– Manu - mi chiamò Mara con tono preoccupato, attirando la mia attenzione. - Sei sicura di sentirti bene? -.
La guardai confusa, non riuscendo a capire a cosa si stesse riferendo, prima di rispondere alquanto perplessa: - Ehm... sì, perché? -.
Continuò ad analizzarmi attentamente, seguita a ruota da Margaret accanto a lei, motivo per cui scrollai le spalle per farle parlare. Mi stavo semplicemente allacciando una scarpa da ginnastica, non riuscivo a ricollegare nessun possibile motivo per il quale mi avessero potuto guardare così.
- Vi giuro che non ho rotto nulla questa volta - continuai, scuotendo la testa velocemente per sottolineare il concetto. - Se avete trovato cocci di qualcosa, è stato Louis -.
Riuscii a strappare un sorriso ad entrambe, ma fu questione di secondi prima che ricominciassero ad osservarmi preoccupate. Alzai gli occhi al cielo, continuando ad allacciarmi la scarpa nell'attesa che si decidessero a parlare, prima di alzarmi e sistemarmi la maglietta sopra i leggins.
- Tu... - esordì Mara, non riuscendo a finire la frase e lasciando proseguire Margaret. - Stai andando a correre? -.
- Sì, cosa c'è di tanto strano? - domandai, chiudendo la cerniera della felpa. - Dovrebbe essere una cosa positiva, mi sembra -.
Sarei stata in grado di percepire il loro stupore - mischiato ad un pizzico d'infarto - da metri di distanza, ma non mi importò ugualmente: non potevo permettermi di sentirmi una patata bassa e tarchiata accanto a quella specie di dio greco che avevo deciso di avere al mio fianco; era arrivata ora di mettersi in forma e raggiungere il suo livello. Ero perfettamente consapevole che il nome "Manuela" accanto a "esercizio fisico" avrebbe fatto risvegliare persino i miei antenati nelle tombe, ma da grande procrastinatrice qual ero sempre stata, un minimo di applauso da parte dell'intera umanità me lo sarei aspettato.
Attaccai le cuffie al telefono, infilandomele successivamente nelle orecchie, prima di salutare le mie amiche e uscire di casa. Il profumo di pioggia da poco caduta mi arrivò prepotentemente al naso, facendomi respirare a pieni polmoni. Pigiai la riproduzione casuale nella libreria musicale del cellulare e iniziai a correre non troppo velocemente verso una destinazione a me ancora ignota.
Erano passati ormai tre giorni dal "rapimento" di Harry verso Brighton, ed erano ormai quasi 72 ore che la mia mente non aveva fatto altro che vagare verso domande che, teoricamente, avrebbero già dovuto avere una risposta. Avevamo deciso di non dire agli altri della nostra storia per motivi al momento ragionevoli, ma che avevano iniziato ad insinuare profondi dubbi e ulteriori perplessità dall'istante in cui avevo rimesso piede in casa. - Vorrei che resti una cosa solo tra me e te, senza ulteriori persone che dicano la loro ogni secondo o si mettano in mezzo se mai dovesse esserci qualche problema - aveva detto, continuando ad accarezzarmi. - La mia storia con Taylor è da sempre stata sulla bocca di tutto il gruppo e non ha idea di quanto fosse irritante il dover sempre stare a sentire opinioni non richieste o addirittura vedere i ragazzi mettersi in mezzo al minimo screzio tra noi due -.
Avevo una vaga idea di cosa significasse essere costantemente circondati da opinioni di troppo e, soprattutto, non richieste: da mia mamma alle mie amiche, forse l'unica certezza della mia vita sarebbe sempre rimasta la presenza quasi opprimente di giudizi e considerazioni da parte di tutte le persone a me più care, che fossero richiesti o meno. Per questo motivo non avevo osato contraddire il parere del mio ragazzo al riguardo, ma, col passare dei giorni, la mia mente autodistruttiva aveva iniziato a tessere altre possibili teorie e paranoie che mi avevano reso difficile addormentarmi la notte.
E se si vergognasse di me? Magari non vuole che si sappia per non fare figuracce con altre persone, o perché non la ritiene una relazione poi così importante o destinata a durare.
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Amore, odio... e un paio di Converse
Fiksi PenggemarIN REVISIONE. - No, ragazze, no! Non lo voglio conoscere! - urlai, in preda alla disperazione. - Tu lo conoscerai e basta! - risposero in coro. - E se poi è un secchione, asociale, con gli occhialoni, i brufoli, i peli e passa le giornate a mangiare...