Capitolo 13

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Noah sorrise con irriverenza.

"Non prenderla come una critica, anche se adoro vedere la tua vena drammatica, ma potremmo mangiare prima? Sto morendo di fame"

Julieta era nervosa come una gatta su un tetto che scotta e si morse il labbro inferiore. Si sedette a tavola, e la sua unica contribuzione alla conversazione, durante la cena, furono i monosillabi.

"Quando sei così silenziosa, mi preoccupo" commentò suo marito.

"A volte parlo troppo" rispose lei incomodata.

"Ora che ci sono abituato, mi piace" sorrise lieve lui, carezzandole la mano. "Vedo che mi sono sbagliato, credendo che quel che mi dovevi raccontare non fosse qualcosa di importante"

"Sì..." disse lei, ingoiando. "In ogni caso, non è qualcosa che tu ti possa immaginare facilmente e-"

"Sei andata a letto con quel uomo che era a casa tua, a Madrid?" chiese il moro all'improvviso.

"Con Gerardo?!" urlò Julieta, indignata. "Certo che no!"

"Questa era la peggiore delle ipotesi che potessi immaginare, e dovevo accertarmi che non fosse così"

"Ti importerebbe ascoltarmi prima di parlare di nuovo?" proferì Julieta, nervosa.

"Non è da me interrompere nessuno"

"Non arrabbiarti... questa cosa non ti piacerà, ma non arrabbiarti con me" sospirò la bionda, disprezzandosi per la propria debolezza. "Ne siamo responsabili entrambi"

Noah strinse i denti. "Che succede? La mia pazienza ha un limite"

"Sono..." iniziò lei, giocherellando nervosamente con la forchetta. "Sono rimasta incinta. È successo durante la prima settimana in cui siamo stati insieme"

Il moro la guardò attonito. "Anche io ne sono rimasta sorpresa" ammise ancora sua moglie.

Noah la squadrò, tirò indietro la sedia e si alzò in piedi. Si avvicinò alla ringhiera e si mise a guardare il mare, il quale fu l'unico rumore che si udì, durante quel silenzio che si produsse a continuazione.

"Non avevo programmato di venire a letto con te e, quando è successo, non ho preso le giuste precauzioni. Avevo molte cose per la testa..."

Noah le dava le spalle e Julieta voleva che si voltasse a guardarla.

"Presumo sarai arrabbiato e lo capisco perché so che non te lo aspettavi, ma nemmeno io. Non potrei sopportare l'idea di abortire, quindi non accennarlo nemmeno"

Il moro si voltò, finalmente, verso di lei e la guardò duramente.

"Forse, non ti era nemmeno venuta in mente quell'opzione, ma preferirei lasciare le cose in chiaro fin dal principio. Anche se il figlio che avrò non rientrava nei piani, voglio tenerlo lo stesso" gli assicurò la bionda. "Anche se ammetto di essere terribilmente spaventata"

Noah si versò del whisky in un bicchiere e ne bevette un sorso. Julieta si alzò in piedi.

"Per favore, dì qualcosa"

"Sarai la madre di mio figlio" asserì il moro, con un tono insolente che fece impallidire la ragazza. "Dovrò fare molto attenzione a come trattarti. Una donna in gravidanza ha molti diritti e bisogna tenere conto della sua situazione. Da quanto lo sai?"

"Da quando sono svenuta e mi ha esaminata la dottoressa"

"Da così tanto?" rise Noah. "E perché non me lo hai detto in tutta la settimana?"

The heir's bride. noah centineoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora