21- Conto alla rovescia

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Mi guardo allo specchio, soddisfatta del risultato ottenuto. Era da tanto che non mi truccavo così bene. Mi ravvivo un po' i capelli, mi liscio la gonna del vestito con le mani e mi spruzzo un po' di profumo sul collo. Cerco sempre di non occupare il bagno per troppo tempo, ma stasera faccio un'eccezione, visto il cambio di piani all'ultimo minuto. Fra poco, infatti, uscirò con Blake, Reece e George e andremo a guardare i fuochi d'artificio a Trafalgar Square. Non riesco a immaginare un modo migliore per finire l'anno e cominciare in bellezza quello successivo.

Abbie mi raccomanda di stare attenta, oltre a domandarmi con chi esco. La sua preoccupazione materna è rassicurante per me, perché in un certo senso mi ricorda mia madre e questo mi fa provare meno nostalgia di casa. Le spiego brevemente che passerò la serata con tre amici conosciuti circa tre settimane fa. Dal suo sguardo eloquente capisco che ha inteso che uno dei tre è un po' più di un amico. Infatti Abbie, rendendosi conto di aver fatto bingo, comincia a farmi domande su Blake. Mi chiede se è più grande di me, quanti anni ha, se studia o se va a lavorare, se abita qui vicino. è un po' complicato e imbarazzante doverle spiegare che è praticamente un senzatetto. Anzi, dirlo a voce alta risulta strano e inadeguato anche alle mie orecchie, così tento di glissare la domanda concentrandomi su quello che faremo.

Io e Abbie continuiamo a parlare sedute al tavolo di cucina fino alle nove; dopodiché lei va a dormire, mentre io mi infilo il cappotto ed esco di casa. Le strade sono tutte affollate, piene di giovani che stanno andando a festeggiare. Per questo motivo non avverto l'ansia di camminare da sola di notte come succederebbe normalmente e, quando arrivo a destinazione, sono elettrizzata dall'idea di festeggiare Capodanno per la prima volta, nel centro di Londra, con una persona speciale. Non sembra neanche la mia vita.

Io e gli altri tre ci siamo dati appuntamento davanti a un ristorante poco lontano, in cui andremo a mangiare prima di incamminarci verso Trafalgar Square. Quando arrivo, Blake, Reece e George sono già davanti all'ingresso. Saluto tutti e tre, restiamo fuori un po' a chiacchierare e poi entriamo. Sto per seguire Reece dentro al ristorante, quando sento Blake allungare una mano per stringere la mia. Mi volto verso di lui con un sorriso ebete stampato in viso e lui ricambia abbassando il viso sul mio per lasciarmi un piccolo bacio sulla fronte.

Persino quando siamo seduti a tavola, Blake continua a tenermi la mano sotto al tavolo. è un gesto semplice e innocente, ma anche premuroso e rassicurante. Racchiude in sé l'idea che "io sono qui, con te. Voglio che tu lo senta e capisca che non ho intenzione di andare da nessuna parte senza di te".

Per tutta la serata parliamo del più e del meno: dalle esibizioni dei ragazzi ai nostri propositi per il nuovo anno, dal cibo fin troppo sofisticato a come sta procedendo la mia esperienza da ragazza alla pari. Mi sento incredibilmente a mio agio per tutto il tempo; anzi, mi sento come se in questo momento non ci fosse altro posto al mondo in cui io dovrei trovarmi.

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Blake evita il mio sguardo e io avverto un'inaspettata fitta al petto. Siamo fuori dal ristorante e stiamo aspettando che gli altri due riescano e destreggiarsi nella lunga fila davanti al bagno.

Senza quasi pensarci, come se la mia voce appartenesse a qualcun altro e io non fossi in grado di controllarla, ho chiesto a Blake quando hanno intenzione di ripartire. Non ha ancora risposto esplicitamente, ma il suo sguardo abbassato è già un responso per me.

- Spero solo non troppo presto.- sospiro.

- Non prima di una decina di giorni.- conferma Blake, guardandomi finalmente negli occhi.- Ci hanno ricontattato quelli del locale a Manchester per un'esibizione a metà gennaio.

- Allora vuol dire che avete proprio spaccato l'ultima volta.

- Già. Magari prima o poi riusciremo ad esibirci anche all'estero.

- Ne sono certa.- gli sorrido incoraggiante.

- Se lo dici tu, allora ci credo.

Blake ricambia il sorriso.

- Sai, stavo pensando che forse il fatto che io sia spesso fuori città potrebbe aiutare la nostra relazione.- riflette a voce alta.- Potrebbe sembrare un paradosso, ma, se ci pensi bene, il fatto di non vederci sempre ci può aiutare a non sprecare e a non dare per scontati i momenti in cui siamo insieme. Che ne pensi?

- Io penso che tu pensi troppo.

Blake alza gli occhi al cielo e sbuffa divertito.

- Meno male allora che ci sono io che penso per entrambi.

Gli tiro un pugno sul braccio, fingendomi offesa.

- Chi litiga a Capodanno, litiga tutto l'anno.- sentenzia George raggiungendoci. Dietro di lui, Reece ci fa segno di incamminarci verso Trafalgar Square. In effetti, sono già le undici passate. Se fossimo usciti prima dal ristorante, magari non ci saremmo dovuti accontentare di osservare i fuochi d'artificio stando in fondo alla piazza, ma non m'importa.

- Tranquillo, George, è difficile litigare senza vedersi. E quando ci vedremo saremo occupati a fare dell'altro.- Blake mi fa l'occhiolino e io sento le guance tingersi di rosso in meno di un secondo.

Gli altri tre scoppiano a ridere e non la smettono di prendermi in giro per almeno un buon quarto d'ora, fino a quando un maxi schermo posizionato dalla parte opposta della piazza non ci informa del fatto che mancano meno di dieci minuti a mezzanotte. La folla intorno a noi è in fermento: c'è chi sta già stappando bottiglie di champagne, chi si unisce agli allegri cori al centro della piazza, chi improvvisa qualche passo di danza.

Lancio un'occhiata allo schermo: mancano sette minuti. Il mio pensiero va alla mia famiglia. Prego mentalmente che siano felici anche solo un quarto di quanto lo sono io in questo momento. Sono consapevole della sofferenza che ho causato ai miei genitori, ma spero che siano riusciti a lasciarsi tutto alle spalle, come ho fatto io.

Ora sono solo cinque i minuti che mi separano dal nuovo anno. Penso a Bea, al nostro rapporto che non è mai stato particolarmente profondo. Siamo migliori amiche, ma a malincuore devo ammettere che è più un'etichetta che ci siamo affibbiate, che abbiamo mantenuto negli anni come quella vecchia maglietta che non indossi mai, ma che per qualche motivo non vuoi buttare via. Non è mai stata un'amicizia degna di essere definita tale e in parte è stata colpa mia. Sono stata troppo superficiale nel nostro rapporto, non mi è mai importato sul serio di costruire un legame forte, ma allo stesso tempo mi andava bene chiamarla "migliore amica". Mi riprometto mentalmente di sistemare le cose la prima volta che tornerò in Italia, anche se lei mi sta evitando in tutti i modi per qualche motivo a me sconosciuto.

Due minuti. In questi ultimi due minuti ringrazio qualunque entità presente lassù per tutte le opportunità che mi ha dato quest'anno, per le delusioni e le sconfitte che mi hanno aiutata ad apprezzare ancora di più i momenti di gioia e per le persone che mi ha fatto incontrare. In particolare, ripenso inevitabilmente a Matteo. Sono grata per aver conosciuto una persona così pura, che mi ha insegnato cos'è l'amore e come conoscere meglio me stessa mettendo da parte la ragione ogni tanto. Se prima consideravo Matteo un'opportunità che mi sono lasciata sfuggire fra le dita, ora lo ritengo l'angelo custode che mi ha aperto le porte della vita, quella vera, quella che mi ha condotto fin qui oggi.

È iniziato il vero conto alla rovescia. Mi unisco alla folla, che canta, si esalta, saltella, sbraita quella manciata di numeri che ci separano da 365 nuove opportunità. Sento il braccio di Blake intorno alla mia vita, mentre l'altro è alzato verso il cielo.

Tre secondi. Alzo lo sguardo verso di lui, contemplando la linea della mandibola, la pelle chiara del collo, le guance tinte di rosso per l'euforia.

Due secondi. Allungo una mano fino a sfiorare il viso di Blake, voltandolo verso di me.

Un secondo. I suoi occhi sono spiritati, colmi di un'emozione che mi travolge e mi fa barcollare. Si inumidisce le labbra socchiuse e azzera la distanza fra i nostri volti. Tutt'intorno a noi la folla esplode all'unisono, strattonandoci di qua e di là. Giurerei di sentire il mio cuore esplodere allo stesso modo, seguendo i colpi dei fuochi d'artificio nel cielo notturno, quando Blake approfondisce il bacio e mi stringe ancora di più a sé.

Au-pair Girl// Blake Richardson New Hope ClubDove le storie prendono vita. Scoprilo ora