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Ieri sera dopo la confessione fatta da Liam, siamo stati interrotti dal ritorno al tavolo di Axel con una Chris decisamente troppo ubriaca ed infatti, siamo tornate a casa dopo pochissimo gentilmente accompagnate da Liam che, vista la situazione, ci ha offerto un passaggio.

Dopo esser tornate a casa ed aver messo a letto Chris, mi sono, come sempre, rifugiata tra i miei pensieri per cercare di metabolizzare tutto ciò che ha detto Liam ed anche ciò che mi ha lasciato intendere.

Liam ed Harry sono cugini.


Non riesco a spiegarmi come sia possibile essere così distanti per due persone legati da un vincolo così grande come una parentela; da come però ha inteso Liam, deve esser stato Harry a chiudere i rapporti, anche a giudicare dal tono dispiaciuto che ha usato per parlare della situazione.

Ovviamente non ho assolutamente intenzione di parlarne con Harry, o almeno non nell'immediato futuro: non so assolutamente come possa prenderla e non voglio fare passi indietro nel mio rapporto con lui che sembra star facendo solo passi avanti, per mia fortuna.

Nel pensare a lui, subentra nella mia mente il pensiero della sera stessa. Non riesco a capire cosa mi faccia sentire così agitata al pensiero di passare del tempo con lui fuori dalle mura del nostro ufficio e precisamente non so perché io lo sia.

Metà giornata lavorativa è passata e non so se esserne profondamente sollevata o se un macigno si sia profondamente insidiato dentro di me. Il fatto che la giornata sia quasi finita significa che il momento di andare a casa di Harry avanza e si fa sempre più vicino mentre io vorrei solo che un buco nero mi inghiotta così che io abbia una scusa plausibile per declinare l'invito nonostante abbia già accettato, anzi, nemmeno mi spiego cosa cazzo mi sia passato per la mente in quell'esatto momento. Con Harry non ho ancora avuto modo di riparlare di ciò che è successo tra di noi durante il viaggio e il fatto che ci troveremo da soli in un posto che è lontano anni luce da essere anche un tantino familiare per me, non aiuta.

Essendo arrivato il momento di una dose di caffeina, forse per mettere a tacere questi pensieri assurdi e concedermi un attimo di relax anche dagli articoli che sto sistemando da questa mattina e dalle informazioni che sto assorbendo da questa mattina.
Mi libero momentaneamente dalle innumerevoli carte e pagine aperte sul mio pc per dirigermi verso la macchinetta del caffè.

Il corridoio pare essere completamente vuoto e quasi mi domando se il buco nero che desideravo prima abbia risucchiato tutti tranne me per qualche assurdo scherzo del destino che vuole obbligatoriamente farmi rimanere sulla Terra per questa sera, e spontaneamente mi chiedo se abbia risparmiato anche Harry Styles per lasciarlo qui con me. Quasi ci spero.

Non riesco a capacitarmi dei miei stessi pensieri, quasi fosse un'altra persona a farli nascere al posto della vera me, la mia testa e così anche le reazioni del mio corpo che scaturiscono da essa mi risultano essere del tutto estranee e non so se dar più peso alla natura innata di queste sensazioni o al lato razionale di me stessa.

Ho da poco notato che questa macchinetta del caffè ha una "chiave" per i dipendenti, come quella che ero solita trovare in quella sottospecie di clinica che sono stata solita frequentare fino ai miei 5 anni di vita e dalla quale numerosi dottori senza camice prendevano regolarmente il loro caffè alle 10:30 in punto!

Quel dettaglio mi è rimasto particolarmente impresso dato che era il solito orario in cui mia madre fissava gli appuntamenti e nel quale, puntualmente, ci fermavamo per lasciar che quest'ultima prendesse il caffè in loro compagnia.

Ricordo di aver spesso chiesto, durante la mia infanzia, il motivo per il quale fossimo sempre lì dato che più che visite di controllo, che credo siano abbastanza comuni nei bambini, si limitavano a porre qualche domanda su come stessi e su quante cose riuscissi a fare in presenza dei miei genitori con l'aggiunta sporadica di qualche controllo sulla corretta funzionalità dei miei cinque sensi, che con il tempo ho scoperto funzionare molto bene, e qualche martellata sulle ginocchia, forse proprio per questo mia madre ha smesso di portarmici.

Ovviamente, per una sola volta che prendo da sola il caffè in questa assurda macchinetta, si blocca! Ed ovviamente i soldi sono già stati inseriti dato che non ho la chiave per i dipendenti e, ovviamente, il caffè non ha nessuna intenzione di uscire. Per quanto mi sia fisicamente possibile data la forza che ho e che in un'altra situazione sarebbe stata maggiore, ad esempio con caffeina in circolo, non riesco in alcun modo a farmi restituire i soldi e ironia della sorte, il buco nero non ha risucchiato Harry Styles dato che è qui che ride sotto i baffi prendendosi gioco di me. Ricordo di aver quasi sperato, nel mio subconscio, che lui fosse stato risparmiato, ma che lui si prendesse gioco di me non era nei piani.

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⏰ Last updated: Apr 15, 2019 ⏰

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