Era un classico pomeriggio. Mano nella mano, io e Lei stavamo passeggiano per le vie del centro. All'improvviso, in lontananza, si sentì scattare l'allarme di un negozio: era in corso una rapina. I ladri stavano cercando di recuperare rapidamente tutto il denaro presente nel registratore di cassa per poi svignarsela. Ma non fecero in tempo ad uscire dal locale che due pattuglie avevano già raggiunto il posto. I rapinatori erano armati e, come uno di loro esplose il primo colpo,una sparatoria con le forze dell'ordine prese vita. Nel conflitto a fuoco, un proiettile vagante raggiunse il Suo addome. Appena me ne resi conto, la afferrai saldamente e la distesi delicatamente per terra, in un vano tentativo di non farle sprecare le poche energie che le rimanevano. Le lacrime sgorgavano senza sosta: non poteva star succedendo veramente tutto ciò. Non mi sembrava vero. E la vista appannata non mi consentì di poter memorizzare quello che sarebbe stato probabilmente il suo ultimo sorriso. La vita la stava lentamente abbandonando. Appena arrivati i soccorsi, venne immediatamente caricata sull'ambulanza e trasportata d'urgenza all'ospedale più vicino. Giunta a destinazione, venne trasferita nel reparto di chirurgia generale dove venne sottoposta ad un intervento della durata di 3 ore. Conclusasi l'operazione, mi venne comunicato che le sue condizioni erano stabili, se la sarebbe cavata. Portata in stanza, rimasi con lei tutta la notte. Durante un po' di meritato riposo, venni svegliato di soprassalto da un suono che non lasciava presagire nulla di buono: il bip continuo dell'elettrocardiogramma. No, non ci potevo credere, non ci volevo credere. Stavo realmente per perdere l'amore della mia vita. Il mio cuore, palpitante come non mai, mi consentì di chiamare immediatamente aiuto, che arrivò qualche attimo dopo. Le mie lacrime non potevano fare altro che continuare a scendere, come un fiume in piena. Stavo lentamente morendo dentro. I medici tentavano di rianimarla, ma non c'era più nulla da fare. Il suo corpo giaceva su quel letto esanime. All'improvviso, notai una oscura sagoma avvicinarsi al suo corpo.Sembrava provenisse da un altro mondo. Man mano che riuscii a metterla afuoco, potei realizzare le sue fattezze: indossava un enorme mantello nero con cappuccio e brandiva una falce dal lungo manico. Era la Morte in persona. Iniziai a pensare che stessi delirando, che il dolore per la perdita del mio amore mi stesse giocano brutti scherzi. Ma in quel momento ero disperato. Avrei fatto qualsiasi cosa per riaverla. Al ché, spinto da una forza d'animo che ignorava tutto ciò che mi circondava, ho implorato la Morte affinché non se la portasse via. La sua risposta mi lasciò senza fiato "Se la Sua vita vuoi tu salvare, un sacrificio devi tu fare". Le risposi che sarei stato disposto a tutto, a tutto. Senza dire niente la Morte si avviò e,dopo qualche secondo, potei sentire il Suo respiro riprendere regolarmente. Io non riuscivo a capacitarmi di quel che era appena successo. In tutto ciò i medici, ignari del mio colloquio paranormale, rimasero sbalorditi da quanto ebbero modo di constatare: si era verificato quel che potrebbe essere definito un miracolo. Dopo una settimana, le fu permesso di ritornare a casa. Era già tardi quando raggiungemmo la nostra dimora. Quindi, non esitammo un istante ad andare a coricarci immediatamente: l'indomani ci avrebbe aspettato una faticosa giornata. Suona la sveglia. Era mattina presto: saranno state le 7. Non appena cercai di aprire gli occhi, notai che era tutto buio attorno a me: si vedeva solo nero, ovunque. Non mi feci prendere dall'agitazione e, dopo poco, realizzai che ero diventato cieco. A conferma di questo pensiero, ci pensò una voce a me familiare che mi parlò: era di nuovo la Morte. Mi disse "Tu la Sua vita salvare hai voluto, e per questo il Suo viso tu ammirare non più potrai". Nonostante quelle parole riecheggiassero aspramente nella mia testa, giunsi ad una conclusione. Se fosse stato necessario, mi sarei sacrificato per lei altre dieci, cento, mille volte.
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Pagine di un diario mai scritto
Short StoryCosa succede quando le emozioni ti colpiscono nel profondo? La mente sbriglia i suoi pensieri e lascia che la mano traduca il tutto, in modo approssimativo, in parole