Capitolo 10

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Taylor's POV
Io e Laura abbiamo fatto veramente l'amore: è stato molto più bello rispetto alla prima volta. È stato più calmo ma più passionale, più intenso, perché stiamo iniziando a conoscere le nostre attitudini a letto. Se chiudo gli occhi rivedo tutto: i suoi baci, i suoi succhiotti, la sento ancora dentro di me. Ora sono coricata nel letto di camera mia, e lei mi manca da morire... allungo il braccio fino a toccare l'altra sponda del letto, e la trovo fredda e vuota... mi appiglio al cuscino come fosse la mia salvezza. L'unica cosa che riesce a farmi prendere sonno è rivivere tutto ciò che abbiamo fatto oggi; allora sorrido e cado fra le braccia di Morfeo.

la mattina seguente
Cavolo, è tardissimo, sono le 8:10 del mattino e io non sono ancora arrivata a scuola, impantanata nel traffico. Parcheggio l'auto alle 8:14 e faccio di corsa le due rampe di scale, arrivando in classe alle 8:17. Faccio l'appello e firmo le giustificazioni, poi mi viene in mente che ho dimenticato a casa il foglietto con il nome del documentario da far vedere, quindi vado nella classe di Laura e decido di chiederglielo di persona. "Buongiorno ragazzi, seduti, grazie. Laura" le dico quasi sottovoce "qual è il nome del documentario sull'imperialismo?" le chiedo. "Mire espansionistiche e imperialismo a fine ottocento" mi risponde lei, sicura. "Bene, grazie" le rispondo, segnando il titolo su un foglietto. Faccio per uscire ma lei mi chiede: "oggi pranziamo da me?". Mi si gela il sangue nelle vene, rimango immobilizzata. Un'alunna chiede: "prof Prepon, ma sta insieme alla prof Schilling?". Io mi affretto a rispondere: "insieme? Sta scherzando, signorina Waters! Cosa glielo fa pensare?". Lei risponde prontamente: "punto numero 1: la proposta di pranzo che la prof Prepon le ha appena fatto. Punto numero 2: ieri eravate assenti entrambe, e lei ha un succhiotto". Io mi sistemo nervosamente il foulard, coprendo il succhiotto che effettivamente era evidente. "Ma no, che fantasia che avete voi ragazzi! La nostra assenza assieme non era affatto voluta, non sapevo nemmeno che la professoressa Prepon fosse assente, è stato un caso. È vero, siamo delle buone amiche, ma mi dispiace deludervi: non c'è niente fra noi, anche perché io sono etero" concludo. Spero di essere stata convincente. "E allora perché la prof Prepon sa il nome del documentario che deve mostrare oggi?" chiede un'altra alunna. "Senti Mara, perché fra amiche non ci si può consigliare un metodo di svolgimento della lezione? Perché dovete sempre ingigantire tutto? Oltretutto non mi sembrano domande opportune, quindi se la signorina Nichols e ognuno di voi ha finito di fare domande indiscrete, io concluderei questa discussione poco opportuna. Arrivederci" saluto uscendo dalla classe. Va male, molto male.

Laura's POV
Non ho ben capito: ha appena detto di essere etero? No Taylor, non di nuovo. Per motivi professionali svolgo la lezione su la seconda colonizzazione greca normalmente, ma appena suona la campanella della ricreazione vado a cercarla e la trovo in corridoio, le chiedo: "scusa, possiamo parlare?"; lei mi guarda confusa e annuisce, seguendomi in bagno. Ci chiudiamo la porta dietro e io la bacio con foga, lei risponde subito al mio bacio, premendo le sue labbra sulle mie. A quel punto io mi immobilizzo, e quando lei si accorge che sono ferma come un manichino e che è solo lei a baciare me, si allontana e mi guarda confusa. "Oh, scusa, non avrei mai voluto importunare una etero" dico, marcando l'ultima parola e uscendo dal bagno, lasciandola là sola. Cammino verso il distributore automatico, sentendo lo sguardo confuso di Taylor bruciare sulla mia schiena.

Taylor's POV
Raggiungo Laura all'uscita di scuola, e le dico: "ma cosa ti è saltato in mente?" mi aveva lasciata lì, c'ero rimasta malissimo. "Seguimi a casa" mi dice, provo a controbattere ma lei si è già girata, quindi faccio come mi ha detto. Lei entra in casa e mi precede, sparendo misteriosamente. La cerco al piano di giù ma niente, salgo le scale e controllo il bagno, deserto, e poi la sua camera da letto, completamente buia. Metto un piede dentro la stanza, alla ricerca dell'interruttore, ma una mano mi imbavaglia e mi butta a forza sul letto a baldacchino. L'anta della finestra si apre leggermente, in modo che passi abbastanza luce da distinguere l'entità misteriosa, che si rivela... Laura. È bellissima, priva di vestiti, ha soltanto dell'intimo nero in pizzo addosso. Si avvicina in maniera seducente a me, io rimango immobilizzata, anche quando divarica le gambe e si sistema sopra di me, iniziando la sua lenta tortura. "Laura, cosa-" "shh" mi interrompe lei, mettendo un dito sulle mie labbra e facendolo scendere lungo tutta la mia maglietta. "Facciamo un gioco: io faccio delle affermazioni. Ogni volta che la mia affermazione è giusta, tu ti togli un indumento. Ogni volta che è sbagliata, te ne rimetti uno. Se rimani completamente nuda, io ti scopo. Se faccio più di 3 errori, sei libera di andartene". "Laura, forse non-" "non mi pare che la mia fosse una domanda" controbatte lei, allora io mi alzo e sto al suo gioco.
"I tuoi genitori pensano che tu sia una brava ragazza, che non si butterebbe a capofitto in una relazione, come invece stai facendo" mi sussurra sensualmente all'orecchio. Io chiudo gli occhi e rabbrividisco, togliendo lentamente il reggiseno. Lei fa mezzo giro intorno a me e sussurra: "in questo momento sei spaventata, perché non conosci questo lato selvaggio della mia natura". Tolgo anche la maglietta, rimanendo con il seno esposto a lei. Si allontana e gira su se stessa, poi si riavvicina sensualmente e, da dietro, appoggia il mento alla mia spalla, mi morde il lobo e sussurra, con voce roca: "ti piace quello che vedi". Non specifica, ma so che si riferisce al suo corpo. Sempre più eccitata, sfilo lentamente in pantaloni, senza mai girarmi verso di lei; Laura cammina fino a trovarsi di fronte a me, tenendo sempre una mano sul mio fianco, e quando i nostri volti si stanno per incontrare, lei mi soffia sulle labbra: "sei etero", per poi allontanarsi leggermente da me. Rimango immobilizzata qualche secondo, fisso il suo corpo seducente e, a malincuore, raccolgo la maglietta e la indosso. Lei sorride, compiaciuta. Va dietro di me e percorre le curve del mio fondoschiena, coperto solo dalle mutande brasiliane grigie. "Oggi, a scuola, hai mentito ai ragazzi" alita sul mio collo. Metto le mani sulle mie mutandine, ma lei mi anticipa e me le toglie lentamente, accarezzando tutte le mia gambe. Fa un ultimo mezzo giro e me la trovo davanti, mi bacia la clavicola che la maglietta lascia intravedere; io fremo a ogni suo minimo tocco, ho voglia solo di saltarle addosso e pregarla di fare con me tutto quello che vuole. Mi rimane addosso solo la maglietta. Lei si toglie lentamente il reggiseno, ma io non oso interrompere la sfida di sguardi che si è creata fra noi. Fa un altro passo avanti, e poi un altro ancora, fino a quando non preme il suo seno abbondante sul mio, sotto la maglietta, e io, attaccata alla parete, butto indietro la testa, in estasi. Infine lei sfiora le mie labbra e sussurra, secca: "mi vuoi". E io, lentamente, mi sfilo la maglietta, completamente nuda ai suoi occhi. "Ho vinto" mi sussurra, non si riferisce solo a questo giochetto, e io lo so bene. Mi sbatte contro il muro della camera e, mentre mi bacia in maniera passionale, preme con la coscia sulla mia intimità; gemo, ma ogni rumore che esce dalla mia bocca è catturato dalle sue labbra, fino a quando queste ultime non scendono al mio collo, baciandolo con passione e lasciando dei segni. Eccitata provo a capovolgere la situazione, ma lei mi sbatte con maggiore forza al muro e fa cenno di disapprovazione con la testa, per poi prendere fra le labbra uno dei miei capezzoli e mordicchiandolo, mentre con le mani si occupa di altre curve. Non ce la faccio più, la sto implorando, mentre con le dita sfiora il contorno della mia natura. "Cosa vuoi Taylor? Me lo devi dire" sussurra con voce sexy al mio orecchio. "Ti-ti voglio dentro di me" rispondo ansimante. "Ne sei sicura?" mi chiede ancora, ma prima che io possa rispondere mi penetra all'improvviso con un dito, rimanendo immobile. "Cosa vuoi?" mi sussurra nuovamente, mentre mi morde le labbra e successivamente lascia dei baci fra i miei seni. "Voglio di più!" le urlo. "Parolina magica?" mi chiede, riavvicinandosi al mio orecchio e strusciando il suo seno su di me. "Per fav-" vengo interrotta dalle mie stesse urla, infatti Laura ha inserito un altro dito ed è andata più in fondo, iniziando a muoversi dentro di me. Mi volto di fianco, ma lei, con la mano libera mi afferra dal mento e gira la mia faccia verso di lei, ordinandomi: "no! Guardami negli occhi!". Ancora una volta sto al suo gioco. Aggiunge un terzo dito, ormai le mie grida si disperdono in tutta la sua casa; pochi secondi dopo vengo, e quando raggiungo l'apice del piacere lei preme le proprie labbra sulle mie; chiudo gli occhi, godendomi il momento. Mentre sono ancora in estasi lei mi prende in braccio con le mani sotto le natiche e mi corica sul letto a baldacchino con poca delicatezza. Preme nuovamente la coscia contro la mia intimità e si muove: per lei il gioco non è ancora finito. Si alza, in modo da potersi sfilare l'ultimo capo intimo che gli è rimasto, ma lo fa lentamente, facendomi diventare sempre più desiderosa. Sfilate le mutandine le lancia sul letto e, in maniera abbastanza osé, si avvicina, fa un breve numero con una delle colonne del letto a baldacchino e infine si avventa su di me, torturandomi ancora i seni sia con la bocca che con le mani. Si sistema a cavalcioni su di me e struscia la sua intimità contro la mia. Per la seconda volta nel giro di qualche minuto, tutto ciò che desidero è averla dentro di me. Stavolta lo fa più rapidamente: mentre mi bacia con foga, con il ginocchio destro divarica velocemente le mie gambe, e come un leone famelico si dirige verso la sua preda, lei si dirige verso ciò che mi rende donna. Soffia delicatamente e io mi contorco, supplicandola per la seconda volta. "Laura, ti prego" "cosa vuoi che ti faccia?" chiede lei, allontanandosi dalla sua destinazione, ma non glielo permetto. "Voglio che mi scopi!" le urlo velocemente. "Fallo Laura, adesso". Lei sorride, soddisfatta, e avvicina alla mia intimità la sua lingua, muovendola con decisione ed esperienza; io avvicino la sua testa a me con la forza, spingendomi più che posso contro la sua bocca. Tiro gli ultimi ansimati respiri, e quando raggiungo l'apice per la seconda volta di oggi, lei si struscia ancora una volta sulla mia femminilità. Poi si corica prona sopra di me, reggendosi con i gomiti lungo i miei fianchi. Fa aderire i suoi prosperosi seni alla mia pelle muovendosi avanti e indietro, e dopo qualche secondo di quella dolce tortura in cui non ho fatto altro che fissare, come ipnotizzata, le sue nudità, lei mi chiede: "Dunque, hai capito ciò che ti piace o vuoi delle altre..." esita per appena un attimo, "...dimostrazione di prova?". Io, carica di desiderio, le rispondo, con voce tutt'altro che ferma: "penso che mi servano altre dimostrazioni". Laura sorride e ricomincia a scatenare le sue fantasie, anche quelle più perverse e dominatrici, fino a quando non vengo per la settima volta. "A tutto c'è un limite", mi sussurra, ancora seducente, eccitata lei stessa, ma esce dalla stanza prima che io possa ricambiare ogni favore e la sento farsi una breve doccia, uscire e vestirsi, poi si affaccia nella camera, ancora in penombra, e guardando verso me dice: "fra 20 minuti è pronto", voltandosi e scendendo le scale, diretta verso la cucina, e io rimango da sola a riflettere.

Still loving you-LaylorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora