Capitolo 21

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"Laura... perché la rivuoi indietro? Dopo due settimane poi! Ormai io e Taylor pensavamo avessi già un'altra ragazza..." "Non è vero cazzo, non è vero! Fammi parlare con lei, cazzo, fammi parlare con lei!" urlo, perdendo le staffe. Questo non era previsto, la telefonata sarebbe dovuta essere calma, io avrei dovuto mantenere il controllo, ma quello stronzo mi ha esasperato ed ecco il risultato, non sono più riuscita a contenere l'emozione e ho sbottato. Il rapinatore ridacchia dall'altro capo del telefono, poi dice: "No Laura, non ora. Fai da brava, forse quando ti consegnerai sarò gentile, e vi farò salutare prima di consegnarti... vedremo". "Ora e luogo" dico fermamente. "All'una in punto, nel parco vicino alla scuola elementare in periferia". "Ci vediamo lì" rispondo senza esitare. Prendo un respiro profondo e attacco. "Ottima interpretazione Laura, molto convincente" si complimenta Bennett, ma quella non era affatto un'interpretazione, era tutto vero... ma annuisco e ringrazio. Guardo l'orario: mancano solo 6 ore, e non sono ancora psicologicamente pronta, potrei morire, o qualcosa potrebbe andare storto.
Allora dico "Io vado a casa a farmi una doccia", ed esco dalla caserma senza neanche aspettare una risposta. Arrivata a casa, invece, riempio la vasca di acqua calda e verso diverso bagnoschiuma, poi prendo da un cassetto del comodino la scatola che contiene tutte le foto che ho di e con Taylor, e l'anello che mi ha dato a Parigi, a mezzanotte della notte di Natale, all'interno di Notre-Dame. Per finire prendo del vino bianco e un bicchiere, e metto della musica in sottofondo.
Inizio la carrellata dei nostri ricordi lì, circondata da bollicine. Noi al luna park, un nostro selfie al cinema. Una foto di Taylor che sorride mentre scrive sulla sabbia della spiaggia "ti amo Laura". Un nostro selfie a letto, completamente nude ma coperte da un lenzuolo bianco. Una foto che ci ha fatto un passante a Parigi, in cui ci baciamo con la Tour Eiffel nello sfondo. Vado avanti così, sfogliando ricordi e bevendo vino, finché le foto non finiscono. Allora passo all'anello, lo studio minuziosamente e me lo passo tra le mani. In breve tempo mi accorgo che si sta facendo tardi, quindi indosso l'anello ed esco dalla vasca: oggi non posso non indossarlo. Di solito preferisco conservarlo al sicuro, ma oggi mi darà la forza necessaria per consegnarmi al mio ex capo.
In tre quarti d'ora sono pronta; indosso lo stesso outfit della prima volta che io e Taylor ci siamo viste, il primo giorno di scuola: jeans blu scuro, una maglietta aderente che termina dentro i pantaloni e delle Converse bianche. Visto l'orario, però, decido di mettermi anche un giubbotto in jeans. Tengo i capelli sciolti e lisci, e mi trucco solo con del mascara e dell'illuminante.
Mezz'ora dopo sono in caserma, è quasi mezzanotte. "Laura, ti cercavamo, cambio di programma... andiamo a prenderli".
"Bennett, che cazzo, sei diventato matto? La uccideranno!" esclamo, ma ormai è determinato nel suo piano. Dopo qualche minuto di discussione, però, riesco a ottenere di andare con loro. Sostanzialmente ci nasconderemo nel bosco vicino alla casa in cui tengono Taylor, e quando loro partiranno per andare al luogo prestabilito noi li circonderemo.
A mezzanotte e mezzo sento il suono di una serratura che viene sigillata, e distinguo la figura di Taylor affiancata da due uomini alti e massicci. Entrambi parlottano fra loro e ridono, poi quello a sinistra esclama: "allora biondina, che ne facciamo di te?" "Andreas, ve l'ho ripetuto un milione di volte. La dobbiamo uccidere davanti a Laura, una volta sequestrata". Quella voce mi turba, sembra quasi familiare.
A quel punto cado dalle nuvole. Cosa sarebbe successo se avessi convinto Bennett ad attenerci al piano originale? Saremmo morte entrambe. Sento un poliziotto che dà ordini, un conto alla rovescia e poi degli spari provenienti dai nostri. A quel punto il ragazzo alla sinistra di Taylor si ripara dietro la macchina, mentre quello alla sua destra la prende astutamente in ostaggio, puntandole la pistola alla tempia, ed esclama: "Sparate un altro colpo, e la biondina morirà!". A quel punto l'altro sequestratore, Andreas, esce dal suo nascondiglio e punta la pistola verso noi. "Calmiamoci tutti" si fa avanti Bennett, facendo qualche passo avanti verso i sequestratori. "Lascia a terra l'arma" dice l'uomo che tiene bloccata Taylor, poi ribadisce "HO DETTO LASCIALA A TERRA, CAZZO!" "Non c'è bisogno di-" urla Bennett, ma non fa in tempo a terminare la sua risposta, perché Andreas lo spara a una spalla. A quel punto si scatena il finimondo: tutta la squadra di polizia si raggruppa intorno a Bennett, e poi il poliziotto vicino a me spara un colpo, che colpisce in pieno stomaco il sequestratore che teneva Taylor. Lei cade a terra, e io mi precipito senza esitazioni verso di lei. Andreas mi punta la pistola addosso ma non mi importa, ciò che conta adesso è raggiungere le braccia di Taylor prima che il proiettile attraversi la canna della pistola, ma quando sono ancora a qualche metro da lei sento il rumore del colpo- BOOM!
Chiudo gli occhi ma li riapro subito, perché il proiettile non era diretto a me ma ad Andreas, che cade a terra in una pozza di sangue. Faccio un ultimo sforzo e mi butto fra le sue braccia. Finalmente la sento di nuovo a contatto con il mio corpo, sento su di me quelle forme che sembrano state create apposta per essere sovrapposte alle mie, quelle forme che ormai sono così familiari. La guardo in faccia e vedo che sta piangendo, così le lacrime iniziano ad attraversare anche il mio viso. "Laura, io-" "shh" la zittisco, e bacio il suo labbro inferiore, poi con i polpastrelli asciugo le sue lacrime e la guardo negli occhi, poi scoppiamo a ridere, finalmente spensierate dopo tanto tempo, e le nostre labbra si rincontrano. Mi guardo intorno e vedo che tutti sono a cerchio intorno a un corpo coricato sull'asfalto, e improvvisamente mi torna in mente: Bennett! Prendo Tay in braccio, da lei non mi separerò più, e vado lì dagli altri. Qualcuno gli ha messo una giacca per bloccare il flusso del sangue, e qualcuno sta prendendo un'auto per caricarlo e portarlo in ospedale. Intanto chiamiamo un'ambulanza per i due sequestratori feriti. Per curiosità decido di avvicinarmi a quello che teneva in ostaggio Taylor e rimango a bocca aperta... è Kubra!
Io e Taylor rimaniamo sedute sull'asfalto ad accarezzarci e baciarci sporadicamente, e intanto arriva l'ambulanza per Kubra e Andreas. "Signore, è ora di andare" ci urla un poliziotto, e in mezz'ora siamo a casa mia. Le preparo un bagno caldo e mi prendo cura di lei. È debole e ha qualche ferita, dei lividi sulle braccia, e dei graffi nelle cosce. Dopo il bagno le porto un mio pigiama profumato, e le asciugo i capelli con il phon. Ci corichiamo sul mio letto a una piazza e mezzo, lei è chiaramente esausta, fa fatica a non addormentarsi. "Dormi amore mio" le sussurro, e la accarezzo nei fianchi. "Grazie Laura" sussurra debolmente "tu hai rischiato la vita per me". Le lascio un leggero bacio sulle labbra. "Ti amo" mi sussurra, e non faccio in tempo a rispondere "anch'io" che lei è già nel mondo dei sogni.
L'adrenalina mi impedisce di dormire, e fino alle 4:00 non riesco a chiudere occhio, continuando a guardarla mentre dorme. Ogni tanto parla, dicendo parole sconnesse, ma poi dice: "La...Laura... ti amo". Allora mi accoccolo vicino a lei, e anche la mia mente migra verso un altro mondo.

Still loving you-LaylorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora