12 🔞

1.3K 96 21
                                    

Morbide.
Le labbra di Bakugou erano maledettamente morbide.
Perpepì un disappunto iniziale, ma poi un abbandono a quel fugace contatto.
Si guardarono entrambi sbattendo le palpebre per qualche istante come a capire cosa stava accadendo.
Il distacco fu immediato.
"Che cazzo fai capelli di merda!" urlò colpendolo in pieno viso con un'esplosione.
"Scusa, non so cosa mi è preso!" si giustificò portandosi la mano dietro la nuca.
Sapeva di aver superato quel confine.
Sapeva di aver sbagliato.
Venne preso per il bavero con entrambe le mani.
"Io non volevo veramente!" continuò a scusarsi in preda all'imbarazzo.
"Volevi o non volevi?!" gli sbraitò fissandolo.
Si sentì avvampare: di nuovo quella vicinanza.
"Volevo..." sussurrò voltando appena la testa.
"Non ho sentito bene!"
Mise una mano su quelle dell'altro e lo guardò deciso, scandendo ogni sillaba.
"Volevo."
"Perché?" gli sibilò.
Accennò un sorriso.
"Perché quando ti ho visto in quelle condizioni, ho avuto paura di perderti."
Lo sguardo del biondo si fece incredulo per la semplicità con cui l'altro stava esponendo quella che dovrebbe essere stata una specie di confessione.
"Da quando?"
"Forse da quando sei riapparso nella mia vita o forse da sempre. Non ne capisco nulla di queste cose. Mi dispiace, me la farò passare. Fai finta che non sia accaduto nulla." gli rispose con un leggero sorriso triste.
Le mani del biondo lasciarono il colletto, spostandosi ai lati del viso del rosso.
"Allora capiamole insieme, queste cose." sussurrò per poi avventarsi sulle labbra del ragazzo.
Si sentì pervadere da una nuova sensazione, piacevole, rilassante.
Gli rispose con un sorriso mentre le mani salirono fino al collo stringendosi a lui.
Sentiva le mani dell'altro spostarsi sui suoi fianchi e un lieve sospiro abbandonò la sua bocca, quando i loro corpi si unirono pericolosamente all'altezza del ventre.
Il campanello li riportò alla realtà.
Accennando un sorriso e un colpo di tosse per ricomporsi, Kirishima andò ad aprire la porta, ritornando in cucina con i due cartoni delle pizze.
"È arrivata la cena." gli annunciò evitando di guardarlo per l'imbarazzo.
Con un mugolio di assenso Bakugou si sedette e iniziarono a mangiare.
Disagio.
Di raro lanciava fugaci sguardi al biondo: mangiava concentrandosi sulla pizza con un accenno di broncio e le guance lievemente arrossate.
Non sapeva cosa dire per spezzare quel silenzio imbarazzante.
Non sapeva nemmeno come giustificare quello che era successo: si erano baciati, non era stato respinto e l'altro non se ne era andato.
In confusione totale si alzò e sparecchiò non appena ebbero finito di cenare.
Si mise a lavare i piatti e tutt'un tratto si sentì circondare da un abbraccio.
"Anch'io..." iniziò a dirgli per poi appoggiarsi alla sua spalla nascondendo il viso. "Anch'io ho provato quello quando ti sei ferito nella tua missione."
Si sentiva il cuore uscirgli dalla cassa toracica: era un infarto imminente? Non aveva mai avuto quel genere di contatto e soprattutto non si era mai sentito un po' importante per qualcuno.
Chiuse l'acqua e, forzando la presa del ragazzo, si voltò obbligandolo a guardarlo.
Forse stava veramente per morire di crepacuore: quel viso perennemente incavolato era purpureo quanto il suo.
Si concesse di osservarlo per qualche minuto, notando tutti i dettagli a lui sfuggiti in tutti quegli anni: sapeva che quello che aveva considerato il suo migliore amico fino a qualche ora prima era bellissimo, ma non a quei livelli.
I rubini incrociarono i suoi e fu imminente quello sfioramento delle labbra: calamite.
Ormai erano solo calamite.
Passione.
Risveglio carnale.
Quello non era un bacio di confessione.
Quello era che un bacio che iniziava un'unione diversa.
Avvinghiato al ragazzo, si ritrovò sollevato da terra e pochi attimi dopo era sdraiato sotto di lui.
Le mani scivolavano rapide sui corpi, i respiri sempre più accesi.
"Che cosa ci siamo persi in tutti questi anni." gli sussurrò il biondo sulle labbra.
Gli rispose con un mugugno mentre scendeva rapido sul collo dell'altro con piccoli marchi fino alla clavicola.
Infastidito dalla breve discesa, il biondo si tirò su a sedere sfilandosi la maglia per poi guardarlo leccandosi le labbra.
Kirishima deglutì a vuoto: era tutto così troppo esplicito.
Un ghigno gli comparve sul viso e ribaltò le posizioni, lanciando da qualche parte la sua maglia per avventarsi sul ragazzo in un percorso di baci e piccoli segni sul petto, mentre le mani dell'altro gli strapazzavano i capelli disordinatamente e il corpo andava incontro ad ogni suo movimento.
La frenesia del momento gli aveva fatto perdere ogni freno inibitore e non si porse il problema a sfilargli pantaloni ed intimo.
Un eroe fissato con l'essere il numero uno e l'altro fissato con la virilità: entrambi resi deboli l'uno dall'altro, senza difese, solo con la paura di star facendo la cosa sbagliata.
Quasi come se fosse un invito, il biondo accompagnava i movimenti del rosso sulla sua intimità con le mani sulla sua testa, abbandonandosi a quel piacere provocato.
Non era la prima volta che vedeva crollare le difese di quel ragazzo, ma proprio perché Kirishima era Kirishima che tutto gli era concesso, l'unico che non si era mai arreso ogni volta che veniva cacciato per qualche suo capriccio, l'unico che meritava di stare al suo fianco, l'unico per cui si era innamorato nascondendo anche a se stesso quei sentimenti con la paura di venir ferito.
Bakugou si stupì del gemito che abbandonò la sua gola senza controllo: seppur lieve era un suono troppo perverso che non aveva mai emesso.
Il rosso si abbassò i pantaloni e l'intimo, salendo poi con baci sfiorati verso il viso arrossato del biondo.
"Sei sicuro?" gli sussurrò all'orecchio mentre gli pizzicava il lobo tra i canini.
In tutta risposta l'altro prese una mano del rosso e prese a leccargli volgarmente un paio di dita non distogliendo il contatto visivo.
Nulla di puro era rimasto in quello sguardo.
Prese a torturare un capezzolo dell'altro, distraendolo dall'intrusione delle proprie dita nella sua apertura.
La mano libera prese a stuzzicare il membro eretto del biondo, mentre le dita si muovevano delicatamente in lui, sforbiciando.
Si sentì la mano umida: le gocce preorgasmiche uscivano dall'intimità del biondo e in qualche modo si sentì fiero di sé, perché stava rendendo all'altro tutto piacevole.
Si posizionò davanti alla sua apertura rapito dalla visione a cui si ritrovò: il biondo fremeva con gli occhi lucidi per il piacere ad ogni sfioramento.
Incrociò quello sguardo e gradualmente penetrò il ragazzo.
Si appoggiò con i gomiti ai lati della testa preoccupato quando udì un verso di dolore.
"Stai bene?" gli chiese preoccupato.
L'altro gli si aggrappò alle spalle soffocando il fastidio in uno scontro di lingue.
Dolcemente prese a muoversi in lui: la carne calda del biondo avvolgeva perfettamente il suo membro e man mano che trascorreva il tempo lo sentiva rilassarsi.
Era un'altra sensazione piacevole che aveva scoperto quella sera: fare sesso con il suo migliore amico non era sicuramente nei programmi, ma finché all'altro andava bene, non c'erano problemi.
Presto i sospiri di entrambi divennero suoni inaspettati: gemiti sempre più acuti riempivano quella stanza che a Kirishima appariva sempre vuota e fredda.
Tenne stretto a sé il ragazzo con una mano, sentendo le sue unghia scavargli sulle spalle, mentre con l'altra mano scivolò sulla sua intimità prendendo a pompare rapidamente.
Fecero l'errore di guardarsi: entrambi con gli occhi liquidi di piacere, le bocche socchiuse dove un rivolo di bava si perdeva dall'angolo delle labbra fino alla mascella, arrossati, i gemiti incontrollati per ogni spinta.
Rapido il rosso uscì dal ragazzo per riversarsi sulle lenzuola, mentre sentiva riempirsi la mano del seme del biondo.
Si appoggiò al petto del ragazzo nascondendo l'imbarazzo, mentre l'altro si coprì il volto con un braccio.
Rimasero in silenzio a lungo, ognuno a calmare il proprio respiro e a realizzare cosa fosse letteralmente accaduto.
Avvampò quando capì cos'era successo che fece leva sulle braccia pronto a scusarsi per tutto, ma l'altro lo anticipò.
"Non dire nulla, per favore."
Orgoglio andando in pezzi.
Era l'unica spiegazione che si dette il rosso.
Lentamente sentì un braccio portarlo nuovamente al petto dell'altro.
Lasciargli tempo per pensare: forse era questo che voleva il biondo.
Accompagnato dal suono del cuore sotto il suo orecchio, si addormentò sperando di ritrovarsi ancora tra quelle braccia al suo risveglio.

The world needs heroes [KiriBaku]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora