20. Shaking in fear

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Non penso esista tortura più grande del non sapere come stanno le persone a cui tieni, soprattutto quando sono in bilico tra la vita e la morte.

Non sono sicura ma forse aspetto in questa saletta da ore, al freddo e seduta su una scomoda sedia in plastica blu, con lo schienale duro come pietra. Non sono riuscita a dormire neanche per un minuto, ogni volta che chiudo gli occhi rivivo l'esatto momento in cui quello sparo è risuonato nelle mie orecchie e Isaac è caduto a terra. Quando mi guardo le mani mi ricordo che sono sporche del suo sangue e questo mi provoca un tremendo dolore.

"Signorina?" un medico mi si avvicina e scatto in piedi.

"Mi dica come sta" mi schiarisco la voce che mi sembra anche troppo disperata.

"L'intervento è andato bene"

Faccio in tempo a tirare un sospiro di sollievo prima che mi renda conto che il dottore non ha finito.

"Purtroppo è in coma, mi dispiace. Non sappiamo se o quando si sveglierà"

"Posso vederlo?" chiedo stringendo le mani a pugno così forte da sentirmi le unghie conficcate nella carne.

"Certo, prima però dovrebbe dirmi il suo nome e il vostro grado di parentela, mi servirebbero anche i dati personali del ragazzo" prende un taccuino e una penna, poi aspetta una mia risposta.

"Em...sì. Si chiama Isaac Mountbatten, non so quando sia nato, mi dispiace. Il mio nome è Evelyn Carstairs e non abbiamo un grado di parentela. Vuole sapere altro o posso andare?"

"Oh mio Dio, Maestà" si inchina quando capisce chi ha davanti per davvero.

"Alzati, ti prego. Portami solo da lui"

Si solleva e borbottando delle scuse mi fa strada tra i corridoi bianchi e vuoti, tipici degli ospedali. Si ferma davanti ad una stanza e con un gesto mi fa capire che è li dentro, poi con un inchino si allontana.

Apro la porta e mi infilo dentro richiudendomela alle spalle. Mi si mozza il respiro in gola quando lo vedo lì, nel letto, con tubi e tubicini che gli sbucano dalle braccia. Ci metto qualche secondo a riprendere a respirare correttamente, faccio qualche passo avanti e mi siedo sul bordo stando ben attenta a non toccarlo o fargli male.

"So che non puoi sentirmi e se potessi probabilmente preferiresti sentire la voce di qualcun altro, di qualcuno che non ti ha mentito come ho fatto io. Comunque, non so perché sono qui. Sappi solo che resterò qui ogni giorno, per tutti i mesi che verranno, finché non ti sveglierai e se vuoi smettere di ascoltarmi allora hai due scelte: o ti svegli e mi mandi via o muori" mi blocco un attimo e aggrotto le sopracciglia. "no, non morire. Stavo scherzando, più o meno"

Gli accarezzo una guancia e sorrido, anche se so che non mi può vedere in questo momento.

Vorrei poter fare di più oltre a farneticare idiozie senza fine.

Ormai avranno già portato tutti i feriti via dal castello, compresi i morti. Di sicuro avranno già rimosso il proiettile dalla spalla di Luke e James mi raggiungerà presto, adesso che i reali sono morti diventerà presto re.

Un'altra maledetta incoronazione, forse due visto che O'Donnell è morto e se nessuno dei fratelli maggiori di Luke si sono salvati allora sarà lui a salire al trono.

Sapete, sua madre è morta quando era molto piccolo dando alla luce la sua sorellina, Kassandra. Quella bambina è fantastica: è dolce, gentile, intelligente, un po' timida come suo fratello e sempre come lui, riesce a rapire le persone con un solo sorriso.

"Credo che andrò a prendere qualcosa da mangiare, per me ovvio. Tu non muoverti però, torno subito"

Tu non muoverti? Sul serio Eve, è piuttosto ovvio che non si sposterà da lì. Dopo tutto è in coma.

Esco dalla stanza e mi fermo davanti ad un distributore automatico, frugo nelle tasche ma non trovo neanche una moneta, allora sbuffo e appoggio la fronte contro il vetro. Odio gli ospedali, ma ancor di più odio quest'ospedale. Siamo venuti qui quando hanno sparato a mio fratello, mi hanno ricucita e sfortunatamente non sono riusciti a salvare lui.

"Evelyn"

Alzo la testa e James mi lancia uno sguardo, deve aver già parlato con il medico perché capisco subito che non ha nessuna domanda da farmi, deve sapere già tutto.

"Cosa vuoi fare James? Non credo si sveglierà tanto presto"

"Ho parlato con i consiglieri" inizia.

I consiglieri, in caso di morte de re e della regina sono coloro che decidono. Li ho sempre odiati perché quando io sono "morta" non si sono neanche preoccupati di cercarmi. Per due mesi non è passato neanche un annuncio sulla televisione, niente.

"Che dicono quei vecchi idioti?" schiocco la lingua.

"Vogliono me e Luke sul trono il prima possibile"

"Per me va benissimo, adesso non avrei più motivo di nascondere la tua relazione con Black, io non mi dovrò più preoccupare di tuo padre e non sposerò Isaac"

"Ne dovremo parlare"

Spalanco la bocca allibita.

"Sul serio? Non sposerò tuo fratello adesso che mi odia, non sarebbe giusto per nessuno dei due"

Alla fine, anche se non lo ammetterò mai a voce alta, mi ero abituata all'idea che Isaac sarebbe stato con me la maggior parte del tempo. Per quanto possa essere fastidioso è anche una bella compagnia, riesce a farmi ridere nonostante sia una brutta giornata.

"Sì, voglio pensarci"

Vorrei urlargli contro cose cose come: a cosa devi pensare? Non devi decidere come vestirti o che taglio di capelli fare, stai decidendo il futuro mio e di tuo fratello. Idiota!
E invece resto zitta e annuisco, James non è uno a cui piace parlare, questo l'abbiamo capito tutti tanto tempo fa.

Non mi ha mai fatto neanche un sorriso, forse vederlo ridere sarebbe anche più strano.

Vorrei poter fare qualcosa di utile, vorrei non dovermi girare i pollici in attesa che un segno divino mi indirizzi verso la giusta via. Invece l'unica cosa che succede è la terra che inizia a tremare, le luci che sfarfallano e tutto ciò che prima era appeso alle pareti cade a terra rompendosi.

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