Ricordo 11

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La guardavo, mentre insegnava al mio fratellino a suonare il piano. Non sapevo suonasse, non sapevo molte cose di lei.
Eravamo soli in casa, i miei erano usciti a prendere un tè freddo dai vicini.
Ero seduta su una poltrona della sala, facendo finta di leggere, ma stavolta il libro era dal verso giusto, in realtà, però, stava fissando il suo fondoschiena. Era chinata sul pianoforte, dietro a mio fratello seduto sullo sgabello, ed io non potevo non guardarlo, era proprio davanti ai miei occhi, solo un tavolino ci separava.

Durante queste settimane, avevamo esplorato molto la bocca dell'altra. Ogni occasione in cui eravamo sole, era un pretesto per avvicinarci. Ci baciavamo in ogni modo, ed ogni volta con più enfasi.
Il mio senso di colpa era ancora lì, ma quando guardavo i suoi occhi, svaniva.
I suoi occhi, che ora stavano fissando i miei. Cacchio, mi aveva sorpresa nel guardarle il culo?! Arrossii e tornai con lo sguardo sul mio libro mentre lei sorrise divertita.
«Charlie potresti continuare un attimo da solo? Steph mi deve aiutare a fare una cosa...», disse con lui, poi venne da me e mi prese per mano, mi trascinò fuori dalla stanza e nel corridoio mi baciò, non aspettò nemmeno di essere un po' più isolate, cosa che di solito faceva.
La intrappolai tra me ed il muro, la baciai con foga, morsi le sue labbra morbide ed intrecciai la lingua con la sua.

«Anche io voglio giocare a questo gioco dei baci!», sobbalzai sentendo la voce squillante di mio fratello. Ci staccammo immediatamente e lo guardammo un po' impaurite, non aspettandoci nessuno di fianco a noi.
«Va bene», disse poi Nora, «attacco di baci!», lo prese in braccio ed iniziò a baciarlo ovunque, lui si mise a ridere a crepapelle, lo mise giù ed iniziò ad inseguirlo per tutta casa, «andiamo Steph! Non vorrai farlo vincere», mi incitò lei, iniziai a correre anche io, "attaccandolo" qualche volta con dei baci.

Adoravo l'innocenza di mio fratello ed il suo carattere viviate. Era ancora un bambino con tutta la sua spontaneità. Amava senza dubitare, abbracciava senza avvisare, rideva senza pensarci troppo.
A volte scriveva e disegnava sui muri con le matite colorate non preoccupandosi minimamente delle conseguenze, non sapeva nemmeno che cosa fossero.
Amava sognare, amava la vita.
Dicono che i bambini di sei anni ridono in media trecento volte al giorno, mentre un adulto tra le quindici e le cento volte.
Essi, per la loro immaginazione, inventiva e meraviglia, sono tutti dei piccoli geni.

Avrei dovuto imparare molto da mio fratello.
Io non ero per niente buona come lui.. stavo ingannando un ragazzo, il quale mi aveva dichiarato il suo amore ma che io non amavo.
Eppure, per dimostrare di essere desiderata o per semplice ripicca, mi ero messa insieme a lui. Ma non era giusto.
Non potevo illudere un ragazzo che mi era stato sempre vicino in questi anni, che mi aveva fatto ridere, che mi era stato accanto quanto mi vedeva triste, che aveva fatto si che la mia timidezza si annullasse, facendo uscire dalle mie labbra melodie, con un semplice tocco sulle corde di una chitarra.

Avrei dovuto spezzare il cuore di una persona a me molto cara, avrei dovuto rompere con il mio migliore amico al più presto, per non farlo vivere nella menzogna.

Amore di un'estate (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora