Jasper
-Ledi!- urlo, nonostante sia stremato per la corsa. -Che ti è saltato in mente? Perché ti sei allontanato così?-
Lo vedo sul letto, lancia un urlo e tira un pugno al cuscino.
-Sono tuo amico! Rispondi!-
-È meglio se mi stai lontano.-
-Non me ne vado finché non mi dici che hai.- rispondo freddamente.
Si alza di scatto e mi sbatte contro la ringhiera. È così debole che si piega, procurandomi una ferita alla schiena.
Gli tiro un pugno nello stomaco, che lo fa cadere. Batte la testa sul cemento duro, e perde i sensi. Ho la vista annebbiata dalla ferita, ma in quel momento entra una ragazza minuta con i capelli biondo cenere.
-Lara ha detto che se non tornare subito vi farà... Oh.- si blocca appena vede il corpo di Ledi a terra.
-Aiutami a portarlo in infermeria.- ordino, mentre mi avvicino a lui. Lo prendo per le braccia, la ferita riprende a sanguinare per lo sforzo. Dopo dieci minuti arriviamo in infermeria, dove una donna ci informa che si riprenderà entro poco tempo. Nel frattempo mi faccio medicare la ferita. È piuttosto profonda, me l'ha cucita e mi ha ordinato di fare attenzione per una settimana.
Certo.
Rimaniamo vicino alla branda di Ledi, che sta riposando. Non ha voluto parlare con nessuno, e ha continuato a ripetere che è meglio se gli stiamo lontano, che lui è un pericolo per noi. Cose così. A quelle parole l'infermiera ha detto che potrebbe aver subito qualche danno celebrale temporaneo, e probabilmente confonde il sogno con la realtà.
-Tu sei...?- domando alla ragazza che mi ha aiutato con Ledi.
-Io... Sono sono Mary.- risponde, imbarazzata.
Gli porgo la mano. -Oh, si, aspet...- Inizia a trafficare con i fogli dell'infermiera che aveva in mano, che gli scivolano e finiscono sotto la branda su cui è disteso Ledi. Le guance arrossiscono per l'imbarazzo. -Piacere!- farfuglia velocemente, affrettandosi a raccogliere i fogli e camminando verso la palestra, a testa bassa. Sorrido.
