CORRETTO
«Buongiorno ragazzi, sono contento di vedervi entrambi rispettare la punizione che vi ho dato. Come procede?» chiede il preside una volta arrivato al nostro tavolo.
Dylan ignora completamente la sua presenza tanto da non degnarlo nemmeno di uno sguardo. Continua a giocherellare con le dita e a muovere convulsamente la gamba destra.
«In realtà stavamo per iniziare, non è così Dylan?» abbozzo un sorriso di circostanza mentre sposto la mia attenzione sul ragazzo in questione.
Adesso è il mio turno di essere ignorata in quanto Dylan non risponde alla mia domanda ma si volta di scatto verso il preside, con l'espressione totalmente indurita dal nervosismo: «Scusi ma questo non lo accetto. Quando ho accettato la condanna non ci aveva avvertito di questa clausola» la mano poggiata sul tavolo si chiude subito in un pugno.
Trattieni la rabbia, Collins, potresti cacciarci in guai più seri.
«Credo tu abbia ragione Collins e credo anche di aver dimenticato di precisare che, dopo questi mesi di recupero, dovrai sostenere un esame per dimostrare che sei migliorato davvero. Credo di aver dimenticato di dire che se non lo superi, verrai espulso da questa scuola. La MIA scuola» tuona ad una manciata di centimetri dalla faccia di Dylan, il quale serra la mascella e assottiglia gli occhi a tal punto da nascondere il colore cristallino dei suoi occhi.
Il preside non demorde e continua: «Sembra proprio che io non ne abbia parlato durante il colloquio, che sbadato. Che dici, sarà l'età?»
Conclude così il suo monologo: tornando in posizione eretta e avviandosi verso l'uscita con un sorriso vittorioso stampato in volto, mentre con le mani passa ad aggiustarsi la giacca nel punto preciso in cui due bottoni uniscono le due parti.
«Buon lavoro signor Collins e non si scordi il test finale» lo canzona mentre supera la porta e se la richiude alle spalle. Io non riesco a distogliere lo sguardo dal punto in cui il preside si trovava due secondi prima, ma i miei sensi mi avvertono di uno sguardo pungente addosso.
«Se mi trovo in questa situazione è solo colpa tua» la voce bassa di Dylan mi risveglia dallo stato di trance e non appena mi volto verso di lui, i suoi occhi rabbiosi incatenano i miei trafiggendoli con migliaia di fiamme roventi.
«Colpa mia? Dici sul serio? Non sono di certo io la responsabile della tua "quasi espulsione"! Dovevi pensarci prima a non fare tutte quelle cavolate solo per sembrare un duro agli occhi degli altri!» sussurrai con veemenza.
Ringrazia il cielo che siamo in biblioteca Collins, perché non ci avrei pensato un attimo ad urlarti in faccia con tutta la forza che nascondo dentro.
Faccio un grande sospiro prima di chiudermi in un silenzio momentaneo per sbollire la rabbia.
«Avrei voluto rispondergli per le rime» mormora Dylan nel vano tentativo di smorzare la tensione.
«Già, sarebbe stata una cosa molto da Collins» controbatto acida senza degnarlo di uno sguardo.
«Ho detto che avrei "voluto", non "dovuto": so benissimo che avrei peggiorato la situazione. Sono duro, non stupido e i tuoi sono solo pregiudizi, Anderson» continua lasciando comparire sul suo volto un sorriso involontario.
«Senti Collins, - mi sistemo meglio sulla sedia di legno che mi ospita da almeno dieci minuti- tu non piaci a me e io chiaramente non piaccio a te. Siccome dobbiamo passare insieme molto tempo ti chiedo solo di collaborare, dammi tregua almeno tra queste mura. Un bel sorriso non basta, dovrai impegnarti un po' di più» dico tutto d'un fiato.
«E sentiamo, come fai a sapere che non mi piaci, ragazzina?» mi chiede inclinando il capo da un alto e indossando uno sguardo ammiccante. Nel tentativo vano di nascondere quel maledetto sorriso, intrappola il labbro inferiore in una morsa stretta.
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Tu ed io... La nostra salvezza
ChickLit-COMPLETATA- -RISCRITTURA- °Tu sei come una rosa, nonostante le spine, il suo profumo è meraviglioso° Sfiderei chiunque a negare che, almeno una volta nella vita, abbiamo provato quella sensazione che ci stringeva il cuore per via della perdita di u...