Capitolo 6 (I Parte)

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MANUELA'S POV.


Mi svegliai di soprassalto, al solo sentir delle note molto alte, e maledissi mentalmente la suoneria dei mio cellulare, decisamente troppo forte: svegliarsi con Automatic di Nicki Minaj, non è esattamente il risveglio dei sogni. Strizzai forte gli occhi, per cercare di mettere a fuoco tutti quei numeri sullo schermo, ma smise di suonare qualche secondo dopo; grugnii infastidita quando notai che il numero non faceva parte della mia rubrica: avrebbe richiamato, se fosse stato importante. Ormai sveglia, e incapace di addormentarmi di nuovo, mi misi seduta sul letto e sbadigliai apertamente: quella non era la mia camera, che diavolo ci facevo lì? In più, perché indossavo ancora i jeans del giorno prima? Iniziai a fare mente locale, tra una grattatina ai capelli e uno sbadiglio, finché non mi ricordai ogni cosa: dal mio cattivo risveglio alla corsa, dalle minacce al capotreno fino all'arrivo a casa. Capii di trovarmi nella stanza di Harry solo quando notai una foto sul comodino accanto a me: ritraeva un bambino di circa 3-4 anni, con un sorrisone sul volto, impegnato in una sorta di posa alla Braccio di Ferro e con un enorme reggiseno poggiato sul petto. Ridacchiai non appena lo osservai meglio ma, nonostante i miei pensieri diabolici, rimisi la foto al posto suo: avrei potuto sfotterlo a vita, eppure decisi di lasciarlo perdere.

Quella mattina mi ero svegliata di buon umore, dopo un sogno meraviglioso. 

Rimisi il cellulare nella tasca del jeans e mi diressi in cucina per mangiare qualcosa, non avevo idea di che ore fossero ma non mi importava: il mio stomaco stava chiedendo risorse. 

- Buongiorno, plebei – annunciai, una volta varcata la soglia della stanza da me interessata. 

Trovai Liam impegnato a bere caffé, Zayn intento a mangiare un muffin e Harry poggiato al bancone, con una tazza di thé in mano e lo sguardo perso: gli era forse successo qualcosa?

- Buongiorno a te, Puffa - ricambiarono sia Liam che Zayn.

Lo spilungone se ne stava con lo sguardo fisso sul pavimento, non lo aveva alzato nemmeno quando ero entrata: certo che era davvero strano... 

- Depresso, che ti prende? - scherzai, passandogli accanto per prendere un biscotto. 

Nemmeno lì mi rispose, mi rivolse solo un'occhiata indecifrabile e impassibile: avevo fatto qualcosa di sbagliato? Forse lo avevo offeso... Pensandoci, però, non mi sembrava di avergli fatto qualche torto. 

- Ragazzi, si può sapere che gli è preso? - chiesi a Zayn e Liam, puntando l'indice nella sua direzione. 

Alzarono entrambi le spalle, non sapendo nemmeno loro il motivo di quello strano comportamento, finché non entrò un Louis tutto sorridente che esclamò: - E chi lo sa, è da ieri sera che è così –. Dopo avermi risposto, mi baciò dolcemente la guancia e si versò un po' di caffé, dando il buongiorno anche agli altri tre ragazzi nella stanza. Continuai a mangiucchiare il biscotto, lanciando di tanto in tanto occhiate a Harry, e rivolsi un: - Buongiorno, coglioncello - al mio migliore amico. 

- Coglioncella, dormito bene? - richiese, sistemandosi accanto a Liam.

- Più che bene, soprattutto a un certo punto – risposi con la bocca piena e un sorrisetto sul volto. 

Al solo pensiero di quel magnifico sogno, mi si illuminarono gli occhi: era stato tutto troppo reale. In più, circondata dal buonissimo profumo di Harry, la mia mente si era finalmente rilassata per una volta. 

- Perché? - si intromise Harry, dando finalmente un segno di vita. 

Avrei voluto commentare la sua "resurrezione" con una battuta sarcastica, ma Zayn mi precedette affermando un: - Allora sei vivo! - che mi portò subito a battergli il pugno. Avevo atteggiamenti del tutto maschili ma non mi importava: la parola "femminiltà" non faceva proprio parte del mio vocabolario, era abolita.

- Perché a un certo punto? - richiese di nuovo Harry, dimostrandosi all'improvviso interessato. 

Amore, odio... e un paio di ConverseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora