Capitolo Quattordici

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Jennifer

Un mese dopo

Dopo un mese di riabilitazione finalmente mi dicono che posso uscire dall'ospedale. È stata dura non vedere Lana per tutto questo tempo, ma ne vale la pena per il grande futuro che ci aspetta e che ci meritiamo.
Mia madre crede ancora che io non ricordi nulla, ma questa cosa sta per finire: un giornalista del New York time mi sta aspettando in questo momento ed è ora che mia madre paghi per quello che mi sta facendo. Mi dispiace però che deve risentirne anche mio fratello, lui fa la sua vita e i problemi di sua sorella non sono certo affari suoi. È terribile come le persone adesso rinneghino i figli o gli amici solo perché sono usciti dai parametri che tutti considerano la normalità, ma sfido chiunque a trovare un essere umano che voglia veramente essere normale. Io non voglio esserlo, non voglio una vita monotona, non voglio essere ciò che loro vogliono che io sia. Per una volta nella mia vita voglio essere me stessa e non mi scuserò più con nessuno perché ho deciso di uscire dai normali parametri in cui la società ci costringe a vivere.
Faccio un bel respiro e scendo dal letto camminando verso il bagno con un po' di fatica: i muscoli mi fanno ancora un po' male essendo stati fermi per un po'. Mi spoglio lasciando scivolare il tessuto morbido del pigiama sulla mia pelle ed entro in doccia rilassandomi quando l'acqua calda entra a contatto con il mio corpo.
Dopo essermi asciugata e vestita per la prima volta in un modo decente, prendo le stampelle che stonano decisamente con il vestito che ho scelto: bianco con spalline, decorato da fiori e rose rosse. Man mano che faccio un passo avanti l'ansia sale e mi blocco proprio davanti alla porta della sala congressi dell'ospedale, dove mi aspetta il giornalista.
"Jennifer stai facendo la cosa giusta." Mi sussurra Kate all'orecchio. Certo che la sto facendo, anche se questo vuol dire lasciarmi alle spalle 40 anni della mia vita con la mia famiglia.
Chiudo gli occhi e mi ricordo che lo faccio per Lana e per il nostro futuro, così mi faccio forza ed entro nella stanza più determinata di prima.
"Jennifer Morrison! È un piacere conoscerla e sapere che si è ripresa." Mi tende una mano e io la stringo affettuosamente.
"È un piacere anche per me." Dico e poi ci accomodiamo su delle sedie.
"Mi hanno detto che lei non si ricorda più nulla. Come ci si sente a scordare di essere una grande attrice americana?"
Sorrido e intreccio le dita delle mie mani appoggiandole sul ventre.
"Oh lo so come ci sente perché io ricordo tutto. Ho finto perché mia madre non vuole che io sporchi il nome della famiglia con la mia omosessualità. Amo una donna e questo va contro le regole del cattolicesimo e va contro alla morale della maggior parte degli americani.
Mia madre non è una brutta persona, ma non capisce. Lei non accetta che un uomo possa innamorarsi di un altro uomo e lo stesso che una donna possa innamorarsi di un'altra donna. La capisco, questo è il mondo in cui viviamo. Un mondo in cui se non sei uguale agli altri allora vieni scartato o vieni usato per fare scandalo. Ma non voglio più nascondermi, non voglio più essere la cara e dolce Jennifer Morrison. Fanculo, fanculo a tutti io sono lesbica e ne vado fiera e questo...non è un mio problema, ma è un problema vostro se non riuscite ad accettarlo...per il resto io vivo la mia vita in pace e in serenità con me stessa. E ringrazio Lana per avermelo fatto capire.
Mamma...io la amo e non cambierà mai questo, la sposerò e cresceremo il piccolo insieme. Saremo una famiglia proprio come tutte le famiglie del mondo e, anche se saremo distanti, potrai sempre venire in Italia e conoscere tuo nipote o tua nipote. Hai sbagliato con me, ma sei ancora in tempo per rimediare con lei o lui."
Il giornalista rimane un attimo a bocca aperta e alla fine sorride e mi stringe la mano commosso dal mio discorso.
"Farò in modo che tutte le televisioni lo trasmetteranno e complimenti Jennifer, tutti dovrebbero prendere spunto da lei e smetterla di sentirsi come qualcosa di sbagliato. Perché non è così, è la società che è sbagliata. Spero che questo possa aiutare molti di noi e si -sorride e si volta verso la telecamera gonfiando il petto di orgoglio - anche me perché sono gay." Sorrido e applaudo contenta della sua dichiarazione.
"E con questo abbiamo finito. Grazie per averci regalato lei stessa Morrison."
"Il piacere è tutto mio."
Mi alzo con un po' di fatica e ci abbracciamo.
"Mi raccomando...mandi l'intervista solo una volta che sarò partita."
Lui annuisce e così mi avvio verso l'uscita dell'ospedale con Kate che mi porta la valigia.
Le porte si aprono e un'ondata di sole mi acceca e mi riscalda. Sorrido chiudendo gli occhi lasciando che i raggi mi accarezzino la pelle. E da due mesi che non vedo com'è il mondo fuori e, quando passo l'ultima porta, i miei occhi si soffermando sulle persone che sono lì: Ginny, Colin, Bex e Lana con tutta la sua famiglia che sorride felice di vedermi. Il cugino di Lana apre la bottiglia di spumante e scoppio a ridere; ora so di aver trovato il mio posto nel mondo.
Lana mi corre incontro e mi abbraccia tenendomi stretta a lei: mi era mancato il suo profumo, la sua pelle, i suoi capelli...tutto.
"Sei bellissima" Mi sussurra all'orecchio e non posso fare altro che sorridere e stringerla ancora a me perché, per la prima volta, mi sento bella veramente. Mi sento invincibile affianco a lei.
"Tu sei meravigliosa" Le rispondo accarezzandole il viso e l'attiro a me per baciarla mentre tutto fischiano, applaudono e ridono felici e contenti per noi.
"Andiamo, mia mamma ha organizzato una festa a casa" Mi sorride dandomi un altro bacio. "Staremo lì e poi domani ci aspetta un lungo in viaggio."
"Si, non vedo l'ora amore mio."
"Non vedo l'ora neanche io." Lana mi stringe a lei ridendo e mi bacia un'altra volta prima di voltarsi verso Kate. "Sei invitata se vuoi venire"
Sorrido e guardo Kate con aria speranzosa.
"Magari più tardi, quando finisco il turno"
"A più tardi allora" Sorrido e io e Lana ci allontaniamo circondate dalla sua famiglia che ora sarà la mia e ci incamminiamo verso casa.

Il giorno dopo mi sveglio fra le sue braccia e non c'è nulla di più bello al mondo. Mi soffermo a guardarla visto che è da due mesi che non posso farlo e noto che diventa ogni giorno sempre più bella anche con i lineamenti del viso leggermente più arrotondati per via della gravidanza. Mi mordo un labbro e con un dito vado a metterle una ciocca di capelli dietro le orecchie e le accarezzo il viso scendendo nel suo collo fino ad arrivare al leggero gonfiore del suo ventre: presto sarò mamma e non vedo l'ora.
"Mh...." Mormora Lana facendo una smorfia "Dormi e sta ferma" Sbuffa stringendosi di più a me e io sorrido baciandola dolcemente. Dopo una serie di baci risponde baciandomi con foga e mettendosi a cavalcioni su di me.
"Jen ho gli ormoni a palla quindi o mi fai dormire così continuo a sognare che tu mi fotti o mi fotti tu e risolviamo ogni problema"
Rido scuotendo la testa e l'attiro a me baciandola con foga mordendole un labbro.
La sento gemere leggermente e muovere i fianchi verso i miei così allargo le gambe per farla sistemare bene e metto le mani sul suo sedere stringendolo e accompagnandola con i movimenti. Ci baciamo con foga aggiungendo subito la lingua lottando per la dominanza e alla fine, anche se lei non lo ammette mai, vinco sempre io così la faccio mettere sotto di me e scendo a baciarle il collo mordendolo leggermente. Geme infilando una mano nei miei capelli e fa scendere le mani sui miei fianchi fino a raggiungere i lembi della maglia che tira via.
"Amo quando non metti il reggiseno" Mi sussurra all'orecchio e stringo le gambe dall'eccitazione. Continuo poi la mia discesa lungo il suo corpo baciandolo con calma e prendendomi tutto il tempo del mondo, le tolgo la maglietta e il reggiseno.
"Jen..." Sbuffa
Sorrido contro la sua pelle e prendo un capezzolo fra le mie labbra succhiandolo con foga e mordicchiandolo ogni tanto e riservo lo stesso trattamento anche all'altro capezzolo. È così bella, così meravigliosa e così buona che assaporo ogni porzione di pelle baciandola dolcemente.
Le tolgo le mutande e mi mordo un labbro nel vedere quanto è bagnata. Inizio a baciarle l'interno coscia mordendolo e poi alla fine, dopo gemiti e suppliche, passo la lingua sulla sua intimità gemendo per il suo sapore. Lana inarca la schiena gemendo e infilando una mano nei miei capelli stringendoli. Continuo così finché prendo il clitoride fra le labbra e inizio a succhiarlo prima lentamente e poi sempre con più foga mordendolo ogni tanto. Sento Lana quasi urlare e agitarsi sotto di me, so che vuole di più così la penetro con tre dita direttamente e inizia a muovere più velocemente i fianchi graffiando la mia nuca per il piacere. Piego le dita al suo interno facendola urlare e poco dopo viene gemendo il mio nome.
"Jen...." Sussurra morendosi un labbro e io risalgo tutto il suo corpo lasciandole dei dolci baci finché arrivo alle sue labbra che bacio con passione.
"Mi sei decisamente mancata"
Rido e la bacio più volte "Anche tu e il tuo sapore"
"E il mio culo?"
"Anche il tuo culo si"
Scoppiamo a ridere e stiamo a letto ancora un po' finché arriva l'ora di andare.
Lana abbraccia forte sua madre e tutti i suoi parenti che sono venuti all'aeroporto e alla fine ci imbarchiamo sul nostro volo diretto Milano.
"Iniziamo questa vita insieme" Mi sussurra notando che ho un po' di nostalgia nel lasciare l'America.
"Si. Una nuova vita"
Lana annuisce e mi bacia dolcemente.
"C'è la faremo." Mi dice e così entriamo in aereo verso la nostra nuova vita. So che tutto andrà bene finché lei sarà con me.
Mi volto verso il finestrino guardando la mia vecchia vita scorrermi davanti; ora dovrò scrivere un nuovo capitolo della mia vita. Anzi, una nuova favola.

I colori dell'amore [Morrilla Story]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora