Capitolo Tre

545 40 21
                                    

Rosalba era quasi sicura che nessuno avrebbe notato la sua fuga. Almeno per il momento.

Era rimasta nella sua stanza per tutta la giornata, non era nemmeno scesa per pranzare.

Solo Florence era salito a chiederle spiegazioni, ma lei aveva finto una leggera indisposizione e la cosa era finita lì.

Rosalba ne era consapevole: nel momento in cui avrebbero scoperto la sua fuga, per lei sarebbe stata la fine. Sarebbe rimasta in punizione per anni. La sua unica speranza era che se ne accorgessero dopo che aveva attraversato il Lightwater. Dopodichè non sarebbero più riusciti a trovarla. Avrebbero dovuto setacciare l'intero Enchantment.

La ragazza si alzò e cominciò a raccogliere le cose che le stavano più a cuore. Quasi si commosse nel riporre nella borsetta una sua fotografia insieme agli zii. Lei era al centro, splendente come sempre, Faust serissimo, Florence con un'espressione buffissima e Soren, malinconico e di profilo. Era l'unica foto in cui comparivano tutti loro, insieme. Sembravano così felici, sembravano... -Una famiglia- mormorò piano.

Rosalba ebbe un capogiro e dovette sedersi. Non era come aveva pensato. Non era affatto facile. Le si stringeva il cuore a doversi separare da loro, dall'unica famiglia che avesse mai avuto ma...doveva farlo. Doveva cercare la sua vera famiglia. Doveva capire perché l'avevano abbandonata, perché non erano lì insieme a lei.

Sua madre, suo padre, magari qualche fratello o sorella. Non poteva vivere nell'ignoranza. Doveva sapere.

Determinata a finire ciò che aveva iniziato prese il temperino e l'accendisigari che erano appartenuti a Florence e li infilò nella borsetta. Per ogni evenienza si disse. Prese poi un po' di cibo che aveva avanzato dalla colazione, per non morire di fame. Infine ci mise tutti i suoi gioielli: una sottile catenella d'oro, due braccialetti, un paio d'orecchini di zaffiri e un anello con diamante decorato col simbolo dei Rosenoir, una rosa nera. Glielo avevano fatto fare su commissione a un gioielliere di fiducia per il suo decimo compleanno.

-Da adesso anche tu puoi dire di essere una Rosenoir- le aveva detto Faust. Se lo mise al dito. Sebbene non lo portasse quasi mai, era troppo pesante per la sua manina delicata, non si sarebbe separata da quel gioiello per nulla al mondo. Era l'unico straccio di identità che aveva. Persino il suo nome poteva essere falso, per quanto ne sapeva.

Infine mise nella borsetta il denaro che aveva trovato nella stanza degli zii la mattina precedente, pressappoco trecento corone d'oro. Era una somma notevole, ma la ragazza sapeva che gli zii non ci avrebbero neppure fatto caso, vista la ricchezza smodata che possedevano.

Rosalba si sedette alla scrivania di mogano intarsiato e aprì l'ultimo cassetto: la lettera era lì. La prese e la depose proprio al centro dello scrittoio, bisognava essere ciechi per non vederla.

S'infilò i guanti e gli stivaletti di pelle di daino, aprì la finestra e misurò ad occhio l'altezza. Saranno stati almeno dieci metri. Non poteva saltare, si sarebbe rotta qualche arto. E allora addio fuga.

Però c'era un rampicante lì vicino che sembrava essere fatto apposta per il suo scopo. Rosalba sperò solo che riuscisse a reggere il suo peso.

Lanciando un'ultima occhiata alla stanza e rimpiangendo di non poter fare altro, mise le mani sul balcone e cominciò a scendere.

La pianta dondolava pericolosamente e Rosalba due o tre volte ebbe veramente paura di non farcela. Quando ormai mancavano solo pochi metri da terra, la ragazza inciampò e rimase bloccata a mezz'aria con la mano incastrata nel rampicante.

-Ma chi me l'ha fatto fare?- si domandò cercando inutilmente di liberarsi. Non le rimaneva altro da fare che lasciarsi cadere. Prese il temperino dalla borsetta, lo dicevo io che mi sarebbe servito!, e iniziò a tagliare la pianta. Quando vide che ormai la mano era libera, chiuse gli occhi e mollò la presa.

Sleeping Beauty -Sedici anni- || COMPLETA MA DA REVISIONARE ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora