Capitolo 13

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QUI SOPRA C'È LA CANZONE CITATA NEL CAPITOLO. L'ho messa con il testo in modo che possiate concentrarvi sul significato. Piccolo avviso: al primo ascolto non piaceva neanche a me. Ho imparato ad apprezzarla dopo che una persona me l'ha dedicata.
Buon ascolto e buona lettura.💕

Laura's POV
Sono appena arrivata sotto casa di Taylor, la chiamo per farla uscire di casa, ma sento qualcuno che bussa al finestrino. "Oh, eccoti!" le dico, abbassando il finestrino. "Dai entra", la invito.
"No, oggi guido io!" esclama, viene verso la mia portiera e mi invita a scendere. Quando Taylor si mette in testa una cosa, dissuaderla è una perdita di tempo, quindi scendo dal posto del conducente e vado verso quello del passeggero. "Immagino che non posso sapere dove stiamo andando, vero?", dico, rassegnata. Taylor fa segno di no con la testa, poi si avvicina a darmi un bacio sulle labbra e dice, entusiasta: "wow, sei bellissima!". Le sorrido e lei inizia a guidare. La sua guida non è sicura come la mia, io amo guidare da sempre, sin da quando avevo 14 anni ho sempre fatto delle guide con Diane, e a 16 ho preso la patente. Amo le auto.
Le canzoni si susseguono alla radio, e sono tutte recenti, fin quando ne passa una degli Scorpions, 1984.

Time, it needs time
To win back your love again
I will be there, I will be there
Love, only love
Can bring back your love someday
I will be there, I will be there
And fight, babe, I'll fight
To win back your love again
I will be there, I will be there
Love, only love
Can break down the wall someday
I will be there, I will be there

Capisco subito che Taylor conosce questa canzone, infatti la canta sottovoce. È una canzone abbastanza triste, ma dal significato profondo.

If we'd go again
All the way from the start
I would try to change
Things that killed our love
Your pride has built a wall, so strong
That I can't get through
Is there really no chance
To start once again
I'm loving you

Il titolo della canzone è "Still loving you". Penso si addica a me e Taylor: nonostante la distanza, io continuerò ad amarla. Non importa se sarò costretta a farlo in silenzio, senza poterlo gridare ai quattro venti per non farmi notare da Kubra; io continuerò ad amarla. Non importa se dovrò abbracciare un cuscino al posto suo, il mio ultimo pensiero, la notte, sarà rivolto a lei. Non importa che forse lei non riuscirà ad aspettarmi e troverà qualcuno che possa riempire quotidianamente i suoi vuoti; io continuerò ad amarla. Sempre.
Finalmente Taylor parcheggia a qualche metro dall'entrata di quello che sembra un ristorante abbastanza per bene. Fortunatamente avevo previsto una mossa del genere e mi ero vestita in maniera elegante: un vestito nero al ginocchio con le maniche in pizzo, e dei tacchi neri.
Alla reception una ragazza ci chiede: "avete prenotato?". Taylor annuisce: "sì, è il tavolo prenotato a nome di Taylor Schilling". La ragazza controlla un block notes, poi ci guarda, sorridendo, e dice: "seguitemi, prego". Saliamo due rampe di scale e arriviamo a un tavolo riservato, che dà su un'enorme vetrata. "Prego, sedetevi, passeremo a raccogliere le ordinazioni fra poco", dice la cameriera, prima di congedarsi. Io e Taylor ci fermiamo ad ammirare la splendida vista: questo ristorante deve essere ai limiti della città, siamo sicuramente lontane dal centro, perché il panorama è chiaramente di campagna. In lontananza, quasi sul piano dell'orizzonte, si vede una foresta di abeti. Il tramonto è quasi giunto al termine, il cielo è sgombro e iniziano a intravedersi le prime stelle, accompagnate da una luna crescente. Il cielo assume mille sfumature; parte dal blu scuro, fino ad arrivare al rosa/viola, per poi avvicinarsi all'arancione. Ormai il sole non è più visibile, solo i suoi raggi più tardivi sono sopravvissuti. Distolgo lo sguardo da quella fantastica visione solo per passare a una ancora più bella, quella di Taylor... è splendida. I capelli chiari, quel biondo che riconoscerei fra mille, così come il profumo che emanano. Gli occhi, azzurri come il mare, come il ghiaccio, come un cielo estivo a mezzogiorno, splendono come fossero diamanti. Le labbra sottili, che ho baciato centinaia di volte ma che non mi stancherei mai di sfiorare con le mie, quelle labbra che ormai è come se un po' mi appartenessero, perché mi fanno sentire a casa. Il suo sorriso, il più bello che abbia mai visto, il più puro, il più allegro. Le sue mani, appoggiate sul tavolo; mi basta che mi sfiorino, e subito capisco che andrà tutto bene. Decido di unirle alle mie, e lei si gira, guardandomi con dolcezza. È una sensazione bellissima, guardare una persona e capire che è quella giusta, capire che è tutto ciò che ti serve per stare bene con te stessa e con il mondo, che è la chiave della felicità. È una sensazione bellissima, avere una persona con cui voler trascorrere seriamente il resto della tua vita, una persona con cui condividere tutto, dalla quotidianità agli eventi straordinari, dagli errori ai successi. Ed è ancora più bello quando il destino ti permette tutto ciò. Il discorso è diverso quando invece il fato è contro di voi, quando le stelle vi sono avverse. Taylor, sei l'amore della mia vita, ma non puoi negare che le nostre stelle siano parecchio avverse. Spero che il nostro amore basti.
Ora o mai più. "Taylor, devo dirti una cosa", mi butto improvvisamente. "Dimmi, ti ascolto" dice, stringendomi le mani e guardandomi dritta negli occhi. Dio, non ce la faccio.
"Sabato parto" dico, tutto d'un fiato. Lei lascia le mie mani, mentre le sue cadono a peso morto sul tavolo. "Non dirmi che ti trasferisci davvero...", dice, con un tono che non riesco a decifrare. Rabbia, spavento, disorientamento o tristezza? O forse un misto di tutte queste?
Annuisco. Cala il silenzio, fra noi. "A New Heaven", continuo. "È a 5 ore di macchina da qui", dice, con un tono piatto. Annuisco nuovamente. "Quanto?" mi chiede. "Finché le acque non si saranno calmate, la supplenza dovrebbe durare fino a maggio". Un'altra pausa. "Mancano 4 mesi" annuisco, per la terza volta. Si vede che sta tenendo qualcosa dentro, un tornado di emozioni pronto a scatenarsi e distruggere tutto. Abbiamo già discusso parecchie volte nelle ultime settimane riguardo ciò, e abbiamo concordato che dovremo perdere i contatti nel tempo in cui starò via, in modo che Kubra pensi che io sia completamente sparita dalla circolazione, magari addirittura fuori dal Connecticut. Mantenere i contatti con qualcuno vanificherebbe tutto il lavoro, Kubra capirebbe che il mio è solo un inganno. Inoltre non voglio che sappia della mia relazione con Taylor, non voglio che ricorra alle maniere forti per estorcerle informazioni.
Arriva il cameriere, ma nessuna delle due ha ancora aperto il menù. "Cotoletta di vitello, con insalata come contorno", dice prontamente Tay. "Per me lo stesso", dico, fidandomi del suo buon giusto. "Da bere?" chiede. "Del vino rosso, grazie", risponde senza tentennamenti.
"Taylor, mi-"
"No", dice lei, semplicemente. Mi zittisco davanti alla sua decisione.
Prende il telefono dalla borsa e continua a temporeggiare fino a quando arrivano i nostri piatti, ovvero una mezz'ora buona. Una mezz'ora in cui non faccio altro che guardarla, ma lei mi ignora. Cosa dovrei fare? Cosa farebbe lei al mio posto?
"Buon appetito" dice freddamente, prima di iniziare a tagliare la sua bistecca. Per qualche minuto la cena procede tranquilla, se così si può definire; in ogni caso lei guardava fuori dalla finestra, mentre io guardavo lei. In particolare guardo i suoi occhi, e li vedo farsi gradualmente più lucidi mentre sbatte con frequenza le palpebre. "Torno subito", dice alzandosi frettolosamente e tirando su con il naso. Non ci posso credere: l'ho fatta piangere un'altra volta. Passa qualche secondo ma io compio comunque un gesto avventato: mi alzo e la seguo in bagno, dove la trovo appoggiata alla parete che piange disperatamente. Quando mi vede cerca di darsi un contegno, ma prima che possa riuscirci le vado incontro e la abbraccio, accarezzandole i capelli. Dopo qualche secondo lei si abbandona all'abbraccio, sfogando il suo pianto per qualche minuto. Piano piano si calma, respirando più lentamente, e il battito cardiaco si fa regolare. La accompagno a lavarsi la faccia, ora si è calmata del tutto. La prendo il volto tra le mani e la bacio delicatamente, con tutta la dolcezza di questo mondo. La prendo per mano. "Dai, torniamo al tavolo", le dico, e lei mi segue, sedendosi al suo posto. La cena non dura tanto, dolce compreso. "Ti va di fermarti a casa mia?" le chiedo, e lei annuisce mentre guida. Naturalmente al ristorante ha pagato tutto lei. Metto la mano sinistra sulla sua mano destra, che sta sul cambio. Lei si gira e sorride. "Credo che Still loving you ci rappresenti pienamente". Lei annuisce. "Sì, hai ragione. Continuerò ad amarti anche se per quattro mesi non avremo contatti l'una con l'altra". Stavolta sono io a voler piangere... quattro mesi. "Ti amo", guardo davanti a me quando lo dico, sento sulla pelle la sensazione di essere osservata. "Anche io ti amo, Laura", mi risponde, tornando a concentrarsi sulla strada. Sorrido e capisco, capisco il significato di amore.
Arriviamo a casa e io tiro fuori dell'altro vino rosso dall'angolo bar, e iniziamo a parlare. Parlare con lei è una delle poche cose che non mi stanca mai, è sempre eccitante. Questa volta l'argomento è il pride di giugno: oggi hanno annunciato le date. Nessuna di noi due è mai stata a un pride, quindi vorremmo andarci assieme. Continuiamo a parlare, fino a quando il mio sguardo cade sull'orologio del salotto: è già mezzanotte! Taylor segue il mio sguardo e sobbalza: "cazzo, domani si lavora!". Vado in camera e prendo una felpa di un azzurro pastello delicato e delle calze a tema Harry Potter che le coprono tutto il polpaccio. Le lancio tutto e lei si mette a ridere, poi si avvicina e mi spintona scherzosamente. Entra in bagno e ne esce con il "pigiama" e una crocchia alta e approssimativa. Fa un giro su se stessa e mi chiede: "allora? Come sto?" Come immaginavo, la felpa le arriva qualche centimetro sopra le ginocchia. "Benissimo" le rispondo, ridendo.
Nel giro di mezz'ora è già addormentata, fra le mie braccia, mentre mi da le spalle. Io la osservo, per quel poco tempo che mi è concesso. Non voglio perdere nemmeno un attimo con lei, fra 3 giorni parto e per un tempo che a me sembra infinito non la vedrò più.

And try, baby try
To trust in my love again
I will be there, I will be there
Love, our love
Shouldn't be thrown away
I will be there, I will be there
If we'd go again
All the way from the start
I would try to change
Things that killed our love
Your pride has built a wall, so strong
That I can't get through
Is there really no chance
To start once again
If we'd go again
All the way from the start
I would try to change
Things that killed our love
Yes, I've hurt your pride, and I know
What you've been through
You should give me a chance
This can't be the end
I'm still loving you
I'm still loving you
I'm still loving you
I need your love
Still loving you

Still loving you-LaylorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora