Noah poggiò sua moglie sul letto. Il desiderio le arrossava le guance e la vestaglia blu che indossava non era decisamente discreta. Alla ragazza piaceva indossare lingerie raffinata anche quando era da sola, perché la faceva sentire una donna seducente, ma non era abituata ad indossarla in pubblico, quindi si sbrigò a ricomporsi e a coprirsi le gambe con il lenzuolo.
Noah si sbottonò la camicia e si tolse le scarpe, lasciando la bionda senza fiato. Si disse che doveva distogliere lo sguardo, ma non ci riuscì. Aveva ventitré anni e non aveva mai visto un uomo nudo; non era mai stata in stanza da sola con nessun uomo prima di allora.
Perché? Perché era ancora vergine. In un certo senso, era convinta di continuare ad esserlo precisamente perché aveva conosciuto Noah, e aveva deciso di avere ciò che non poteva.
A diciannove anni aveva scoperto che il desiderio fisico era tagliente come un coltello e annientava il raziocinio e l'orgoglio; anche quando si conobbero, lui non provava per lei lo stesso che lei invece provava per lui, e quando si separarono, Julieta aveva comparato tutti gli uomini che erano passati dalla sua vita con Noah. Nessuno era stato all'altezza.
"Vado a fare la doccia, bella mia..."
"Non sono bella, quindi non chiamarmi così" sbuffò la bionda, appartando la vista dai suoi pettorali perfetti e abbronzati. Il moro si inginocchio di fronte al letto e la guardò.
"Se ti dico che sei bella è perché è così" la rassicurò.
"Ma..."
"Hai un corpo stupendo"
"Sono una nana"
"Sì, ma hai delle curve meravigliose. Da quando ti ho visto la prima volta, ho voluto prenderti fra le braccia e depositarti sul mio letto; ed ora eccoti qui" il ragazzo si rimise in piedi, abbassandosi la cerniera dei pantaloni.
"Dovresti riposare" insistette la bionda, facendo vagare gli occhi per la stanza, rammaricata.
"Dormi e smettila di dibattere" rise Noah. Sorrideva, rideva. Sembrava felice e ciò era strano per lei.
Si girò e si disse che non sarebbe successo niente se avessero condiviso il letto; inoltre era un letto enorme... e se Noah le si fosse avvicinato nel mezzo della notte in cerca di effusioni? L'avrebbe rifiutato? Sapeva di no. Lacrime di rabbia s'incrostarono nei suoi occhi e batté le palpebre furiosa per impedire loro di uscire.
La voce della sua coscienza le ricordò che il moro avrebbe recuperato presto la memoria e la ragazza si chiese come si sarebbe sentito se fosse accaduto qualcosa di fisico fra di loro entro allora. Era un uomo single e sofisticato e sicuramente il sesso per lui non avrebbe significato nulla di serio. Se lei si fosse comportata in maniera casuale, Noah avrebbe potuto credere che anche per lei non avrebbe significato nulla.
Julieta si rese conto all'improvviso che stava cercando di convincere se stessa che non sarebbe successo nulla se fosse andata a letto con Noah.
"Sei ancora sveglia, cara?"
Sentendo la sua voce, la bionda fece sbucare la testa da sotto al cuscino e lo guardo: aveva solo un asciugamano intorno al corpo e le goccioline d'acqua cadevano dai suoi capelli depositandosi sul suo torso nudo. Lei annuì sotto lo sguardo attento del moro, che si sedette sul bordo del letto e spostò le coperte.
"Voglio vederti" le disse, con voce roca. Lei sentì il cuore accelerare. "Voglio vederti tutta" aggiunse.
La bionda stava per dire di no, davvero, voleva negarsi, ma allora commise l'errore di specchiarsi in quegli impressionanti occhi castani e perse la ragione.
STAI LEGGENDO
The heir's bride. noah centineo
FanfictionIl banchiere Noah Centineo soffriva di una perdita parziale della memoria a seguito di un incidente automobilistico e si sentiva un po' confuso... aveva una moglie con la quale non ricordava di essersi sposato. Julieta era bellissima, dolce, genuina...