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12.30

Kirishima era seduto alla sua scrivania a ricevere chiamate di soccorso: c'era un nonnino che aveva solo voglia di chiacchierare, una signorotta che si era lamentata di alcuni ragazzini che, involontariamente, avevano rovesciato le cassette di mele esposte fuori dal suo negozio, un bambino che voleva supporto per dire ai genitori di aver preso un brutto voto a scuola, etc...
Guardò l'ora e decise di andare a pranzo. In mensa guardò il menù del giorno e pensò che nulla l'avrebbe soddisfatto come un piatto di carne di sua mamma. Optò per una fettina di pollo e un'insalata. Finito il pasto si concesse una tazza di caffè.
Il suo titolare entrò nella sala di ristorazione e lo chiamò a grande voce.
Sbuffando entrò nell'ufficio e attese.
"È in corso una rapina in una gioielleria. Al momento sono solo in due e all'interno sono tenuti in ostaggio due ragazzi e quattro commessi. Il resto lo lascio a te."
Kirishima annuì ad ogni parola e sfoggiando un enorme sorriso disse solamente "Ci penso io!"
Uscì dall'agenzia e si mise a correre verso il negozio. Una volta giunto, i soliti agenti gli fornirono poche più informazioni di quelle che già sapeva. Optarono per l'ingresso sul retro.
Entrò con facilità dalla porta del magazzino e cautamente si diresse verso la parete che lo separava dalla stanza in cui erano tenuti gli ostaggi.
"Sembra un lavoretto semplice." pensò. Passò all'attacco, ma giunto nella camera trovò un terzo complice vestito di sole bombe.
Panico.
Se avesse fatto scatenare il putiferio, quello si sarebbe fatto saltare in aria senza troppi scrupoli e non sarebbe riuscito a concludere nulla, se non a portare cadaveri fuori dell'edificio.
Era lì, fermo al centro della stanza, circondato dai tre uomini, gli ostaggi affiancati contro le piglie e la tensione era alta.
"Quindi eroe cosa intendi fare ora?" sghignazzó uno.
"Da eroe, ora porterò il vostro culo al fresco." disse sorridendo.
"No così non va bene... pensa Eijirou pensa... ho sei persone da portare fuori di qui illese, due armati e un pazzoide..."
D'istinto saltó e con un pugno fece crollare il soffitto al centro della stanza.
Uno degli armati prese a sparare in mezzo alla nube di polvere. Fu in quel momento che Kirishima approfittò per rompere una vetrina e far uscire da lì gli ostaggi facendo loro scudo con il suo corpo indurito.
"Ora pensiamo a questi tre..." pensò.
La nube di fumo si dissolse e le uniche parole che sentì furono "Game Over".
Un boato enorme si sentì per tutto il quartiere: quel pazzo si era fatto saltare in aria. Sembrava di assistere ad una carneficina: Kirishima era stato sbalzato e fortunatamente aveva attivato al massimo il suo quirk riducendo più che poteva l'impatto. Sospirò: di fronte a lui si trovavano resti dei tre, sangue e macerie.
"Red Riot! Risponda!"
"Sono vivo, sono vivo..." rispose. Quella scena da film dell'orrore se la sarebbe sognata per notti.
Ne uscì con una frattura al braccio sinistro e qualche ustione. Forse era stato quasi miracolato: se non avesse attivato il suo quirk, forse non sarebbe stato nemmeno vivo.
E si presentò così, alle 20.00, davanti alla fontana del parco.
Bakugou lo guardò arrivare: braccio legato alla spalla, cerotti e lividi, fasciatura intorno al collo. Si domandò quante altre bende nascondeva sotto quella maglia e pantaloni.
"Potevamo rimandare." gli disse solamente.
"Scherzi?!" gli rispose Kirishima sorridendo.
"SEI STATO UN COGLIONE!"
Kirishima rise. Era il modo del biondo per dire che si era preoccupato.
"Vedi che ci va ben altro per uccidermi." gli disse. "Ringrazio solamente che i miei genitori siano andati fuori per lavoro e almeno con una telefonata li ho rassicurati... Più che le ferite, è quello scenario che non mi leverò dalla testa per un po'. Sono un eroe, nonostante erano criminali, dovevo portare fuori di lì vivi anche loro." confessò con una punta di rimorso.
Bakugou lo prese per la maglia violentemente portando il suo viso vicino a quello del rosso.
"CHE COSA STAI DICENDO?! IL TUO COMPITO ERA SALVARE GLI OSTAGGI! SE QUELLO SI È AMMAZZATO, RINGRAZIA ALMENO DI ESSERE VIVO! SEI UN EROE, MA NON POTRAI MAI SALVARE SEMPRE TUTTI!"
Il biondo strattonò il rosso e se ne andò senza proferire alcuna parola.
Kirishima si sedette sul bordo della fontana a cercare di riprendere il controllo delle sue emozioni.
Da quando quel ragazzo gli faceva quell'effetto? Inoltre perché ora si sentiva così irrequieto?
Tutt'un tratto si alzò e corse nella direzione dell'altro. Lo vide in lontananza e lo chiamò a gran voce. Quando quest'ultimo si girò di scatto, Kirishima gli tirò un pugno in faccia.
"Tu!" rispose minaccioso.
"Non parlarmi che sono un eroe o altre cose! Nessuno ti ha dato il permesso di farlo! Che cosa ne sai di questi ultimi mesi?! Non ti fai mai sentire, non rispondi ai miei messaggi o alle chiamate e ti permetti di ripresentarti facendomi la morale?!" sbottò tutt'un colpo.
Bakugou lo guardava stupito: in quel momento gli sembrava che il suo amico fosse diventato un uomo. Lo trovò anche... bellissimo.
"Hai finito?" gli chiese Bakugou dopo che l'altro terminò voltando altrove lo sguardo.
Kirishima si mise una mano in viso. Aveva perso il controllo di tutto. Si sentiva cadere la terra sotto i piedi: era forse arrivato al limite?
"Sì!" mormorò per poi andarsene a passo svelto verso casa.
"Va bene sopportare il suo carattere arrogante, ma dopo un po' c'è anche un limite! Faceva prima a non tornare..." pensò furibondo.
Una volta tornato a casa si sdraiò sul letto. Le ferite alla schiena gli pulsavano sotto il suo peso, ma al momento aveva altro dolore per la testa.
Si guardò la mano con la quale aveva tirato il pugno al ragazzo: pensò che non avrebbe dovuto e che non era da lui.
"Sarà sicuramente furibondo." si disse sorridendo.
Non gli era mai capitato di perdere così la ragione. Probabilmente era dovuto al periodo che stava trascorrendo.
Gli mancavano i tempi della scuola: forse quegli anni erano i più belli della sua intera esistenza. Nonostante non erano stati semplici, si era comunque divertito. Anche quando la situazione sembrava esasperata, anche quando gli sembrava di non essere adatto a fare l'eroe, si divertiva comunque.
Chiuse gli occhi nella speranza di riuscire a riposare, senza che quella giornata lo perseguitasse per tutta la notte.

The world needs heroes [KiriBaku]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora