Diploma

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Mi rivolge un sorriso storto e soddisfatto, poi, dopo aver fatto il gesto militare dell'attenti, esce dall'ospedale più rilassato mentre io mi avvio a ritrovare un amico.

Sono passate due settimane dal ritorno alla normalità e la scuola è finita.

Oggi è il grande giorno. Oggi è il giorno in cui io, con gran parte dei miei amici, entreremo a far parte del mondo degli adulti. Abbiamo passato gran parte di queste settimane ad organizzare una festa post diploma con tutto il branco insieme e ieri siamo stati svegli fino a tardi a raccontarci degli aneddoti successi durante tutto il nostro periodo scolastico.

"Emma sei pronta? Sbrigati!" esclama mia mamma dal piano di sotto già in preda all'ansia.

Buffo, penso io precipitandomi al piano inferiore, non dovrei essere io quella agitata?

Mi fermo sulle scale quando sento una voce, a me sgradevole, provenire dal salotto. Digrignando i denti, mi dirigo verso la voce che si rivela essere quella di mio padre che, come al suo solito, sta discutendo con mamma.

"Oh. Ciao Emma" mi saluta lui con un sorriso.

Assottiglio gli occhi, lanciandogli un'occhiataccia, per poi dirigermi all'esterno, vicino alla macchina di mamma.

"Ci vediamo davanti alla scuola, Rafael. I ragazzi li porto io, non voglio più discuterne" dice mia madre determinata.

Appena entriamo in auto, il silenzio regna sovrano.

A spezzarlo è mio fratello che dice "Credevo non venisse"

"Dall'ultimo messaggio che mi aveva mandato lo pensavo anche io, ma oggi me lo sono ritrovato davanti alla porta. Dice che vuole cambiare ed essere più presente per voi" spiega mia mamma guardando la  strada.

"Poteva benissimo restare a casina sua" replico io, ribollendo di rabbia.

Sospirando, mamma cerca di calmare le acque dicendo "Emma, lui non conosce la fama di Eichen. Non puoi dargliene una colpa"

"Posso dargli la colpa di avermi internato in un ospedale psichiatrico solo perché non lo ascoltavo!" esclamo io stupefatta del fatto che stia prendendo le sue difese.

"Forse è venuto per te, Em-Em. Forse ha capito il suo errore" cerca di giustificarlo Scott.

"Non voglio parlare di lui. Per me è come se non ci fosse" decreto io lapidaria.

La mia famiglia sospira e resta in silenzio per tutto il resto del viaggio.

Quando arriviamo, tutti i nostri amici ci stanno aspettando per entrare.

Prima ancora che mio padre possa provare a parlare con me, mi precipito ad abbracciare Lyds che, anche se non lo dà a vedere, è super agitata.

"Che ci fa tuo padre qui?" mi sussurra lei.

Scuotendo la testa, rispondo "Ignoralo"

Detto questo, sciolgo l'abbraccio per andare a salutare tutti gli altri miei amici.

L'unico che manca all'appello è Theo. Mi dispiace che non sia venuto, ma me lo immaginavo. Non gli interessano questo genere di cose e non va neanche molto d'accordo con il branco, anche dopo quello che ha fatto per salvare Liam.

Sospiro e, dopo aver lanciato un'ultima occhiata all'entrata del parcheggio, entro a scuola seguita dai miei amici.

Mi siedo al mio posto circondata dai miei compagni diplomandi e l'agitazione inizia a crescere.

Dopo il discorso recitato da Lydia, la migliore del nostro anno, la madre,nonché neo preside della scuola, inizia a chiamare tutti i ragazzi per consegnare il diploma, descrivendo in poche parole l'alunno che gli si presenta davanti.

Emma Mccall-Senior YearDove le storie prendono vita. Scoprilo ora