CAPITOLO 7 "Perché piangeva?"

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Capitolo 7 "Perché piangeva?"

Era sabato e non mi andava proprio di andare a scuola. Anche perché stavo iniziando di nuovo con il mio solito"faccio schifo" quindi non sapevo proprio che mettermi. Erano ormai minuti che svuotavo i cassetti e non trovavo nulla di decente per andare in quel postaccio che chiamano "scuola" perché chiamarla"noia assoluta dove massacriamo gli studenti" era troppo lungo.

Non mi importa, chi deve mai vedermi, non mi importa proprio di nessuno. Decisi di mettere quindi solo dei jeans scuri ed una felpa grigia, come sempre. Prima di uscire misi il giubbotto, il cappello ed i miei guanti preferiti, i suoi. Uscì di casa e mi incamminai verso la scuola.

"No e dai, è già suonata! Mi tocca entrare a seconda ora" urlai a me stessa . Mi sedetti su una panchina qualsiasi aspettando che si facesse ora di entrare. Mi guardai un po' in giro e non c'era traccia di nessun essere vivente. Qualcosa in fondo alla piazza però si muoveva. Non potevo dire che fosse un essere umano solo perché si muoveva allora decisi di avvicinarmi. No no la figura sembrava proprio di un ragazzo. Ora la vedevo bene però era girato di spalle, chissà. Mi avvicinai salutandolo cercando di capire chi fosse ma non ottenni nessuna risposta allora ci girai intorno e mi ritrovai faccia a faccia con lui. È Pako.. Ma che sta facendo? Le lacrime rigano il suo viso, una dopo l'altra e sembrano non finire, eppure il suo viso è serio e guarda avanti, non mi ha degnato neanche di uno sguardo. E in mano? In mano che tiene? Ha una sigaretta. Rimasi lì a guardarlo per poi per capire ciò che stava succedendo. Presi la sua mano e non si mosse di un millimetro, era immobile e le sue mani, questa volta, erano fredde . Presi le sue mani e cercai di riscaldarle con le mie . Ma ancora non si muoveva, continuava a fumare quella maledetta sigaretta senza neanche guardarmi!. Presi di scatto quella sigaretta dalle sue mani e la buttai via. In quel momento, si girò e mi guardò.!Stava ancora piangendo ed i suoi occhi sembravano mi urlassero qualcosa. Non ci pensai su due volte e lo abbracciai, così , d'istinto. Lo strinsi forte a me come se dovessi completarlo, come se dovessi far parte di lui. Gli abbracci servono a questo no? Completarsi. Non ricambiò ma lo strinsi più forte a me e allora si, ricambiò ed è come se quel gelo che vi era attorno a lui fosse scomparso.

Qualche lacrima rigò il mio viso bagnando la sua maglietta. Velocemente prese il mio viso e mi guardò.Mi fissò per un po' e poi asciugò la mia lacrima.

"Perché piangi?" Sussurrò lui mentre mi guardava con quell'aria così dolce.

"Perché fumavi? E piangevi? E non mi hai degnato neanche di uno sguardo? Perché?" Dissi quasi scoppiando di nuovo in lacrime. Mi tenne il viso e le sue mani sembravano di nuovo calde.

"Mi dispiace, non succederà più"

Disse per poi stringermi a se. Amavo stare tra le sue braccia e in quel momento, in quel singolo momento, io ero completa.

L'ora di entrare era già passata da un po' ed io e Pako eravamo seduti in un qualsiasi bar a mangiare cioccolata calda. In realtà lui sarebbe dovuto tornare a momenti con le nostre due cioccolate però non riuscivo più a vederlo da qualche minuto.

Finalmente ritornò con due tazze di cioccolata calda e si sedette proprio davanti a me porgendomene una.

Cominciai a berla e quando alzai la tazza non riuscì più a vederlo. Quando la scesi ritrovai lui tutto sporco che continuava a bere molto tranquillo come se nulla fosse.

Cominciai quindi a ridere e lui mi guardò perplesso . Presi un fazzoletto e decisi di avvicinarmi per pulirgli la bocca. Mentre lo facevo mi guardava un po' male.

"Non sono mica un bambino" disse con le mani incrociate al petto.

"Per come mangi avrei i miei dubbi" dissi io ridendo e finì di pulirlo.

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