Pensieri di un venerdì sera

4 1 0
                                    

La vita. La vita è strana forte. Un attimo prima ti riempie di gioia, magari con anche solo quella che potrebbe essere una sciocchezza, tipo un progetto approvato. Ma dopo poco ti fa ritornare ai soliti pensieri, alle solite preoccupazioni. Che poi ti chiedi: possono essere considerate veramente tali? Ma in cuor tuo la risposta la conosci già, ed è affermativa. Ti rendi conto di essere come una persona schiaffata all'improvviso in un contesto che non gli appartiene, ed al quale non appartiene. Ti guardi attorno e ti chiedi: che ci faccio qui?. Tenti e ritenti, cerchi di conformarti ma una parte di te continua a trascinarti, a tenerti legato a quello che realmente sei. Perché in fondo, non si può cambiare veramente radicalmente. L'unica cosa che ci è concessa di fare è creare una maschera, da indossare per apparire adatto all'ambiente: proprio come potrebbe essere un ballo in maschera. Ma nel ballo in maschera queste sono fatte di plastica, cuoio. Insomma, sono facilmente riconoscibili. Ma nella vita di tutti i giorni queste maschere svolgono appieno la loro funzione, mascherando per l'appunto una persona, facendola apparire per quello che essa stessa o la società vorrebbe che fosse. E non si fa altro che alimentare un ambiente corrotto, un clima in cui quelle poche persone capaci di rimanere se stesse soffocano, non trovano l'ossigeno di cui avrebbero bisogno per vivere serenamente. E, cosa ancora peggiore, non solo codeste persone sono una minoranza, ma come se non bastasse raramente si trovano, essendo aghi in pagliaio marcio. Perché deve risultare così difficile trovare un po' di purezza e semplicità in questo mondo? Sinceramente, non ne ho idea. Probabilmente è per questo che, a differenza di molti miei coetanei, adoro i bambini: loro sono capaci di gesti puri, spontanei, che non pensano alla convenienza prima di agire. Se vogliono regalarti un disegno, te lo regalano senza aspettarsi nulla in cambio. Dovremmo imparare un bel po' di cose a livello umano dai bambini. Però vabbè, sono la classica voce fuori dal coro, una pecora nera della società. Società dove gli individui che la compongono hanno gettato alle ortiche principi ed ideali se vogliamo nobili, a favore di quella che può essere riassunta sotto il termine di superficialità. Ma meglio se non mi dilungo oltre, dal momento che sono pensieri che, in fin dei conti, mai nessuno leggerà e che sempre nessuno sarà interessato ad ascoltare.

Pagine di un diario mai scrittoWhere stories live. Discover now