[IN PAUSA]
Piccole storielle fra voi e i bts. L'immaginazione è la cosa che ci contraddistingue, quindi godetevi la lettura e immergetevi nella storia con i personaggi.
➡Smut
➡Soft
➡Kink
➡️Angst
⚠Boy×Girl
⚠Ships×you
RICHIESTE CHIUSE
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Y/n's pov
"Grazie per essere qui, Namjoon. Spero che la mia bambina non ti dia tanti problemi."
Sbuffai alle parole di mia madre. Ero una brava ragazza, sempre giusta e sorridente, ma molto timida con le persone sconosciute. Stranamente, però, quando Nam si trovava accanto a me, diventavo sempre più sicura e intraprendente. Era evidente che mi piacesse. E anche un bel po'.
Adoravo la sua espressione concentrata quando si applicava a risolvere un problema, o cercava di spiegarmi al meglio la pronuncia di una parola.
Inoltre il suo inglese, mi faceva diventare paonazza dall'eccitazione che mi provocava.
Eppure sembrava che non gli importasse nulla di me, se non di farmi entrare in testa tutto il suo sapere. Scherzavamo, ci insultavamo e ci sorridevamo a vicenda. Ma nulla di più, e sembrava che a lui andasse pure bene.
Ma non a me. Volevo di più.
Namjoon mi rivolse un sorriso dolce, che svelò le sue stupende fossette. Mi aveva confessato quanto gli desse fastidio il fatto che le persone gli toccassero il viso continuamente, cercando quelle due fessure che si creavano quando sorrideva. Ricambiai di soppiatto, cercando di non farmi vedere da mia madre.
"Ma assolutamente. Sta migliorando molto, sono fiero di lei." Rispose incrociando le braccia. Era slanciato e fine, e stavo quasi per svenire a causa della sua maglietta leggera e morbida, che sembrava essere fatta apposta per lui.
Mia madre lo ringraziò e, dopo averlo salutato in modo educato, uscì di casa per andare a lavoro. Mi guardai intorno, accorgendomi che in quel preciso momento eravamo soli. Mio padre era buttato su delle pratiche lavorative da giorni, e non sarebbe tornato nemmeno quella volta a casa. Dopo alcuni convenevoli, che sinceramente odiavo, ci avviammo verso la mia camera. Sentivo il sangue bollire nelle mie vene, e repressi l'istinto animale che alloggiò in me. Non dovevo saltargli addosso.
"Sei tesa oggi?" Poggiò una mano sulla mia piccola spalla, e sussultai per il suo respiro a pochi centimetri dal mio collo. Il suo tono era dolce, ma riuscii a cogliere un cipiglio malizioso. Feci di no con la testa e affrettai il passo.
