Vecchi incontri

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Finalmente salgo i gradini di casa...
Respiro a fatica per la corsa, mentre un dolore acuto mi attraversa il fianco, come una lama fredda nel gelo.
Non ci faccio caso, non è il dolore il problema.
Suono il campanello più volte, ma non risponde nessuno.
Ancora.
Nessuna risposta.
Inizio a cercare le chiavi di casa nelle tasche, ma sono vuote.
Come la mia testa in questo momento.
Sono chiusa fuori casa?! Seriamente?!
Improvvisamente sento un rumore alle mie spalle. Passi che si avvicinano.
Né troppo lenti né troppo veloci.
Ma abbastanza lontani da darmi un po' di speranza.
Suono ancora il campanello, più forte questa volta, sperando di farmi sentire.
Batto colpi alla porta, e sono sul punto di pensare di sfondarla a calci quando si apre, e io vengo catapultata dentro casa.
Mi chiudo velocemente la porta alle spalle, ma senza tirare un sospiro di sollievo, perche loro non se ne andranno.
Devo fare le valigie, mi hanno trovata...
-Ciao Cassy, bentornata sai? Chissà chi ti avrà fatto entrare, eh?-
Mi volto riconoscente verso il mio ragazzo, e mi getto tra le sue braccia, nascondendo il viso nel colletto del suo maglione, alla ricerca di calore umano, e per un attimo mi abbandono nel mondo caldo e morbido in cui finisco ogni volta che lo abbraccio.
Il ragazzo alto, lentigginoso e con dei morbidi capelli ricci in testa inizia ad accarezzarmi i capelli.
-Tutto ok? Qual'è il motivo di questa tua insistenza? - mi chiede senza smettere di accarezzarmi.
Ma le sue parole mi hanno già riportato nel nostro mondo freddo e triste, e improvvisamente mi sento a disagio.
Lui mi accarezza la cicatrice. Vedo il suo viso prima gioioso spegnersi lentamente, lasciando spazio a uno sguardo indagatore.
-Cass? Tutto ok?-
-Non è niente.- rispondo distogliendo lo sguardo.
-Dimmi la verità, che è successo? -
-... Mi sentivo osservata, e avevo l'impressione che qualcuno mi seguisse. Ecco tutto.- spiego tentando di tornare a nascondermi nel suo maglione, ma lui non me lo permette più.
Mi allontana dolcemente, e si china per arrivare fino alla mia altezza, per potermi guardare direttamente negli occhi.
-Cassandra, ascoltami ok? Lo so che tu sei molto indipendente ma... ma se ti senti osservata, seguita o anche solamente a disagio, devi dirmelo. Perché se c'è davvero qualcuno che ti segue non è di certo una brava persona, e non voglio che ti accada niente. - inizia a dire lui, e so già che è in arrivo una ramanzina.
-... Sì, tranquillo.- taglio corto io, ma senza riuscirci del tutto.
Vedo che sta riaprendo la bocca per protestare, ma lo interrompo subito. 
-Ora sono stanca, vado a riposare in camera mia se hai finito la predica.- rispondo con noncuranza.
Vado nella mia camera, sentendo lo sguardo di Nyal sulle mie spalle.

So che hanno atteso, so che mi continuavano a fissare anche mentre parlavo con Nyal, lo so, li conosco.
Mi chiudo la porta alle spalle e tiro un rospiro rassegnato, per poi sentire un rumore, come di una finestra che si chiude da sola, alle mie spalle.
-Hey EJ... quanto tempo che non ci si vede, eh?-
Mi volto.
Il ragazzo è seduto sul mio letto, vestito con una felpa nera e una maschera blu che gli copre il volto, da cui esce un materiale semiliquido simile a catrame.
Si toglie la maschera senza tratti.
-Molto, molto tempo, Cassandra.- sorride, scoprendo i denti affilati e appuntiti.
La sua voce è calda, rassicurante, e molto tranquilla.
Una voce che non si addice ad un assassino, figuriamoci a un cannibale.

~[ᏟᏆᏟᎪͲᎡᏆᏟᏆ]~ 𝓒𝓪𝓼𝓼𝓪𝓷𝓭𝓻𝓪 𝓢𝓬𝓪𝓻𝓻𝓮𝓭Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora