conseguenze. "Ehi bellezza, dormito bene?" fu Poe a raggiungerla come suo solito al centro di raccolta dell'accampamento.
"Stiamo per salire a bordo, hai già fatto colazione?" proseguì lui. Rey gli rispose con un sorriso tirato.
"Se intendi dire se mi sono immaginata delle uova strapazzate e un po' di carne secca, direi di sì, l'ho fatto" disse con sarcasmo. Il sorriso di Poe si allargò.
"Ti stupiresti nel venire a sapere che il tuo desiderio potrebbe diventare realtà" le disse.
"Che vuoi dire?" domandò allora la ragazza incuriosita.
"Vieni con me!" esclamò lui e così dicendo la prese per mano per condurla sulla loro nave. Passarono attraverso l'Hangar e qui Rey scoprì che anche Finn e Rose sembravano di buon umore. Poe la condusse fino al refettorio e lì la ragazza poté osservare il resto dell'equipaggio intento a cibarsi come dovrebbe sempre avvenire. Se anche non fosse stata la vista delle grosse pentole poggiate sui tavoli, le sarebbe comunque bastato l'odore di carne arrostita che impregnava l'aria a farle venire l'acquolina in bocca. "Ma che è successo qui?" chiese sbalordita mentre un enorme sorriso si andava a disegnare anche sul suo volto.
"A quanto pare non tutte le navi cargo sono stata abbattute. Una è giunta a destinazione e il nostro generale ci ha concesso un pranzo vero e proprio in vista dell'eventualità che ci sia da combattere col primo ordine" intervenne Finn.
"Siamo rimasti in pochi e non conviene sempre lesinare su tutto. Per oggi possiamo rimetterci un po' in sesto e darci alla pazza gioia" proseguì Rose "il generale vuole che ci teniamo pronti ad affrontare i caccia del primo ordine.
La resistenza deve sopravvivere e questo passa anche attraverso il cibo" le sorrise. Senza farselo ripetere due volte Rey si accomodò a tavola con i suoi amici. I momenti come quello erano stati sempre più rari negli ultimi tempi, e non solo per la mancanza di cibo. Rey non se l'era sentita di parlare più con loro di quanto le stava succedendo riguardo al legame che condivideva con Kylo Ren.
Poe per parte sua non approvava e anche se lei aveva ripetutamente cercato di mettere della distanza tra loro, il suo amico pilota si era rivelato davvero ostinato a caparbio. Dai suoi occhi Rey poteva percepire quanto poco casti potessero essere i suoi pensieri nei suoi confronti.
Lo poteva vedere nei momenti più disparati, anche in contesti quotidiani e banali come quando lui si ostinava a darle il buongiorno baciandole la fronte o quando di tanto in tanto lo trovava a giocherellare con una ciocca dei suoi capelli. Lei ripetutamente faceva finta di niente o lo allontanava. Ma Poe le lanciava comunque degli sguardi brucianti carichi di un trasporto che Rey aveva potuto vedere solamente negli occhi di un'altra persona: Ben Solo.

Finn sembrava preoccupato per quella situazione.Era amico di entrambi, ma sembrava non capire i sentimenti di Rey.
"Lo sai che Poe è venuto a dirmi che si sente in colpa per quanto è successo tra voi?" le aveva rivelato Finn un pomeriggio dopo aver fatto con lei un giro di ricognizione. "In colpa per cosa?" gli aveva subito chiesto la ragazza senza capire.
"Beh per il suo approccio...Insomma, lui è un uomo maturo e tu sei ancora giovane Rey e non dico che Poe non abbia certi aspetti del suo carattere che andrebbero smussati ma..." aveva iniziato a blaterare Finn.
"Dacci un taglio Finn!" lo aveva seccamente zittito Rey con un moto di rabbia nella voce.
"Non sono arrabbiata con lui" si era poi affettata a precisare "solo che non lo voglio nel modo in cui piacerebbe a lui" e a quelle parole era visibilmente arrossita mentre Finn l'aveva squadrata con incredulità. "Possibile che tu sia così dannatamente timida quando si tratta di queste cose?!" l'aveva bonariamente sgridata "insomma, ti ho visto sollevare una montagna di massi pesanti quanto un bisonte! La forzanon ti manca!" e a quelle ultime parole pronunciate da Finn entrambi avevano riso. Poi Rey si era fatta di nuovo seria.
"Non si tratta di chi è più o meno forte. E' che condividere i miei sentimenti mi mette tremendamente a disagio" gli aveva confessato. A quel punto sul viso di Finn era calata una specie di ombra e il giovane aveva d'un tratto abbassato lo sguardo.
"Non è che per caso..." aveva iniziato a dire mangiandosi un poco le parole "insomma...che qualcuno ti ha fatto qualcosa?" aveva infine buttato fuori. Rey si era rabbuiata ma con vece serena gli aveva subito risposto "niente di grave in realtà.
Di tanto in tanto mi è capitato di essere molestata da qualche becero essere di quart'ordine, ma sono sempre riuscita a cavarmela prima che la situazione degenerasse" spiegò.
"In quelle occasioni però ho sempre avuto tanta paura, devo ammetterlo".
"Gli esseri di sesso maschile possono essere davvero tremendi" aveva concluso Finn per lei, cercando di abbozzarle un sorriso.
"Per fortuna non siete tutti così" le aveva risposto lei carezzandogli dolcemente una guancia in un timido gesto di affetto sorridendogli a sua volta. Erano rimasti in silenzio a fissarsi per un lungo momento. Poi il ragazzo le aveva chiesto.
"E Kylo Ren? Ti ha fatto del male?". Era ovvio che Finn lo vedesse come un mostro. A causa sua era quasi morto. Ma il ragazzo folle per il dolore che li aveva inseguiti quel giorno nella foresta di Takodana, Rey non lo aveva mai più incontrato. Solamente su Crait aveva rivisto tutta quella rabbia, ma mai più rivolta nei propri confronti.
"Ben non è solo ciò che hai visto tu..Ben è molto diverso" gli aveva risposto insicura su quanto potesse permettersi di confidargli. Con Poe aveva avuto la stessa identica conversazione.
"Ben?" aveva risposto Finn con incredulità.
"Lui mi ha aiutata a non sentirmi sola quando ero su Ach-to.
Luke praticamente era sempre assente e il nostro legame..." aveva iniziato a spiegare ma Finn la stava guardando con così tanto orrore negli occhi che non ebbe la forza di proseguire. "Mi basta sapere che non ti ha toccata!" aveva incalzato Finn pensando di aver detto qualcosa di confortante. Rey aveva fatto morire lì la loro conversazione.
Neanche Finn avrebbe capito.
Per lei era sempre complicato parlare di questioni di cuore, o meglio, di sesso.
Non era il tipo a cui piaceva sbandierare ai quattro venti quali fossero le proprie intime pulsioni. Per gli altri sembrava sempre così facile invece. Li sentiva spesso confidarsi tra loro, spettegolare o comunque esprimere liberamente i propri pareri senza troppa paura del giudizio degli altri. Forse essendo cresciuta senza genitori Rey non aveva appreso le normali regole del vivere comune.
Su Jakku aveva presto dovuto fare i conti con l'idea che fosse un bene tenere la bocca chiusa su certe faccende e non fidarsi mai di nessuno. Le vecchie abitudini erano dure a morire e ancora adesso Rey faticava non poco a parlare di sé con gli altri.
Comunque Finn per quanto fosse uno dei suoi più cari amici, non era esente da un semplice difetto: parlava troppo e anche a sproposito. A differenza sua era cresciuto in un gruppo, dove l'unione fa la forza e durante il suo addestramento come Stormtrupper gli era stato insegnato a comunicare con i suoi compagni. Anche quel giorno, seduti attorno al tavolo, i suoi amici si erano scambiati diverse confidenze mentre Rey aveva tenuto per sé il ricordo bruciante dei baci di Ben Solo.

A fine giornata, dopo diversi voli di ricognizione a bordo de suo caccia, Rey si era ritrovata a camminare accanto a Rose. Erano dirette al pozzo per raccogliere l'acqua da portare all'accampamento. Un po' primitivo come sistema, ma decisamente efficace. Se non altro l'acqua sul quel pianeta non veniva mai a mancare.
"Siamo giusto in tempo per vedere passere la cometa" le disse Rose con voce tranquilla mentre l'aiutava a issare il secchio su dalla carrucola.
"Sarà uno spettacolo mozzafiato. Sai dicono che la stratosfera si colorerà di un rosso acceso. Per Finn potrebbe essere una specie di presagio di sangue e morte. Io però non credo in quelle vecchie superstizioni". Rose era come un libro aperto.
Parlava di ogni singola cosa che le passava per la testa. A Rey non dispiaceva la sua compagnia, anzi, la invidiava perché avrebbe voluto fare altrettanto. Purtroppo non erano molti i momenti in cui poteva ritagliarsi uno spazio con lei, erano addette a mansioni differenti e Poe si era sempre preoccupato di svolgere i suoi turni in concomitanza con quelli di Rey lasciando ben poco spazio agli altri per poter fare altrettanto.
Solo allora Rey si rese conto che avere vicina un'altra ragazza la faceva sentire di più a suo agio.
Era facile parlare con lei. Spesso le raccontava di come lei e Finn avevano iniziato ad approfondire il loro rapporto.
Rey trovava quei racconti di baci e carezze decisamente teneri e appassionati, forse un po' troppo intimi per i suoi gusti. Presto però si riscoprì a tentare di fare un paragone con ciò che lei aveva provato con Kylo Ren.
"Io gli stavo parlando di come fosse romantico il cielo e lui non faceva altro che tornare a soffiarmi nell'orecchio per farmi il solletico" proseguì Rose mentre entrambe facevano ritorno alle loro tende, un passo dopo l'altro in mezzo all'erba alta di quel vasto prato verde che era Ererat. Una piacevole brezza notturna le avvolgeva.
"Ti senti bene Rey?" le chiese ad un tratto l'amica vedendo che la ragazza si era praticamente immobilizzata con il secchio dell'acqua ancora tra le mani. Rose le si avvicinò per toccarla e Rey sembrò riscuotersi dai propri pensieri.
"Oh, si scusami Rose, stavo solo pensando tra me e me" le disse.
A volte era davvero difficile per Rey riuscire a tenere dietro a tutte quelle chiacchiere. La sua testa faticava a immagazzinare tutte quelle informazioni alla volta. Era abituata al silenzio. Rose sembrò rendersene conto.
"Hai qualche pensiero che ti preoccupa?" le chiese con gentilezza dopo alcuni secondi. Rey sospirò.
"In verità ce l'ho, ma non so bene se posso parlarne" le confessò infine. Rose le sorrise con complicità.
"Ma certo che puoi" la rassicurò. Finirono col trascorre tutta la notte sedute nel prato. Il cielo era così luminoso per via del passaggio della cometa che il viso delle due ragazze rimase ben visibile anche al buio mentre Rey sperimentava per la prima volta che cosa potesse voler dire avere un'amica.
Accesero un fuoco e si sistemarono una coperta sulle spalle, restando basite ad osservare la notte che si tingeva di un rosso acceso.
Rey si confidò con Rose. Le disse dei baci che Kylo Ren le aveva rubato e ciò che Poe le aveva confessato di provare per lei. Le disse di quanto si sentisse combattuta per via di tutto ciò che Kylo Ren aveva fatto in passato ai suoi amici, a Luke e ad Han. Rose era allibita per ciò che le sue orecchie stavano sentendo ma lesse negli occhi di Rey qualcosa di più di ciò che Poe e Finn erano riusciti a cogliere.
"Quindi non so come funzioni questo legame tra noi, ma a volte penso proprio che vorrei che non ci fosse più" concluse Rey. Era spaventata dalla possibile reazione di Rose. Le aveva rivelato molto più di quanto si era ripromessa di fare.
"Così Kylo Ren è un normale essere umano? Chi l'avrebbe mai detto..." commentò Rose con un leggero astio nella voce. Non poteva evitare di ricordare quanto dolore quell'essere le avesse causato. Rey si pentì immediatamente delle confidenze che le aveva fatto, fece per alzarsi e fare ritorno alla propria tenda, ma Rose la trattenne per un braccio.
"Non possiamo decidere chi amare. Immagino che quello che provi ti causi tanto dolore. Ora riesco a capire come devi sentirti" le disse con voce ferma "non ti sto giudicando. Vorrei che fossimo amiche" e a quelle parole entrambe si commossero e piansero e risero assieme. Quando ormai il cielo aveva perso la sua connotazione purpurea, le due ragazze si erano già incamminate per fare ritorno al campo base.
"Dov'eravate finite voi due?" le apostrofò subito Finn. Entrambe scoppiarono a ridere di gusto nel trovarlo così in apprensione.
"Siamo due donne adulte e lei è pure una specie di Jedi, vedi di contenere il tuo testosterone!" l'aveva apostrofato Rose con voce da generale. Infine erano tutti andati a dormire. Erano poche le giornate come quelle che Rey potesse ricordare. Quando si sdraiò nella sua branda si sentì in pace. Aveva la pancia piena e anche un senso di leggerezza che le fece sentire di avere un peso in meno a gravarle sul petto. Se tutti i giorni fossero stati così avrebbe voluto vivere cento vite.
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Kylo Ren si svegliò nel suo comodo letto della nave madre del Primo ordine.
Prima ancora di rivestirsi esaminò la ferita sul suo braccio destro togliendosi lentamente le bende che la fasciavano. Constatò con compiacimento che era ormai completamente rimarginata. Per precauzione decise che avrebbe indossato comunque delle bende pulite per tenerla comunque al riparo dal rischio di qualche infezione. Il braccio comunque era tornato a funzionare perfettamente. Si disse che avrebbe sopportato anche la presenza di quella ennesima cicatrice senza darvi troppo peso. Non era mai stato bello in ogni caso. Da quando lei gli aveva regalato quel segno in mezzo al volto poi aveva definitivamente smesso di tentare di piacersi.
Osservò in uno specchio con curiosità la folta barba che andava a circondargli il mento, le guance per andare a confondersi con l'attaccatura dei propri capelli.
Erano dannatamente lunghi ormai. Non li aveva mai tagliati volentieri. Da bambino spesso gli era capitato di essere deriso per la forma sproporzionata delle proprie orecchie. Da allora aveva sempre optato per coprirle come meglio poteva. Questo aspetto trasandato però non gli si addiceva affatto.
Aveva sempre tenuto ad apparire quantomeno in ordine davanti agli altri. Tenere le cose in ordine era in genere una delle sue ossessioni. Gli dava l'illusione di avere le cose sempre sotto controllo.
Sbuffò sonoramente contro il proprio riflesso e prese a radersi senza più tollerare la vista del suo viso così camuffato. Aveva ormai finito con la barba e i baffi. Prese da un cassetto un paio di forbici e si apprestò a tagliarsi anche i capelli quando il legame lo portò ad immobilizzarsi sul posto.
Non sapeva bene come o perché ma i suoi occhi potevano vederla dormire e questa volta Rey pareva proprio trovarsi comodamente sdraiata tre le lenzuola del suo letto. Settimane di niente e poi questo. Kylo Ren avrebbe tanto voluto sapere per quale motivo la forza giocasse in quel modo con le loro vite. Stette fermo in silenzio a guardarla. Non era la prima vola che la osservava mentre era addormentata.
La cosa gli fece provare un brivido e si sforzò di non respirare troppo forte per non svegliarla. Aveva le labbra dischiuse e un'espressione beata. Cosa le avrebbe detto al suo risveglio? Lei lo avrebbe di nuovo scacciato?
La magia durò solo pochi secondi.
La ragazza aprì gli occhi iniziando ad intuire che qualcosa non andava. Lo squadrò quasi avesse visto un fantasma mentre lui se ne stava impalato come un'idiota, le forbici ancora in mano e solo un paio di mutande a coprire il suo povero corpo martoriato dalle cicatrici. Faceva eccezione solamente la fasciatura sul suo avambraccio destro. "Buongiorno" le disse senza trovare altre parole.
"Buongiorno" rispose lei carica di tensione mettendosi subito a sedere.
"Dove sono?" gli chiese subito dopo lei guardandosi attorno.
"Nel mio letto" rispose lui prontamente.
"Sono qui anche senza averti toccato la mano" realizzò Rey.
"Pare di si" replicò lui con la sua stessa incredulità. Entrambi si studiarono senza decidersi su come comportarsi.
"Che stavi facendo?" gli domandò infine Rey rompendo quel silenzio imbarazzante. Lui posò velocemente la forbice e si passò una mano tra i lunghi capelli corvini tentando di pettinarsi come meglio poteva.
"Niente di importante" le disse e finalmente si rese conto che avrebbe potuto avvertirla di ciò che Hux aveva in mente.
"Rey, so che hai deciso di non parlarmi più, ma ora che sei qui vorrei che tu sapessi..." iniziò cercando di non apparirle troppo invadente, sperando che lei gli desse almeno il tempo di parlare.
"Non ho mai detto che non volevo parlarti. Ti ho solo chiesto di tenere le mani a posto" si affrettò a precisare la ragazza. A quel punto a lui morirono le parole in gola. Tanti sogni ad occhi aperti e adesso che era lì davanti a lui, nel suo letto, tutto ciò che sapeva fare era incespicare nelle sue stesse parole.
"Ti sei rasato...In effetti la tua barba aveva iniziato ad essere piuttosto ingombrante" lo punzecchiò.
Non sapeva che cosa le stesse passando per la mente.
Stava giocando con Kylo Ren un po' come avrebbe potuto farlo un gatto col topo. Lo sguardo di lui non era cambiato, aveva sempre quell'intensità intossicante ogni volta che i loro occhi si incontravano e questo le infondeva un forte senso di sicurezza. Forse erano stati i numerosi racconti di Rose riguardo al gioco di sguardi tra lei e Finn, forse era semplicemente quella sensazione inebriante provata il giorno prima quando si era sentita accettata dalla sua nuova famiglia. Fatto sta che Rey si disse che poteva lasciare che lui la guardasse in quel modo, anzi, sperava proprio che lo facesse per sempre.
Non era corretto pensarla in quel modo visto che non aveva intenzione di stare veramente al suo fianco, semplicemente accettò l'idea di sentirsi desiderata. In ogni caso quel loro legame li avrebbe tenuti uniti ancora per un tempo indefinito. Non aveva mai smesso di fare ricerche al riguardo, ma la forza ragiona secondo schemi che solo lei può conoscere e ancora non era riuscita a trovare una motivazione a quando stava accadendo tra lei e Kylo Ren.
"Rey devo dirti una cosa" tentò nuovamente lui di parlarle seriamente, ignorando il commento che lei gli aveva appena fatto. Le frivolezze potevano essere rimandate a dopo.
"Si hai anche dannatamente bisogno di tagliarti quella chioma degna di uno wooki" e per la seconda volta lei lo prese in giro regalandogli in più anche un sorriso. Il ragazzo non poteva credere che Rey fosse così di buon umore. Non l'aveva mai vista tanto spensierata. Il suo viso brillava di una luce ancora maggiore quando sorrideva.
"Ah sì? beh...spiacente di non corrispondere appieno ai gusti di Sua Signoria" scherzò lui di rimando.
Il suo tono non era serio come se l'era immaginato e in più si rese conto che le stava praticamente sorridendo. Rey non aveva mai visto Kylo Ren sorridere. Mai, neanche una volta. Qualcosa in quella espressione le comunicò una profonda dolcezza.
Scesa dal letto rapidamente e si fermò a pochi passi da lui. Il fatto che fosse quasi completamente nudo la imbarazzava, ma cercò di non darvi peso, non come in precedenza almeno. "Posso farlo io se vuoi" gli disse semplicemente.
"Che cosa scusa?" domandò lui senza capire.
"Tagliarti i capelli" rispose Rey. Lo sguardo di Kylo Ren indugiò un momento posandosi in quello di lei.
Tentò di capire se lo stesse prendendo in giro o se magari quella fosse una ennesima provocazione.
La ragazza però finì semplicemente per prendere in mano le forbici con voce tranquilla gli chiese: "puoi sederti per favore? Insomma, sei troppo alto perché io possa riuscirci restando in piedi" si limitò a dire ad una ennesima sua occhiata interrogativa. Silenziosamente decise di obbedirle e entrambi si sistemarono seduti sul letto di lui mentre Rey iniziò a tenere tra le mani le sue ciocche nero corvino. Kylo Ren si era ritrovato per giorni a fantasticare di lei nel proprio letto, ma mai avrebbe immaginato qualcosa di simile. Quella ragazza era davvero strana.
La volta prima era pronta a prenderlo a schiaffi ed ora si offriva di tagliargli i capelli come se fosse stata l'azione più naturale del mondo.
Ben tornò con la mente nel passato, quando era sua madre ad occuparsi di tagliargli i capelli. Aveva mille donne dalla servitù a disposizione capaci di fare anche di meglio rispetto a sua madre. Lui però insisteva sempre che fosse lei a farlo. Quel contatto delle dita contro la sua cute era qualcosa di intimo, una carezza che lei gli regalava.
Ed erano così rari i momenti in cui succedeva. Quel ricordo lo fece sentire protetto e indifeso allo stesso tempo.
La sensazione di avere le dita di Rey sulla testa gli provocò una scarica di adrenalina.
Forse era la sua mente malata ma c'era qualcosa di davvero sensuale in quel gesto. Pensò che avrebbe tanto desiderato toccarla a sua volta, ma si forzò a ricacciare lontano quell'idea. Le dita sottili di Rey lavorarono per qualche minuto attorno alla sua chioma e lui per tutto il tempo non smise di fissare il suo viso neanche per un momento.
A tratti lei gli si metteva così vicina che poteva inspirare il suo profumo e osservare le sue labbra rosa a pochi centimetri dalle sue. Si rese presto conto che tutto ciò era ridicolo e che si stava lentamente trasformando in qualcosa di peggiore di una tortura.
Rey per parte sua non sapeva cosa stava facendo. Era consapevole di quanto sciocca fosse stata la sua richiesta. Non aveva idea del perché le fosse venuto in mente di dirgli che voleva tagliargli i capelli. Eppure non appena li aveva presi tra le sue mani si era resa conto che quel contatto le procurava delle sensazioni nuove e mai provate. Era come se stesse cercando una scusa per toccarlo senza sembrare interessata.
Lui aveva accettato e ora la stava fissando con quegli occhi capaci di farle sentire quel brivido partire fin dal suo basso ventre. Era svestito e la squadrava dalla testa ai piedi come se se la volesse mangiare. Tentò di concludere rapidamente il lavoro sperando che il legame si spezzasse.
Voleva tornare all'accampamento e correre da Rose per chiederle che cosa ci fosse di tanto sbagliato in lei. Doveva avere per forza qualcosa che non andava se si ostinava a giocare con fuoco in quella maniera.
Diede un ultimo colpo ai capelli di lui e poi posò le forbici sul comodino allontanandosi di qualche passo dal ragazzo.
"Ho fatto" sussurrò rompendo nuovamente il silenzio carico di tensione tra loro due. Solo allora si rese conto del disastro che aveva fatto. Non si era minimamente curata di raccogliere le ciocche che gli aveva tagliato. I folti capelli neri di Ben erano ormai sparsi un po' dappertutto sul suo letto, sul pavimento.
"Scusami, ho fatto un macello" gli disse facendo per chinarsi a raccoglierle, ma lui le afferrò i polsi con le mani per fermarla.
"Non serve. Ci sono i robot per questo" le disse. Entrambi di scrutarono, il respiro corto, la bocca secca. E questa vota fu Rey a raggiungere le labbra del ragazzo per posarvi sopra un bacio. Lui rispose immediatamente come se non stesse aspettando altro. La attirò a sé sopra al suo letto e approfondì il contatto con la sua bocca provando ad andare incontrare la lingua della ragazza. Rey si scostò di colpo da lui.
Un secondo dopo Kylo Ren si dava mentalmente dello stupido per esserci cascato di nuovo.
Lei si sarebbe sicuramente arrabbiata. Non voleva che succedesse, ma cosa poteva fare? Doveva restarsene impassibile mentre lei praticamente le respirava sul collo, gli passava le mani tra i capelli e lo baciava? Proprio non si rendeva conto di quale effetto gli faceva? La fissò nuovamente, carico di preoccupazione, per il modo in cui lei aveva rotto quel loro contatto. Ma tutto ciò che vide furono due occhi chiari carichi del suo stesso rapimento.
Non gli importò nemmeno che lei avesse fatto un pessimo lavoro con quelle forbici tagliando alcune ciocche troppo corte rispetto alle altre, non gli importò di ciò che lei gli aveva detto in precedenza. Ora era lì e tutto quanto in lei diceva che lo desiderava nello stesso modo. "Ben" la voce di Rey era un sussurro.
Era così carica di emozione da non riuscire a dire ciò che voleva. La ragazza dovette fare alcuni bei respiri prima di trovare di nuovo del fiato. Lui non le staccò gli occhi di dosso nemmeno per un secondo. L'aveva chiamato con il suo vecchio nome, non Kylo Ren.
Lo stava guardando come mai prima d'ora, la vedeva tremare visibilmente.
"Ben io...credo di essermi innamorata di te"
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Diversi minuti dopo le sue mani poterono saggiare nuovamente la dolcezza del suo seno.
Stavolta non lo stava immaginando, stava accadendo davvero. Rey era stupenda, anche se indossava solamente una semplice tunica logora, il suo corpo era morbido ed emanava una fragranza tutta sua, particolare. Ben aveva preso ad accarezzarle la schiena già da un po', mentre la sua lingua era intenta a lottare con quella della ragazza. Lei mugolò contro le sue labbra e si staccò un momento per riprendere fiato.
Lui l'aveva fatta sdraiare nel suo letto e ora la sovrastava depositandole baci praticamente ovunque. Sul viso, sulla bocca, sul collo, sul seno... Lei non gli aveva permesso di spogliarla, non ancora almeno, ma era certo che se tutto fosse durato ancora abbastanza a lungo l'avrebbe costretta a cedere.
Dal canto suo Rey lo aveva trovato praticamente già mezzo nudo e non trovava per niente equa quella situazione.
"Ben" sussurrò Rey contro il suo viso "credo che dovremmo fermarci qui" gli disse, la voce incerta e carica di tensione.
"Per ora va bene così" insisté notando quanto lui fosse poco convinto di lasciarla andare. Il ragazzo emise un sonoro grugnito di disapprovazione che la fece trasalire, e così facendo si taccò da lei. Non era un suono rabbioso, riscoprì. Era solamente il suo modo di mostrare il proprio disappunto in maniera scherzosa.
Già, Ben Solo stava giocando con lei, sorrideva, scherzava e per di più la ascoltava. Lei si rimise a sedere sul letto portandosi le mani in grembo. Non poteva credere di avere ceduto così facilmente. Si era ripromessa di non cercare più quel contatto così intimo con lui.
La pelle pareva bruciare sotto le sue mani quando lui l'accarezzava.
"Come desideri. Ma sappi che ti terrò comunque qua con me finché il nostro legame me lo consentirà" replicò il ragazzo tentando di ritrovare la propria solita aria di strafottenza. Lei gli sorrise a quella affermazione e entrambi sembrarono ricordarsi della questione solamente in quel momento.
"Già...il legame" sussurrò lei sovrappensiero.
"Vorrei che tu fossi qui" le disse lui con un tono dolce che non gli apparteneva. "Ma sono qui" rispose Rey a sua volta con dolcezza. "Non per molto, non realmente" ribatté subito lui. A quel punto il giovane avvertì di nuovo l'urgenza di parlarle di Hux.
"Rey ascoltami...Ho bisogno di sapere dove ti trovi" le disse e la ragazza divenne seria perché serio era diventato il tono di voce di lui.
"Sono qui Ben" ripeté deglutendo a vuoto per l'agitazione che quell'aria seriosa le aveva messo addosso all'improvviso.
"Su quale pianeta? Sei su una nave? Lo devo sapere Rey...ne va della tua sicurezza" confessò infine mentre i suoi occhi andavano a comunicarle tutta la sua preoccupazione. Le teneva stretta la mano sinistra nella sua, spaventato all'idea che lei potesse di nuovo sparire. "Io non...non posso dirtelo" realizzò improvvisamente Rey e quella consapevolezza le fece male.
Non poteva rivelargli la sua posizione. Sarebbe venuto a cercarla e lei realizzò che non voleva che lui lo facesse. Doveva restare ad aiutare i suoi amici della resistenza. Non poteva permettergli di venire a prenderla per portarla con sé sulla sua nave.
Aveva già rifiutato quell'invito più di una volta.
"Ti ho già detto che non verrò con te!" lo redarguì con rabbia, stavolta rompendo bruscamente il contatto con la sua mano. Il ragazzo rimase impietrito dal tono deciso e inappellabile di Rey.
"Non ho intenzione di portarti via, voglio solo sapere se sei al sicuro" le disse e una punta di tristezza andò nuovamente ad insinuarsi nel suo cuore.
"Sono al sicuro" replicò Rey alzandosi dal letto e dandogli le spalle.
"Come lo sai?" l'apostrofò lui sempre più concitato.
"Tu non hai idea...Il mio generale ha deciso di sterminarvi tutti..." cominciò lui, ma la ragazza non lo fece finire. "Il tuo generale? Sei o non sei tu il Leader Supremo?" lo canzonò Rey ormai visibilmente arrabbiata.
"Se tu fossi un po' meno sciocca sapresti che non è così semplice riportare ordine nella galassia. Non posso certo fare tutto da solo. Ci sono delle regole!" e questa volta lui le stava urlando addosso.
Si rese conto troppo tardi di avere sbagliato. Lei lo fissò con uno sguardo carico di sdegno e una profonda tristezza. La faccia della ragazza divenne una smorfia di sofferenza mentre una lacrima prese a scenderle lungo il viso.
"Rey senti mi dispiace io...volevo solo avvisarti..." tentò di rimediare lui ma lei non lo ascoltava più.
"Addio Ben" gli disse semplicemente scuotendo la testa come a significare che era tutto inutile ormai, che parlare non sarebbe servito a cambiare le cose.
Subito dopo il loro legame di dissolse e lei sparì. Kylo Ren si ritrovò a fissare il muro della propria stanza, completamente disarmato e con una sensazione di vuoto allo stomaco. Il giorno seguente Hux avrebbe messo a ferro e fuoco la base dei ribelli su Erarat e lui era quasi certo che lei si trovasse lì.
Si accasciò sul letto inspirando tre le coperte il profumo di lei. Ciocche nere erano sparse qua e là sul pavimento. Non era stato un sogno. Doveva trovarla. L'avrebbe portata via da quel luogo infernale prima che fosse troppo tardi. L'avrebbe tenuta al sicuro e dopo si sarebbe preoccupato di pagarne lo scotto.

Continua...  

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