Capitolo 2

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MANUELA.


Fui costretta a suonare io il campanello, dato che quelle tre deficienti non si riuscivano a decidere su chi dovesse suonare. Alzai gli occhi al cielo, non riuscendo ancora a capacitarmi di quanto la situazione stesse diventando assurda, prima di ritrovarmi davanti ad un Louis tutto sorridente e in tiro: aveva i capelli sistemati in un ciuffo alla Elvis, un maglioncino marrone e pantaloni beige. Le Vans ormai erano diventate la sua firma.

- Coglioncello! - urlai, per poi saltargli addosso fino a farlo cadere all'indietro.

- Coglioncella! - rispose, una volta finiti sul pavimento.

Scoppiammo tutti e due a ridere e, con la mano di Zayn, riuscii ad alzarmi e a far alzare anche lui. Le mie entrate in sena sarebbero rimaste nella storia, era una cosa ormai risaputa.

- Ciao ragazzi - li salutai, stampando ad ognuno un bacio sula guancia.

- Manu! Da quanto tempo! - ricambiarono con entusiasmo, stringendomi in un abbraccio.

Sorrisi teneramente, godendomi ogni singola stretta, fino a quando non mi ritrovai di fronte a un ragazzo che non avevo mai visto: era riccio, notevolmente più alto di me, con due occhi profondi e di un verde smeraldo talmente magnetico da farmi rabbrividire.

E questo bocconcino da dove spunta?

Mentre gli altri, compreso quel ragazzo perfetto, salutarono le ragazze con baci e abbracci, io cercai in tutti i modi di non dare a vedere il mio improvviso interessamento verso l'unico riccio dell'intera combriccola.

- Sarò sincero: stavo seriamente iniziando a perdere le speranze per voi due - disse Louis, con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia. - Manu, questo è Harry. Harry, lei è Manuela -.

Allungai la mano verso Harry, sorridendo in maniera calorosa, prima di affermare: - Preferisco di gran lunga Manu, ma piacere -.

- Visto? È l'opposto di quello sgorbio che ti aspettavi - scherzò Louis, facendo scoppiare tutti a ridere e facendomi diventare di tre sfumature diverse di rosso. L'unico che non sembrò per niente divertivo fu lo stesso Harry, che mi guardò con indifferenza e affermò un distaccato: - Piacere -, talmente forzato da farlo sembrare quasi un favore nei miei confronti.

Alzai un sopracciglio, assumendo un'espressione a metà tra l'offeso e l'incredulo, e incrociai le braccia sotto al seno. Con chi diamine pensava di star avendo a che fare?

Il tempo di prendere fiato per rispondergli a dovere, che sentì all'istante Niall affermare frettolosamente: - Vogliamo accomodarci a tavola? -, di sicuro per evitare che io e Harry iniziassimo a prenderci a parole e ceffoni in mezzo al salotto. Sia il biondo che Louis mi presero sotto braccio e mi spinsero, cercando di non farlo sembrare ovvio, in cucina prima che riuscissi a rendermene conto. In meno di due minuti eravamo tutti seduti a tavola, decisi a non voler rinunciare ad un piacevole proseguimento della serata, nonostante un inizio leggermente discutibile.

Per tutta la cena non feci altro che "ascoltare" gli altri, mangiando qualcosa: sapevo di essere uno dei due principali motivi per cui l'intero gruppo aveva deciso di riunirsi, e, per evitare figuracce sotto pressione, preferii di gran lunga restare nel mio angolo e cercare di seguire le varie conversazioni dall'esterno. Avendo Harry seduto di fronte, non potei fare a meno di lanciargli qualche occhiata, di tanto in tanto: possibile che gli fossi sembrata antipatica al solo vedermi? Avevo cercato di sembrare carina e disponibile, eppure il tutto sembrava essergli scivolato addosso.

Amore, odio... e un paio di ConverseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora