Capitolo 10

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La mattina dopo, la ragazza si svegliò tardi. Dopo aver messo piede a terra, decise che era arrivato il momento di affrontare suo marito con tutte le argomentazioni che non aveva potuto discutere il giorno prima; tuttavia, mentre faceva colazione, Albert le disse che suo marito si era recato nella Banca Centineo già da un pezzo.

Al ricordo di come era arrivata al letto la sera prima, si sentì terribilmente imbarazzata; si era addormentata sull'aereo come un ghiro, si era riaddormentata sulla limousine e aveva permesso che Noah la portasse a letto in braccio.

Non si era mai sentita tanto stanca e ora sentiva un gran sollievo perché aveva recuperato le sue forze.

Credendo di avere molto appetito, aveva chiesto ad Albert di servirle una colazione abbondante, ma quando se la ritrovò davanti perse la fame all'improvviso. Appartò il piatto e si limitò a mordicchiare un croissant e a bere una tazza di cappuccino; dopodiché, decise di fare una visita alla Banca Centineo.

Si rallegrò vedendo che tutti i vestiti che Noah le aveva comprato erano nella sua cabina armadio, e scelse un abito bordeaux accompagnato da una giacca con stampa floreale.

La Banca Centineo, situata nel centro della città di Ginevra, era un edificio di dimensioni enormi e dal disegno contemporaneo.

Quando arrivò e disse di essere la moglie di Noah, produsse un certo scompiglio all'interno della reception. Uno stagista l'accompagno al piano dei dirigenti e la fece passare all'interno di un enorme ufficio.

Al suo interno la stava aspettando suo marito, vestito in maniera impeccabile e appoggiato al bordo della grossa scrivania in legno pregiato.

"Non è il compleanno di nessuno, quindi, a cosa devo questa interruzione?" chiese, lievemente scocciato.

"Volevo solo parlarti"

"Beh, avresti dovuto svegliarti prima" la riprese lui. "Sto lavorando e non permetto che nessuno mi interrompa per motivi personali"

"Mi sembra perfetto perché non è una visita personale" lo informò Julieta con la speranza di ottenere la sua attenzione.

"Vieni qui, voglio mostrarti una cosa" le ordinò Noah, in tono autoritario.

Sconcertata, la bionda fece un passo in avanti e l'uomo la prese per mano.

"Dove mi porti?"

Era un bagno.

Noah la posizionò di fronte allo specchio e si mise dietro di lei. La guardò negli occhi attraverso il riflesso e Julieta sentì il polso accelerare.

"Cosa vedi?" le chiese il moro, mentre si destreggiava a toglierle la giacca.

"Noi due" mormorò lei, confusa.

A continuazione, Noah le abbassò le spalline dell'abito e le lasciò le spalle scoperte. Le sue mani scivolarono fino ai suoi fianchi e ripresero a salire sulle sue costole fino a fermarsi sotto ai suoi seni.

Julieta sentì mancare un battito. Non ricordava più perché era andata nel suo ufficio.

L'unica cosa alla quale poteva pensare erano le sue mani e la sua erezione che le premeva sul sedere.

"Ti sembra il modo di vestirti per venire a trovarmi?"

"Forse è un po' scollato, ma è proprio per questo che ho messo la giacca" ammise Julieta, senza fiato.

"Un vestito così con un corpo come il tuo è una provocazione"

Julieta si appoggiò su di lui e sorrise lusingata.

The heir's bride. noah centineoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora