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«Nives, smetti di agitarti in questo modo! Potresti non arrivarci nemmeno al colloquio se continui in questo modo!» Esclama Christal mentre si accomoda sul divano, con una calma quasi snervante mentre io sento l'ansia aumentare ad ogni secondo che passa.

«Posso sentire l'ansia con la quale ti stai pettinando i capelli fino a qui! Sono appena le 8 del mattino e sei già pronta, dovresti seriamente calmarti.» Continua usando quel suo tono così pacato che riesce a darmi ancor più sui nervi, ma, in fondo, è ciò che la contraddistingue. Sono la sua calma e la leggerezza con cui è capace di prendere qualsiasi tipo di situazione il motivo per cui siamo amiche da così tanto. Fin da bambine siamo sempre state costantemente insieme nonostante la nostra diversità. Se dovessi definirci direi che siamo nord e sud, il sole e la luna, il buio e la luce. Ecco perché il giorno del mio diciottesimo compleanno ha deciso di regalarmi un tatuaggio: io ho un sole sulla caviglia destra e lei una luna sulla caviglia sinistra.

Il lato del cuore, l'aveva definito. Sorrido al pensiero, scuotendo leggermente la testa.

«Non riesco a capire come tu faccia, invece, a stare li sul divano a guardarti la manicure e a bere caffè se tra mezz'ora devi essere a lavoro, Christal.»

L'ansia traspare dalla mia voce e forse, per una volta, ha ragione: dovrei seriamente iniziare a calmarmi; sono perfettamente in orario, i miei capelli sono perfettamente stirati e i miei vestiti perfettamente in ordine, non ho nulla di cui preoccuparmi...o forse sì, l'autobus potrebbe ritardare o addirittura non passare e questo mi farebbe essere perfettamente in ritardo.

Questo giorno sembrava non arrivare mai, finalmente ho ottenuto un colloquio di lavoro alla New York Style, la casa editrice più importante e famosa degli ultimi 2 anni qui negli Stati Uniti.

«Hai detto bene: tra mezz'ora devo essere li; quindi ho ancora mezz'ora di libertà per osservare la mia manicure e gustare il mio caffè. Piuttosto, forse riesco a capire il tuo nervosismo, infondo pensa chi avrai come capo!» mentre esco dal bagno riesco a catturare la sua espressione sognante mentre un sorriso le abbellisce le labbra. In tutta risposta riesco solo a ruotare gli occhi al cielo non riuscendo a capire come faccia quella ragazza a trovare in tutte le situazioni un ragazzo sul quale fare abbondanti apprezzamenti.

«Chris, ti ho già spiegato ciò che penso, ma ho piacere nel ricordarti che vado li per lavorare, non per crearmi storielle d'amore, tanto meno con il mio capo.»

«Sei così noiosa, Nives. - sbuffa - Non ti ho mica detto di doverci creare una "storiella d'amore", potresti semplicemente andarci a letto.» sospira con fierezza, mimando le virgolette con le mani e sorridendo nella mia direzione. Sempre la solita.

«Con quale coraggio riuscirei a guardarlo allo stesso modo il giorno dopo?» chiedo ironicamente cercando di mettere fine ad un discorso, secondo il mio punto di vista, completamente privo di senso.

«Potresti rifarlo anche il giorno dopo, - ammicca lei - O semplicemente potresti anche non ricordare nulla.» conclude facendomi un occhiolino. Sbuffo di rimando ruotando i miei occhi al cielo lasciando perdere la questione. Dando un veloce sguardo all'orologio mi rendo conto che potrebbe essere quasi il caso di avviarmi e - mettendo in conto gli eventuali contrattempi che potrebbero verificarsi e causare un mio ritardo - mi alzo definitivamente dalla sedia sulla quale ero seduta fino a qualche secondo prima. Velocemente mi dirigo verso la mia camera afferrando la borsa nella quale inserisco chiavi, telefono, rossetto - per ritoccarlo nel caso mi serva - e portafogli, tutto quello che potrebbe servirmi durante la giornata. Afferro il mio giubino di pelle, poichè nonostante sia solo settembre, le temperature qui a New York sono già calate. Istintivamente rigiro tra le dita la mia collana portafortuna, regalatami da mia madre qualche anno prima e che non tolgo in nessuna occasione. La collana raffigura un piccolo elefante, animale che simboleggia la longevità, la stabilità e il forte legame che ho con la mia famiglia. Prima di uscire di casa, saluto con un bacio sulla guancia la mia migliore amica e finalmente mi dirigo al di fuori dal mio appartamento. Cerco di sbollire il nervosismo camminando fino alla fermata dell'autobus che fortunatamente passa solo un quarto d'ora dopo.

BREENWhere stories live. Discover now