7. I'll Always Remember Us This Way.

175 6 0
                                    


• Ottobre •

I mesi passarono troppo lentamente, il tempo che avevo passato senza Luke era straziante. Credevo che non mi sarei mai abituata alla solitudine, eppure mi ci abituai eccome. Passavo la maggior parte del mio tempo nella mia stanza, se avessi scritto un programma completo della mia giornata sarebbe stato sicuramente questo:

- Svegliarsi, lavarsi e fare colazione.

- Andare a scuola.

- Tornare a casa.

- Mangiare.

- Fare i compiti.

- Andare in camera.

- Cenare.

- Tornare in camera.

- Aspettare che Luke finisse di suonare per poter parlare con lui finché uno dei due non riusciva più a tenere gli occhi aperti.

- Dormire le restanti ore. E quando dico le restanti ore, mi riferisco a due o tre ore scarse di sonno prima di affrontare un nuovo giorno.

La notte era diventata la mia parte preferita della giornata. I primi tempi fu dura, il mio corpo non era abituato a dormire così poco e sapevo bene di aver bisogno di riposo; eppure preferivo restare sveglia, perché quando parlavo con lui mi sentivo veramente viva, stavo bene. Iniziavamo con dei messaggi per poi finire a parlare al telefono o in videochiamata.

Ma quel giorno riuscii a dormire un paio d'ore in più essendo domenica. Quando mi svegliai, mi resi conto che il mio letto era così morbido e confortante che non avevo la minima idea di alzarmi. Mi misi a guardare le foto che Luke mi aveva inviato durante tutti quei mesi, era diventato un mantra guardarle tutte una ad una. Ogni volta facevo lo zoom sul viso di Luke per notare se avesse fatto qualche cambiamento, o forse perché avevo paura di potermi dimenticare il suo viso da angelo.

Ero intenta a guardare una foto in particolare dove c'erano Luke e Calum all'interno di un negozio. Calum aveva una faccia incomprensibile, mentre Luke aveva messo su il broncio. I suoi capelli erano spettinati come al solito e i suoi occhi erano stanchi. Dopo tutto, non ero l'unica a dormire poco e niente.

«Kiiiiiiiiiiiim!» urlò mia sorella dalla parte opposta del corridoio

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


«Kiiiiiiiiiiiim!» urlò mia sorella dalla parte opposta del corridoio. Sentii la porta della sua camera sbattere e i suoi passi sul parquet che si avvicinavano sempre di più alla mia stanza. «Oh, sei sveglia.» Mi sorrise venendo a sedersi sul mio letto.

«Sì, che succede?» le domandai seguita da uno sbadiglio.

«Non succede nulla, Kimberly.» Incrociò le sue braccia al petto. Quando mi chiamava per nome era un brutto segno.

«Okay Ronnie, facciamola finita: qual'è il problema?» sbuffai alzando gli occhi al cielo.

«Qual'è il problema? Nessuno, se non fosse che è da mesi che sei chiusa quì dentro.» Mi lanciò un occhiataccia.

Youngblood | Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora