•Richiesta 13•

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MEMBRO: Kim Namjoon
NOME: Alessia
GENERE: Smut
RICHIESTA DA: AlessiaTassi571


"Lezione ravvicinata"

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"Alessia. Mi sta ascoltando?"
Il tono gelido e ammonitore del mio professore di inglese mi fece rinsavire; non ero molto concentrata sulla correzione degli esercizi che mi aveva lasciato per casa il giorno prima, anzi, a dirla tutta, non lo ero per niente.

"Mi scusi..." balbettai, abbassando lo sguardo sulle mie scarpe, che ad un tratto mi sembrarono davvero interessanti. Il sospiro stanco del professore Kim mi fece saltare sul posto; stavo abusando del suo tempo e della sua generosità.

"Sto perdendo la pazienza. Se non vuole fare nulla, può semplicemente andarsene a casa." Dichiarò gelido, posando la penna blu, che teneva stretta nelle mani, sul libro di inglese. Lo avrei fatto volentieri. Sul serio, tutta quella situazione mi stava mettendo a disagio. Ma mia madre mi aveva praticamente obbligato ad accettare la generosa proposta del mio stesso professore; colui che mi aveva lasciato la materia ben due volte e che, prontamente, mi faceva sentire insicura sugli argomenti che sapevo alla perfezione. Era davvero un bell'uomo. Sempre in giacca e cravatta e gli occhiali posati sul naso, donandogli un'espressione seria e priva di ogni emozione.

"Mi dispiace, prof. Mi dispiace davvero." Dissi, non riuscendo ad alzare lo sguardo dal pavimento. La vicinanza dei nostri corpi era davvero minima, e non capivo se mi infastidisse o mi piacesse da matti.
Un ulteriore sospiro uscì dalla sua bocca, e vidi le sue mani muoversi per chiudere il libro che tanto odiavo. Si susseguirono momenti di assoluto silenzio in cui, stranamente, riuscii a cambiare visuale; adesso stavo fissando l'orologio sulla parete antistante a me.

"C'è qualcosa che non va?" Dichiarò, rompendo quel silenzio imbarazzante. La sua voce continuava ad avere un tono duro e autorevole, ma la domanda risultava essere premurosa. Finalmente posai gli occhi sul mio professore e mi sentii stranamente a disagio di fronte a quello sguardo penetrante e profondo che continuava a rivolgermi .Non sapevo bene se parlarne o meno con lui, infondo non avevamo nessuna confidenza all'infuori delle lezioni scolastiche e private. In realtà, non ci scambiavamo nemmeno le solite formalità. Accadeva tutto così: entravo nell'aula assegnata, lo aspettavo giocando al telefono, dopo pochi minuti mi raggiungeva e nel massimo silenzio apriva il libro e cominciava a spiegare qualche argomento complicato. Ma il suo strano e rilassante modo di comunicare, mi attraeva, e riuscivo a capire ogni cosa alla perfezione. Non sapendo cosa fare, decisi di non rispondere alla sua domanda. Il professore Kim sospirò pesantemente, richiamando involontariamente la mia attenzione.

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