Your Boss || w lc ; j j h

↬ chapter two

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«Wong Yukhei sarà il nuovo membro della tua squadra.»

«COSA?!» la compostezza di MinJee andò a farsi friggere in un millesimo di secondo.
Scattò in avanti aggrappandosi ai braccioli della poltroncina senza nemmeno rendersene conto.
Di solito cercava sempre di contenersi in casi come questi, ma si sentiva davvero arrivata al limite. Perché suo padre si divertiva a metterla in difficoltà? Sapeva benissimo che c'era lui in mezzo a questa storia, chi altri sennò?

«Immaginavo l'avresti presa in questo modo, ma non prendertela con me. Non sono io che l'ho deciso...» Johnny era davvero dispiaciuto e desiderava solo tranquillizzare la ragazza il più possibile.
Non capiva per quale motivo il CEO desse i compiti più impegnativi proprio alla figlia, ma appunto per questo l'avrebbe aiutata. Non solo perché era il suo diretto responsabile, ma anche perché suo amico.

«Non ne avevo alcun dubbio... » biascicò in risposta, affranta. «Mi scusi, non avrei dovuto reagire così.» cominciava a pensare che suo padre avesse ragione. Come poteva arrivare a dirigere un'azienda intera se si faceva prendere dal panico da cose del genere? Era chiaro chi fosse a gestire male i problemi fra lei e Mark.

«Da quando mi dai del "lei"?» domandò il ragazzo sorridendo. I formalismi fra i membri di quel gruppo di lavoro probabilmente non c'erano mai stati. Erano tutti così uniti da sembrare una vera e propria famiglia – con molti problemi disciplinari, ma pur sempre tale.
Seo Johnny e Lee Taeyong, dirigente della squadra di Mark, erano stati i primi a comportarsi come dei veri fratelli maggiori nei confronti dei loro hoobae. Anche Moon Taeil, coordinatore dell'intero ufficio, non era da meno – specialmente con Sicheng, per il quale aveva una vera ossessione.
Anzi, tutti amavano Dong Sicheng, ma questa è un'altra storia.

«Non vorrai mica che ti chiami "Oppa", scordatelo. Non in ufficio.» rispose piccata, riacquistando piuttosto velocemente il suo solito modo di fare. A dire il vero, stava cercando con tutta se stessa di rimuovere i pensieri di poco prima dalla sua mente. Piangersi addosso non le sarebbe servito a niente.

«Come se fuori da qui lo facessi.» scoppiò a ridere il maggiore. Non aveva mai sentito MinJee pronunciare tale parola o, quanto meno, non lo faceva davanti a lui e al resto dei suoi colleghi. Nemmeno quando si riunivano tutti a cena ogni fine settimana.

«Sai benissimo che non voglio sembrare una gallinella che chiama così qualsiasi ragazzo con cui faccia amicizia.»

In realtà, Johnny riusciva a comprendere bene cosa volesse dire. Entrambi provenivano da paesi occidentali, e non era nella loro cultura chiamare gli amici con degli appellativi del genere. Peccato per lei che fosse perfettamente a conoscenza della sua lievissima inclinazione per Jaehyun, non che fosse particolarmente difficile da intendere. Ogni volta che le passava davanti, la ragazza lo guardava sognante come si fa con un principe della Disney.

Quindi, non poté esimersi dal commentare. «Però scommetto che se te lo chiedesse un certo Jaehyun, tu lo faresti, vero?»

«Cos-? NO! Johnny, falla finita!» sbottò MinJee per poi abbassare lo sguardo, imbarazzata. Le guance le si tinsero di un leggero rossore che non sfuggirono agli occhi del suo superiore.

«Be', per lo meno ti ho fatto cambiare umore.» affermò, contento di aver raggiunto il suo obiettivo. «Puoi andare. E mi raccomando, non comportarti da dittatrice con quel Fagio. Può sembrare un buono a nulla, ma è molto volenteroso.»

«Ahh... e va bene, farò del mio meglio.» sospirò la giovane per poi inchinarsi leggermente. Dopo di che, si alzò ed andò verso la porta.
Era incredibile come Johnny riuscisse sempre a farle cambiare idea. Non importava quanto ferma e decisa fosse, alla fine riusciva sempre a convincerla. Doveva ammettere, però, che i suoi consigli si erano dimostrati sempre utili.
Fin dall'inizio l'aveva sempre aiutata, e gli era riconoscente per questo.