Capitolo 4.

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-Ok forza raggruppatevi!- un uomo alto e muscoloso di circa venticinque anni ci chiama verso di sé. -Io sono Mattew. Sono uno capofazione, quindi valuterò le vostre capacità durante l'iniziazione. Qui sotto c'è l'ingresso.- Dice, indicando il terreno. Io e altri ragazzi ci sporgiamo. "È uno scherzo" penso. Dobbiamo buttarci giù dal palazzo, a un'altezza di circa dieci metri. -Chi inizia?- chiede lui.

Cala il silenzio. Nessuno ha intenzione di buttarsi di sotto. Dopo qualche minuto, Mattew si spazientisce e afferra Ledi. -Forza, buttati.- gli ordina. Lui lo guarda con gli occhi sgranati. -Ledi!- urlo. -Basta Mattew, salto io.- Continuo, con più calma. Ledi mi guarda come per ringraziarmi. Fisso il terreno. Sto per morire. Chiudo gli occhi, e faccio quel maledetto passo nel vuoto. Dopo qualche secondo sento il mio corpo sbattere su un qualcosa apparentemente duro, dopo di che con uno slancio rimbalzo di nuovo in aria. Una rete! Mi sdraio, ma qualcuno mi trascina giù. -Benvenuto fra gli Intrepidi. Nome?.- domanda, una ragazza minuta con i capelli castani. -Jasper.- Rispondo, ancora sotto shock dal volo che ho fatto. -Primo a saltare: Jasper!- urla la ragazza. Si sentono delle urla e degli applausi. Dopo qualche secondo atterra Ledi, e, quando siamo tutti a terra ci dividono: i trasfazione con la ragazza, gli Intrepidi con Mattew. Il quartier generale degli intrepidi si trova nel sottosuolo, al centro del quale c'è il Pozzo: uno strapiombo pieno di scogli con l'acqua troppo bassa, che sottolinea la sottile differenza tra il coraggio e l'idiozia. La ragazza ci scorta nei dormitori. Sono misti, così come i bagni e le docce. La privacy deve fargli proprio schifo.

-Ok, avete dieci minuti per cambiarvi.- Dice la ragazza. -Dopo di che ci sarà la cena e il discorso dei capofazione. Ah, io sono Lara.-

Mi posiziono nel letto sotto quello di Ledi. Alla fine ho bisogno di compagnia. Mi cambio, e nel frattempo osservo gli altri ragazzi. Molti sono Candidi ed Eruditi. Alcune ragazze coprono le amiche mentre si cambiano, i maschi invece gridano loro apprezzamenti. -Andiamo?- chiede Ledi. Non posso che ridere. Ha i vestiti troppo grandi, le maniche della felpa troppo larghe e i pantaloni arrotolati alle caviglie. -Meglio che metti su qualche muscolo.- lo provoco. Ride, e inizia a spintonarmi. Dopo pochi minuti arriviamo alla mensa. Molti ragazzi sono già seduti ai tavoli insieme agli allenatori, i capofazione invece hanno un tavolo riservato. Un uomo piuttosto alto e magro richiama il silenzio. Quando finalmente lo ottiene inizia a parlare. -Benvenuti! Noi creiamo in atti di coraggio ordinario. Se vi ritenete troppo codardi o non all'altezza di questa fazione potete andarvene. Voi avete scelto noi. Ora tocca a noi scegliere voi.- a quelle parole tutti iniziano a battere i bicchieri sul tavolo e urlare. "Ma non dovevamo mangiare?"

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