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Kirishima aprì gli occhi. Osservò fuori dalla vetrata della sala che dava sul cortile: probabilmente era mattina inoltrata. Si stropicciò gli occhi e guardò dalla parte opposta del divano: Bakugou dormiva sereno. Sorrise. Si concesse qualche secondo per osservare i suoi lineamenti distesi. Ed eccola lì: quella fitta che si faceva sentire sempre più forte. Scosse la testa e si diresse in bagno per farsi una doccia.
"Dannazione..." pensò facendo scorrere l'acqua sul viso. Quando ritornò in sala, trovò l'amico imprecare vicino ai fornelli: aveva rovesciato una tazza di caffè sul piano cottura e stava cercando qualcosa per pulire.
"Il buongiorno si vede dal mattino..." disse avvicinandosi sorridendo.
"Buongiorno un cazzo..."
"Lascia stare: faccio io." rispose gentilmente e prese un panno da sotto il lavello. "Grazie per aver preparato la colazione.".
Bakugou lo guardò mentre puliva il suo disastro e terminava di preparare la tavola con tazze e biscotti: indossava una semplice canotta grigio scuro, un paio di bermuda rossi e i capelli erano naturali. E poi eccola lì, quella cicatrice sulla clavicola. Prese a fissarla con sguardo triste.
"Bakugou...?" gli chiese il rosso.
Il biondo uscì dalla sua trance e, schioccando la lingua, si sedette al tavolo. Kirishima si mise di fronte a lui e ne seguì una colazione silenziosa. Troppo silenziosa.
"Oggi... lavori?" gli chiese infine.
"Figurati sei quello mi lascia di riposo." rispose imbronciato.
"Beh, almeno puoi scendere in strada a pattugliare ed aiutare qualcuno..." si intristì: a lui mancava quella quotidianità. Quanto tempo doveva ancora aspettare? O meglio: sarebbe tornato operativo a tutti gli effetti?
Bakugou notò lo sguardo cupo dell'altro. Strinse i pugni, ma non rispose.
"Vengo a cena qui, fammi trovare qualcosa di decente da mangiare quando arrivo." gli disse alzandosi e dirigendosi verso il bagno.
Kirishima sorrise. Lo sentì prepararsi e uscire senza dire altro.
Sospirò e iniziò a sistemare la cucina. Decise che avrebbe scritto a qualcuno dei suoi vecchi amici per organizzare il pomeriggio, ma purtroppo nessuno era libero.
"Ottimo..." pensò amaramente.
In quel periodo tutti erano impegnati; lui, nonostante andava comunque a lavorare, si sentiva un po' tagliato fuori.
Andò in camera e si buttò di schiena sul letto.
Si ritrovò a pensare all'imbarazzo provato quella mattina quando il ragazzo gli aveva guardato la cicatrice. Quello sguardo triste... Alzò il braccio coprendosi gli occhi.
"Perché mi fa questo strano effetto...?" si domandò. E cos'era quel dolore che provava ogni volta che il biondo era in sua compagnia o quando si trovava a pensare a lui?
Doveva parlarne con qualcuno.
Scrisse un messaggio all'unica persona che lo conosceva bene.
"Ciao Kiri! Va benissimo. Stacco dal lavoro intorno alle 16, quindi potremo vederci alla solita gelateria."
E fu così che all'orario prestabilito si trovò davanti a quella gelateria piena di ricordi: ci veniva spesso alle medie.
"Terra chiama Eijirou!" disse una voce.
Il ragazzo si girò trovandosi davanti una ragazza con la carnagione rosa.
"Ehi!" rispose sorridendo.
Mina Ashido, la sua eterna amica di infanzia. Finito il liceo avevano preso a frequentarsi poco a causa del lavoro di entrambi, ma non avevano perso i contatti.
Ordinarono una coppa gelato e si sedettero ad un tavolino. Inizialmente parlarono del più e del meno, ma poi lei gli domandò il perché di quell'incontro.
Kirishima le raccontò sia del suo rapporto con il biondo e sia di tutto ciò che ne conseguiva.
"Eijirou, non è che sei innamorato?" domandò tutt'un tratto.
Il ragazzo prese ad agitarsi arrossendo. "Innamorato? Io? Non so nemmeno cosa vuol dire... innamorarsi." rispose imbarazzato.
Lei inarcò un sopracciglio. "Appunto, non lo sai tu, ma lo so io. Tu sei innamorato. Magari lo sei sempre stato, ma solo ora te ne stai accorgendo. Quello che tu chiami dolore al petto ne è prova. Dovresti secondo me accettare la cosa e sicuramente starai meglio."
"Stiamo comunque parlando di Bakugou..." le ricordò.
"Beh, visto che siete in confidenza, prova a fare qualcosa che glielo faccia capire."
Kirishima arrossì nuovamente.
Innamorato? Lui? Era fuori discussione. Aveva sempre considerato quella testa calda quasi come un fratello. Non poteva esserne invaghito. L'amore era una delle poche cose che non lo sfioravano minimamente.
"Secondo me è solo il periodo che sto passando. Probabilmente sto cercando solo di trovare qualcosa che mi distragga..." concluse lui sorridendo.
La ragazza sospirò e si alzò.
"Ora devo andare. Vedi di riflettere bene: meglio ricevere una porta in faccia anziché continuare a prendersi in giro." gli disse prima di andarsene.
Il ragazzo stette ancora qualche minuto seduto al tavolino per poi avviarsi verso casa.
"Sono più confuso di prima. Non mi era mai palesata l'idea che potessi innamorarmi del mio migliore amico. Riflettendoci, credo che il nostro legame si sia rafforzato dopo il suo rapimento. Ho visto la parte di lui oltre la barriera, quella che non è orgogliosa, quella che non ha paura di essere debole. Solo io l'ho vista. Per tanti è solo un ragazzo orgoglioso che non guarda in faccia a nessuno. Per me è... cos'è per me?" si chiese davanti alla porta di casa.
Entrò e guardando l'ora decise di iniziare a preparare cena.
"Mina ha ragione: devo farmi chiarezza."
Finì di cucinare e apparecchiò la tavola. Infine si sedette sul divano, facendo zapping nell'attesa dell'arrivo del biondo.
Il rosso si svegliò cadendo dal divano dopo l'ennesimo incubo. 04.37. La tavola era ancora apparecchiata. Kirishima si strinse le gambe al petto e nascose il viso tra le ginocchia.
"Perché sto piangendo...?"

The world needs heroes [KiriBaku]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora