Il mattino successivo mi alzo prima che la sveglia impostata la sera prima suoni; per le sei e un quarto mi sono già fatta la doccia e mi sono già vestita. Mi lego frettolosamente i capelli e inizio a sistemare in valigia tutti i miei effetti personali rimasti in giro fino ad ora. Non che ce ne siano molti, ma comunque sono abbastanza da portarmi via una buona mezz'ora per essere sicura di aver riposto tutto quanto in valigia.
Di fatto, nonostante la camera sia mia fino a questa sera, oggi dovrò passare fuori l'intera giornata. Prima devo andare in banca a controllare che sia arrivato sul mio conto il bonifico dei miei genitori, poi devo prenotare e pagare una camera in un ostello a Waterloo e nel frattempo continuare a controllare anche il sito dove ho creato il mio profilo au-pair, in caso arrivi qualche offerta.
Per quanto riguarda l'ostello, ho dovuto abbandonare in fretta l'idea di stare in un appartamento in affitto fino a quando non riesco a mettermi in comunicazione con una famiglia. Gli affitti raggiungono purtroppo cifre da capogiro e non posso permettermi di spendere centoventi sterline a notte in attesa di trasferirmi presso una famiglia.
In più, devo recarmi in lavanderia per sciacquare i jeans e i maglioni che ho usato in questi giorni. Devo andare nel supermercato più vicino e comprarmi fra le varie cose anche del pane e qualche snack perché soprattutto nei prossimi giorni non potrò continuare ad andare a mangiare fuori. Devo cercare di risparmiare, almeno in queste prime settimane, per pesare il meno possibile sulle spalle dei miei genitori.
Prima di scendere a fare colazione, telefono a mia madre per chiederle se riesce a inviarmi un pacco con alcuni dei miei vestiti invernali, dato che ovviamente quelli di cui dispongo al momento sono insufficienti. Ci accordiamo per fare una videochiamata stasera, in modo che le possa indicare i vestiti che mi servono ed evitare così che mi invii l'intero armadio, dato che comunque a breve tornerò in Italia per un weekend e quindi potrò eventualmente mettermi qualcos'altro in valigia per quando ritornerò qui a Londra.
Insomma, si prospetta una giornata lunga e impegnativa. Da un giorno all'altro mi sono ritrovata a dover badare a me stessa e a tutto ciò che ne consegue. La libertà ha un prezzo, ma per quel che mi riguarda ne vale totalmente la pena.
------------------------------------------------------
Per mezzogiorno ho già svolto le mie commissioni in banca, ho già prenotato per tre giorni una camera presso l'ostello e portato i vestiti in lavanderia. Dopo un ritorno veloce in hotel per riporli in fretta in valigia, esco nuovamente per andare al supermercato.
Ho visto un discount poco lontano dall'hotel e, grazie al navigatore sul mio cellulare, riesco a ritrovarlo. Mentre prendo un carrello cerco di fare mente locale su ciò che mi serve, ma la lista è talmente lunga che decido di procedere per corsie e riempire mano a mano il carrello.
Shampoo, bagnoschiuma, fazzoletti, salviette struccanti, dentifricio, pane per tramezzini, biscotti, pizzette, bottigliette d'acqua: questo è il contenuto delle due borse che devo trasportare fino in hotel sotto a un cielo plumbeo che non promette niente di buono.
Mi preparo un panino al volo e, mentre lo addento stando in piedi di fronte alla vetrata che occupa tutto il quarto lato della stanza, osservo il traffico cittadino dell'ora di punta, di cui non mi giungono che i rumori dei motori dei veicoli e dei clacson.
Ad un tratto sento il cellulare vibrare nella tasca dei jeans. Lo recupero in fretta e, non appena noto che si tratta di una e-mail dell'agenzia di au-pair, sento il battito del mio cuore accelerare.
Mano a mano che scorro il testo della mail, vengo sopraffatta da una moltitudine di sensazioni: tutti i miei sforzi e gli ostacoli che ho dovuto affrontare sono terminati. Ho raggiunto il mio obiettivo e non potrei esserne più orgogliosa; mi è costato lacrime, litigi, disagi, dubbi, ma oggi pomeriggio potrò finalmente incontrare la mia famiglia ospitante. Nella mail l'organizzatrice ha allegato l'indirizzo della casa e ha specificato che conoscerò la signora Wilson e i suoi due gemellini, Beth ed Edward.
STAI LEGGENDO
Au-pair Girl// Blake Richardson New Hope Club
FanfictionLui è inglese. Loro sono razzisti. Lui è bisex. Loro sono omofobi. Lui è un cosmopolita. Loro sono tradizionalisti. Lui è il mio ragazzo. Loro sono i membri della mia famiglia. --------------------- "La verità è che non ho più voglia di fare un ca...