Capitolo 4

1.4K 60 4
                                    



MANUELA'S POV.


Per una ragazza che soffre di insonnia è sempre un'impresa riuscire a prendere sonno. Io ero una di quelle: abituata a svolgere i compiti, al tempo della scuola, alle due di notte, il mio sonno si era sempre più affievolito nel tempo. Spiegazione anche del fatto per il quale, specialmente la domenica, non riuscissi ad alzarmi prima delle undici. Aggiunta anche l'enorme quantità di incubi sempre presenti durante le mie nottate, potevo tranquillamente confermare il mio spirito vampiresco.

Fu per tutti questi motivi che mi stupii moltissimo quando, la mattina successiva al nostro arrivo, mi svegliai perfettamente riposata: come quegli esseri mitologici nelle pubblicità dei cornetti e compagnia bella.

Accanto a me le lenzuola erano stropicciate, segno che Harry fosse già sveglio, mentre la stanza regnava in un silenzio quasi tombale. Non mi piaceva stare da sola, mi dava un senso di... solitudine.

La mattina, ed ero sicura di non esser l'unica a pensarla così, era il mio momento più tragico: l'idea di dover essere svegliata dal mio sonno sacro mi rendeva estremamente acida, molto più del solito. Per questo motivo mi alzai con un grugnito, prima di uscire dalla stanza. Non avevo la minima idea sul mio aspetto -  potevo solo immaginare i miei capelli all'aria - ma non mi importava: i ragazzi mi avevano già vista in quello stato, più di una volta, e se Harry fosse rimasto scandalizzato alla mia vista, non avrei provato altro che un immenso piacere.

Scesi le scale con una delicatezza degna di un elefante e sarei anche riuscita ad arrivare alla cucina, se un Harry tutto indaffarato a reggere un vassoio pieno di roba, non mi si fosse parato davanti. In un'altra occasione lo avrei riempito di domande pur di scoprire a chi fosse indirizzato tutto quel ben di Dio, ma quella mattina non ero proprio dell'umore adatto per "La piccola Investigatrice".

- Che cazzo stai facendo? - gli chiesi a braccia incrociate, prima che si accorgesse della mia presenza.

Gli feci prendere un bel colpo, considerando il mini infarto come reazione. Quanto godevo nel vederlo in difficoltà, mi dava una soddisfazione immensa.

- N-non stavi dormendo? - mi domandò sorpreso, non aspettandosi di trovarmi lì.

- Ti sembra che io stia dormendo? No. Quindi, per il bene della mia pace interiore, levati di mezzo. - conclusi prima di dirigermi in cucina una volta per tutte.



HARRY'S POV.


Non c'è sensazione peggiore che voler fare qualcosa di carino per una persona e poi essere criticato proprio da quest'ultima. Io, personalmente, non riuscivo a sopportarlo. Un solo gesto carino, uno solo: possibile che fosse finito tutto a rotoli in pochi secondi?

Quella mattina mi ero alzato abbastanza presto, godendomi a pieno i colori che i raggi del sole riflettevano dalla finestra: trasmettevano un senso di calore, nonostante fosse autunno inoltrato. Dalla piccola finestrella della nostra camera si poteva vedere tutto il paesaggio intorno alla villetta: alberi, alberi, alberi, paesino, alberi e cielo. Era tutto quello che ci circondava. Quel giorno il cattivo tempo aveva deciso di lasciarci un po' di tregua, facendosi sostituire da un sole non troppo caldo, ma comunque piacevole: sarebbe stata la giornata perfetta per una scampagnata o cose del genere.

Appena sveglio, oltre a ciò che mi circondava, avevo subito notato anche Manuela accanto a me: rannicchiata stile riccio, stringendo le lenzuola come se avesse freddo nonostante le guance rosse. Era una visione troppo dolce, fin troppo per una ragazza come lei.

Amore, odio... e un paio di ConverseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora