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Non so nemmeno perché scrivo qui. Forse per sfogo personale oppure perché non ho il coraggio di dire nemmeno a me stesso certe cose.
Non si sa come e perché è iniziato tutto. Probabilmente avevo bisogno di fuggire da un periodo stupido o forse perché ne rimasi intrappolato prima che potessi rendermene conto.
Ho sempre avuto il controllo su tutto. Mi bastava sorridere un poco per farsì che gli altri mi assecondassero in quello che mi prefissavo, raggiungendo gli obiettivi con facilità.
Eppure lui no.
Entra silenzioso, sconvolge e se ne va come è entrato. Senza far rumore.
Inizialmente lo vedevo come un amico sincero. Non capii nemmeno quando diventò qualcuno da far "mio". E dopo aver fatto capire le mie intenzioni... è rimasto.
Mi ha devastato.
Un mese dopo il diploma, era venuto a trovarmi.
Avevo cercato di comportarmi come meglio potevo pur di non ricadere nel pensiero di "catturarlo".
Una volta che passò il gate dell'aeroporto, mi sono avvicinato all'enorme vetrata. Ho aspettato di vederlo salire sull'aereo prima di andarmene.
Salii sulla mia auto e misi in moto. Non accesi nemmeno la radio. Dovevo schiarirmi le idee. Da lì sarebbero passati mesi prima che ci saremmo rivisti, per cui quella strana fitta al petto sarebbe svanita e avrei ripreso la mia vita tranquillamente.
Da quel giorno però iniziarono a mancare i "buongiorno" o le "buonanotti", ed infine anche le chiamate.
Quella fitta purtroppo stava iniziando a diventare un dolore costante, distaccandomi da ciò che erano il mio lavoro e la mia vita.

Venne interrotto da una telefonata. Il capo della sua agenzia lo stava contattando per sventare un possibile attacco da parte dell'organizzazione Anti-eroi nella zona di Hanamura.
Kirishima Eijiro, 20anni, diplomato alla scuola professionale Yuuei, eroe. Aveva lottato per diventare ciò che era ora e aveva rafforzato quel carattere debole che aveva ragazzino. Quirk: indurimento. Poteva indurire ogni parte del suo corpo fino a renderlo indistruttibile.
Sospirò e andò a cambiarsi, mettendosi la tua divisa: gear rossi intorno alle spalle, pantaloni grigio scuro, stivali granata, cintura rossa con una grossa R come fibbia. Si mise davanti allo specchio per sistemarsi la maschera nera che gli contornava il viso e si soffermò ad osservare le sue sopracciglia corrucciate. Si diede due enormi schiaffi per poi sorridere. Sempre, non aveva mai smesso di farlo. Forse sorridere e vedere che gli altri si inondavano di felicità, lo faceva in qualche modo sentire parte di qualcosa.
Uscì per strada e si diresse verso il punto di ritrovo. Da lì venne poi accompagnato nei boschi circostanti, mentre le informazioni gli verranno fornite una volta giunto a destinazione.
Sceso dalla vettura, si avvicinò ad alcuni agenti per chiedere dettagli e sul suo ruolo nell'operazione.
"Portare le famiglie tenute in ostaggio al sicuro. Ok: lasciate fare a me!" esclamò battendo i pugni tra loro.
In questa missione verrà affiancato da altri tre eroi. Gli venne comunicato che per ora sapevano solo le loro posizioni e che il piano prevedeva un'incursione dai quattro lati del tempio. Per ora nel cortile erano posizionati alcuni uomini armati, ma apparentemente nessuno di loro possedeva un quirk.
Il suo ruolo prevedeva di far concentrare l'attenzione su di lui dall'entrata principale, in modo da attirare più nemici all'esterno, un altro eroe avrebbe dovuto entrare seminando caos e condurli nel cortile, dando poi manforte a Kirishima; gli ultimi due dovevano mettere in salvo tutte le persone all'interno del tempio.
"Mi raccomando: la priorità alle famiglie." si raccomandò un agente.

23:55

Kirishima si trovava nella posizione indicatagli per l'inizio dell'operazione.
"Ancora 5 minuti di ansia..."
Nella calda notte estiva, non c'era nulla che fiatasse: nemmeno il suono di un grillo o qualche rapace che proveniva da quel bosco. Tutto taceva. Iniziò a sentire la tensione e si morse il labbro inferiore, chiuse gli occhi e respirò a fondo per trovare la concentrazione. Infine i rintocchi di un lontano campanile annunciarono la mezzanotte.
"Andiamo!"
Prese a correre uscendo dal bosco e, attivando il quirk, balzò al centro del cortile. Sin da subito gli uomini iniziarono a dare l'allarme, qualcuno prese a sparare, mentre qualcun'altro scappò. Alcuni nemici raggiunsero dall'interno il cortile e iniziarono a sparare verso l'eroe. Sapeva bene che non poteva perdere tempo: saltava da una zona all'altra cercando di ridurre al minimo gli sforzi e abbatterne il più possibile. Si concentrò principalmente su chi possedeva armi da fuoco, per poi passare a chi gli andava incontro con manganelli o tirapugni. Ci volle quasi un'ora prima che riuscì a catturare tutti i malviventi presenti.
"Qui Red Riot: missione compiuta." comunicò agli agenti.
"Ben fatto: resti nella zona in attesa di nuovi ordini." gli venne detto.
"Attesa nuovi ordini?" si chiese dubbioso.
Guardò gli agenti della polizia locale mentre portavano in manette gli scagnozzi dell'organizzazione e un paio di colleghi lo andarono anche a ringraziare per il lavoro svolto.
Sorridendo come era suo solito fare, ringraziava a sua volta per il loro supporto.
Stava parlando con un tenente, quando dietro di lui si udì un forte boato. D'impulso si indurì il corpo e qualcosa gli venne scaraventato addosso. Andò a sbattere contro una parete di marmo, la quale si incrinò. L'urto gli provocò un leggero fischio alle orecchie. Scosse la testa e aprì gli occhi cercando di capire cosa lo stesse bloccando con la schiena al muro.
"Tu?!" fu l'unica cosa che gli uscì.

The world needs heroes [KiriBaku]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora