Capitolo 5.

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La mensa è a buffet. Si mangia quello che si vuole, vegetali, carne, dolci. Prendo dell'insalata e una bistecca, i cibi classici del mio distretto, poi, mi siedo affianco a Ledi. -Pacifico?- chiede un ragazzo di fronte a me. Ha i capelli biondo rame e gli occhi marroni. Deve avermi riconosciuto dal piatto. Ogni fazione ha degli alimenti precisi. Lui, ad esempio, deve essere un Abnegante, perché nel vassoio ha esclusivamente cibi vegetariani. -Tu Abnegante, immagino.- rispondo freddamente. -Mi chiamo Neck.- -Jasper.- -E insomma, cosa sceglierete domani?- -Domani cosa?- domanda Ledi. -Vi facevo più intelligenti a voi Eruditi. Domani inizia l'addestramento, la prima parte è fisica: ci insegnano il combattimento corpo a corpo, lancio dei coltelli, poligono e altre cose.- risponde lui con un'aria di superiorità. Ora capisco perché ha cambiato fazione. -E tu come fai a saperlo?- chiede Ledi -Me l'ha detto Lara.- risponde con un sorriso beffardo. Non lo conosco ancora bene, ma mi irrita. Anche perché sembra sveglio, e sarà un problema durante l'iniziazione.

Vado a letto di malavoglia. Di colpo mi metto a pensare alla mia famiglia. A quest'ora staranno sparecchiando, parlando della giornata. Mio padre si starà disinfettando le ferite che si procura nei campi, mia madre si starà togliendo la terra da sotto le unghie.

Azioni abituali, che ora faranno senza me.

Come ho potuto abbandonarli? Di colpo mi sento un terribile stronzo.

Come ho potuto ripetere quella fatidica frase, il giorno della cerimonia? Il sangue è un valore che non si spezzerà mai.

Come ho potuto preferire la mia vita a quella di chi me l'ha donata?

Una lacrima mi riga il volto. Poi un'altra.

Poi tutto il mio viso è bagnato da queste piccole goccioline, piccole, insignificanti e dolorose, come me.

Il gusto salato del pianto si espande in bocca. Ho la vista appannata, il mio petto si alza e abbassa velocemente. Poi, piano piano, quando il mio respiro si stabilizza, al contrario della mia mente, mi addormento.

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