34. Dylan

410 11 2
                                    

Spazio autrice
Ciao ragazzi, come state? Nuovo capitolo corretto, fatemi sapere cosa ne pensate (sono ben accette critiche costruttive) e se vi piacciono anche questi punti di vista da altri personaggi.
Lasciate qualche stellina per farmi capire se vi è piaciuto. Buona lettura.

Giuly❤️

CORRETTO 

Dylan

In questa casa che prima mi apparteneva mi sento sempre più solo, il silenzio che la inonda riesce ad entrarmi dentro fino ad arrivare alla parte più profonda del mio cuore spezzato. Metto le cuffie alle orecchie ed inizio ad ascoltare della musica ma non basta, mi alzo dal mio letto e provo a studiare ma non basta, vado nella stanza preferita di mio padre, dove si trovano tutti gli strumenti musicali che lui usava, cerco di suonare almeno qualche nota ma non basta per colmare quel vuoto.

Sospiro sonoramente, mentre mi corico delicatamente sul pianoforte. Chiudo gli occhi e lo accarezzo, cercando di ricordarmi il suo profumo ogni volta che lo suonava e all'improvviso eccolo che compare davanti a me.

Le sue mani che si muovono veloci ed esperte sui tasti, poi il suo sorriso mi si presenta davanti e d'istinto lo faccio anch'io, il capo che si muove allegramente a ritmo di musica che producono le sue mani e poi tutti che applaudono a ritmo.

Un strana emozione mi riempie il cuore, sembra volerlo curare dalle mille ferite che si ritrova ma qualcosa rovina la mia festa organizzata nella mia testa: la consapevolezza che questo sembra solo un lontano ricordo che mai più verrà vissuto.

Apro gli occhi per uscire da quella favola creata per sentirmi meglio solo per qualche futile secondo e, a malincuore, torno alla cruda realtà. Queste quattro mura iniziano a starmi strette, così decido di andarmene e prendere un po' d'aria fresca tipica delle sere d'inverno.

Cammino per strada con una sigaretta tra le labbra, pronta all'uso quando arriverò alla mia destinazione anche se non ho la minima idea di quella che possa essere.

Indosso il cappuccio della felpa per via del freddo pungente e continuo a camminare mentre delle ragazze mi guardano con degli strani sguardi.

Se ci fosse Sofy probabilmente gli lancerebbe delle occhiate di fuoco e a questo pensiero inizio a sorridere.

Passo attraverso quel passaggio segreto che porta al mio posto preferito, almeno credo che lo sia, e finalmente posso starmene un po' in pace. Mi siedo a terra, sotto l'albero, poi estraggo l'accendino dalla tasca e con una mano a coppa mi aiuto ad accendere la sigaretta.

Butto via il fumo sperando che lo facciano anche i miei pensieri ma purtroppo quelli rimangono ancorati alla mia mente. Sorrido per la mia sconfitta, ormai è l'unica cosa che mi rimane da fare: ridere del mio essere così patetico ai miei occhi.

I minuti passano, persino ore e nemmeno me ne rendo conto tanto sono immerso nel suo ricordo. Vorrei solo che fosse qui per dirmi che devo fare perché, per quanto ci provi, non riesco a trovare da solo una soluzione.

Decido di andarmene via da lì per l'ora abbastanza inoltrata. Il telefono provvisorio vibra ancora e ancora una volta ignoro l'ennesimo messaggio di Sofy.

Torno sui miei passi, camminando il più lentamente possibile per rimandare anche solo di qualche secondo l'arrivo a quella che ancora penso di dover chiamare "casa". Non lo è da molto tempo, non capisco perché mi ostini a farlo.

Per sfortuna sono già arrivato a destinazione, ma il pensiero di dover tornare tra quelle mura mi fa trattenere il respiro fino a farmi sentire soffocato dalla sua aura così potente su di me.

Tu ed io... La nostra salvezzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora