Capitolo 9

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IL VIDEO CHE HO INSERITO QUI SOPRA È DA GUARDARE DOPO AVER FINITO DI LEGGERE IL CAPITOLO, è la scena finale che Laura descrive (non faccio ulteriori spoiler). Buona lettura💕

"Io sono nata a Watchung, nel New Jersey, il 7 marzo 1980. A dare conforto a mia madre non c'era nessuno il giorno del suo parto, perché il mio padre biologico l'ha abbandonata appena ha scoperto che era incinta. Non ti dirò neanche il suo nome, non servirebbe a niente: era un chitarrista in una banda rock/metal di cui mamma era andata un giorno a un concerto, e lì lo conobbe. La sua assenza non mi ha causato solo vuoti affettivi, ma anche economici: mamma, Diane, faceva 4 lavori per sopravvivere. Naturalmente ciò non bastava per poterci permettere una casa grande o dei vestiti di marca, quindi i bambini e soprattutto le bambine come te mi prendevano in giro, mi escludevano, mi isolavano, e questo solo perché non potevo permettermi delle vere Adidas, o perché usavo sempre gli stessi 2 jeans. Alle medie la situazione migliorò e trovai qualche vera amica, ad esempio Natasha. Proprio lei ebbe dei problemi in casa alle medie, i suoi si separarono, e alle superiori la cosa peggiorò, quindi iniziò a far uso di droghe. Intanto la nostra situazione economica stava andando davvero alla deriva, e avevo scoperto il mio orientamento sessuale, ma dicendolo a tutti mi ero guadagnata degli appellativi poco gentili; iniziai quindi a fare uso di droghe, a 16 anni fumai la prima canna, e a 17 iniziai a venderle. A quel punto della mia vita andai alla ricerca di mio padre ma scoprii che era praticamente un rifiuto umano, costantemente strafatto; pensa che mi disse addirittura che ero una bella ragazza e avevo un bel davanzale, e che se non fossi stata sua figlia, mi avrebbe scopato", a questo punto deglutisco, è un ricordo poco piacevole, Taylor mi accarezzo una guancia e bacia dolcemente, come per dire: io ci sono. Continuo: "proprio da mio padre conobbi il suo spacciatore, che mi inserii nel giro di droga di Kubra, uno dei più importanti di tutta l'America settentrionale. Pochi anni dopo, quando ero al college e ormai la mia fama mi precedeva, diventai una persona importante nel mio ambiente e arrivai a dirigere un intero cartello di droga. Fu un anno di ansie e feste e giorni di cui non ricordo niente perché ero strafatta. Poi un giorno, durante uno scambio di merce molto consistente - mi pare ammontasse sui 30 kg di cocaina - la polizia ci scoprì; io per fortuna non avevo niente addosso e pensavano fossi lì solo come testimone o roba del genere: quando mai una signorina così elegante e innocente avrebbe potuto spacciare? Mi offrirono un patto: loro avrebbero dimenticato la mia presenza lì e la avrebbero addirittura negata di fronte al giudice in caso di necessità, se avessi detto il nome e cognome degli uomini che si erano occupati di questo scambio. Senza esitazione spedii sette dei nostri in carcere, tradendo tutti. Allora finii l'università a Waterbury, e lì conobbi colei che diventò la mia prima ragazza; a lei diedi la mia innocenza. Era due anni più grande di me e molto più esperta, ero davvero legata e lei, ma quando si laureò e dovette trasferirsi per lavoro, mi baciò un'ultima volta e mi disse che ero stata una parte importante della sua vita, che mi avrebbe portato sempre nel cuore e che ero una splendida ragazza, e mi augurava il meglio. Dopo quella volta mi fidai solo di un'altra ragazza, che però, scoprii dopo, stava insieme a me solo per la forma fisica, mentre non era minimamente attratta da me caratterialmente e mentalmente parlando; fui io a mollarla. Ho girato un po' per il Connecticut per varie supplenze, e quest'anno me ne hanno assegnato una qui, per fortuna Diane aveva una zia che abitava qui e ha lasciato la sua casa in eredità a me. A proposito di Diane: quest'estate mi ha lasciato, e... è stata dura, soffro ancora per la sua scomparsa", dico afflitta. "Oh, mi dispiace tanto" mi sussurra Taylor, e mi abbraccia, dandomi la possibilità di rannicchiarmi contro il suo petto, che io colgo. "Lei mi manca tantissimo, ogni giorno. Ha fatto enormi sacrifici per me, lavorava 18 ore al giorno, capisci? 18! E io non l'ho mai ringraziata come si deve. E lei c'era sempre quando ero triste, era l'unica che sapeva del mio orientamento e dei casini con Kubra ma mi voleva bene lo stesso". "So che non è lo stesso, ma... ora ci sono io, che ti accetto per quello che sei, e prometto che non ti giudicherò mai". "Grazie Taylor", le sussurro, avvicinandomi ancora di più al suo petto, mentre lei mi dà un bacio sulla fronte. Restiamo così fino all'ora di pranzo, quando entrambe ci alziamo controvoglia.
"Hai mai assaggiato la pasta alla carbonara?" mi chiede Taylor, e io incuriosita le chiedo: "ma non è un piatto italiano?". "Sì, me lo ha insegnato la mia migliore amica, Yael, la sua famiglia ha origini italiane e sono abbastanza radicati nella tradizione". "Ah, capisco... me l'ha cucinata una volta Diane, ma penso avesse sbagliato qualcosa, perché era parecchio salata" "fammi indovinare, ha usato il bacon" "non mi ricordo ma penso di sì, perché?" "Regola numero uno della pasta carbonara: sì al guanciale e alla pancetta, no al bacon". Io sorrido, e tiro fuori della pancetta che avevo nel frigo da un po'; controllo la data di scadenza, che per fortuna non è ancora arrivata. "Bene, mettiamo a bollire l'acqua" dice, riempiendo una pentola, aggiungendo del sale e accendendo la cucina a gas. "Inizia a tirare fuori spaghetti e uova" mi dice, e io provvedo alla ricerca nella dispensa. "Su, l'acqua sta iniziando a bollire!" mi dice, e io inizio a passarle gli spaghetti. "Ora: pepe nero e pecorino romano" "e dove lo troviamo del pecorino romano in America?" "Mio Dio Laura, le basi! In ogni caso a 5 minuti a piedi da qui c'è un negozio con ingredienti italiani". Alzo gli occhi al cielo e prendo la macchina, andando a comprare il tanto famigerato pecorino romano. "Buongiorno, vorrei del pecorino romano" dico incerta. "Quanto?", solo ora mi rendo conto di non aver chiesto le dosi a Taylor. Vedendomi disorientata, la commessa dice: "50 grammi dovrebbero bastare?" "Sì, 50 grammi va benissimo" rispondo: ce lo faremo bastare. "Fanno nove dollari e cinquanta!" mi dice la commessa: quasi dieci dollari per così poco? Pago ed esco dal negozio, indignata, tornando a casa nel giro di 3 minuti. "Ecco il pecorino" dico a Taylor, di malumore per il prezzo. "Grazie" mi dice, baciandomi allegramente a stampo, e mi torna il sorriso. Controlla la pancetta che cuoce dentro una pentola a parte, poi gli spaghetti che aveva precedentemente messo nella pentola e inizia a fare un miscuglio con: uova, pepe e pecorino. "Laura, renditi utile, portami dell'acqua!". Io verso dell'acqua in un bicchiere e faccio per avvicinarlo alla sua bocca, ma lei lo allontana e mi rimprovera: "ma che fai? L'acqua fa parte della ricetta!" afferra il bicchiere e versa una piccola parte del contenuto nella scodella. Mio Dio, non potevamo ordinare del sushi da asporto? Taylor scola gli spaghetti e li mette nella stessa padella della pancetta, aggiungendo poi il miscuglio e condendo il tutto con il pecorino rimasto e altro pepe. "Laura, cosa aspetti? Apparecchia!". Ma anche se non fosse sushi, un semplice fast food? Apparecchio in un minuto contato e Taylor versa nei piatti la pasta. Prendo una bibita gasata dal frigo e lei mi squadra, va dove tengo gli alcolici e ritorna con del vino. "Così dev'essere" dice, versandolo nel bicchiere di entrambe. "Buon appetito!" mi sorride, e io a quel sorriso mi sciolgo. "Buon appetito" rispondo. Assaggio la pasta: è davvero ottima, non ha niente a che vedere con quella che mi aveva preparato Diane. "Mhh, è buonissima!" le dico con la bocca piena, e lei annuisce.
Nel pomeriggio ci mettiamo a preparare le lezioni di domani, e mentre io ci metto solo un'ora, vedo lei che cerca di risolvere un enigma fra sé e sé. "Non so come presentare questa lezione senza farla sembrare noiosa" mi dice, dubbiosa. "Io l'anno scorso l'ho presentato con questo documentario, poi ho fatto dire a ognuno ciò che aveva capito e negli ultimi 20 minuti ho spiegato normalmente", rispondo, scrivendole il nome del documentario. "Grazie" mi sussurra, con la faccia stupita di chi ha pensato per mezz'ora quando aveva la risposta sotto al naso. "Ora basta scuola, ti faccio vedere il mio film preferito", la guido in camera e cerco il DVD. Una volta trovato, lo inserisco nel lettore e parte la pubblicità. "Come si chiama?" mi chiede Taylor, mentre si sistema con me sotto le coperte. "Noi Siamo Infinito" le rispondo. "Non ti spoilero niente, tu guarda con attenzione", le dico. Lei appoggia la testa al mio petto e io le accarezzo delicatamente i fianchi, mentre il film scorre. Ci sono scene in cui ride e scene in cui qualche lacrima riga il suo viso, e per me è lo stesso; è uno dei pochi film che mi tocca davvero. La trama è questa: Charlie è un ragazzo americano che sta affrontando i suoi primi giorni di liceo, e le uniche persone che sembrano accettarlo sono il suo professore di letteratura, a cui chiede consigli varie volte durante lo svolgimento della storia, e Sam e Patrick, diventati fratellastri dopo la separazione dei loro genitori. Sam è una ragazza dell'ultimo anno e Charlie si innamora di lei, quindi entra a far parte del suo gruppo di amici, che comprende Patrick e il suo fidanzato Brad. Assieme a loro partecipa alla sua prima festa in cui mangia un dolce senza sapere che conteneva cannabis, quindi grazie a quest'ultima si apre con le altre persone e stringe un legame con Sam, Patrick, Alice, Bob e Mary Elizabeth. Charlie va molto bene a scuola ma contemporaneamente inizia a fare le sue prime esperienze con la droga, accompagnato da Patrick e Sam, la quale si fidanza con uno studente universitario, Craig. Charlie ne soffre molto, ma nonostante questo aiuta Sam a prepararsi per l'esame di ammissione alla Penn State, il college in cui la ragazza voleva entrare. Come ringraziamento Sam gli regala una macchina da scrivere, e in un momento di confidenza Charlie confessa di non aver mai baciato una ragazza. Sam, che nella sua vita ha subito abusi e (sue testuali parole) "è andata a letto con ragazzi che la trattavano uno schifo", decide di assicurarsi che Charlie invece riceva il suo primo bacio da una persone che gli vuole realmente bene, quindi lo bacia. L'anno prosegue tranquillo, la relazione con Craig è stabile e questo rende Charlie sempre più depresso; quindi inizia una relazione con Mary Elizabeth, per far ingelosire Sam, ma quest'ultima è solo contenta per i due. Per quest'ultimo motivo e perché Mary Elizabeth è appiccicosa e assillante, Charlie pone fine alla loro relazione, baciando Sam durante una serata fra amici. Questo crea dei conflitti nel gruppo, quindi Patrick chiede a Charlie di allontanarsi per un po'. Proprio Patrick si lascia con Brad, e durante un loro conflitto nella mensa della scuola viene attaccato, ma Charlie lo difende. Riacquista così un posto nel suo vecchio gruppo, entrando soprattutto nelle grazie di Sam e Patrick. L'anno scolastico è giunto al termine e i due devono partire e trasferirsi nei nuovi college, ma prima di farlo Charlie confessa a Sam i suoi sentimenti e i due si baciano, Sam lo rimprovera per non averla mai invitata a uscire ma lascia capire che, a causa della distanza, fra i due non potrà esserci niente in futuro. Il giorno delle partenze arriva, e così Charlie si ritrova solo e in poco tempo è vittima di un esaurimento nervoso che lo costringe a restare in cura in un ospedale psichiatrico per qualche mese. Durante il periodo di convalescenza si scopre che la zia che Charlie tanto amava, deceduta tempo addietro e che al protagonista mancava maggiormente rispetto a qualsiasi persona, era psicologicamente disturbata e aveva più volte abusato di Charlie quando era un bambino. Al termine della terapia Sam e Patrick tornano a fargli visita, con una cassetta contenente i pezzi che avevano ascoltato un giorno insieme, e Charlie si sente "infinito".
La scena finale è giunta: la mia maglietta è bagnata dalle lacrime di Taylor. Recito a memoria: "perché io so che ci sono persone che pensano che tutte queste cose non esistono, e che ci sono persone che quando compiono 17 anni si dimenticano com'è averne 16. So che queste un giorno saranno solo delle storie, e le nostre immagini diventeranno vecchie fotografie, e noi saremo il padre o la madre di qualcuno. Ma qui, ora, questi momenti non sono storie! Questo sta succedendo davvero... io sono qui, e sto guardando lei... ed è bellissima", assisto al bacio fra Charlie e Sam. "Ecco, ora lo vedo, il momento in cui sai di non essere una storia triste: sei vivo! E ti alzi in piedi, e vedi la luce sui palazzi, e tutto quello che ti fa restare a bocca aperta; e ascolti quella canzone, su quella strada, con le persone a cui vuoi più bene al mondo... e in questo momento, te lo giuro, noi siamo infinito!". Il film si conclude e Taylor si gira verso di me con gli occhi rossi, e mi dice: "ma è bellissimo!". Io le bacio tutte le lacrime, asciugandogliele, e poi le labbra. "Laura, voglio fare l'amore con te" mi dice Taylor.
Quindi facciamo l'amore.

Still loving you-LaylorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora